sia il sogno, sempre più debole, di aprire quel bed-and-breakfast erano diventati nient'altro che chimere.
“Marie!”
Il suono della voce del suo capo la impietrì. Marie si voltò, sfoggiando il suo miglior sorriso per affrontare Deandra Lewinston. Era una bella donna, ma somigliava anche alla matrigna cattiva di un film Disney. Era rifatta, ma si trattava di chirurgia estetica fatta bene, quindi era quasi impossibile accorgersene. Deandra aveva cinque figli, ma aveva i seni ancora belli sodi e proprio al posto giusto, quindi Marie era piuttosto sicura che anche lì ci fosse un bel ritocco fatto a regola d'arte.
“Sì, Deandra?”
“Riesci a trovare qualcos'altro da fare che non sia guardare Kara mentre lavora?”
“Sì, io…”
“Abbiamo nove appuntamenti in programma tra mezzogiorno e le tre. Prima che arrivino i clienti, ho bisogno che ti assicuri che chi è stato lasciato qui dal suo padrone mangi per tempo la sua pappa. E, per favore, questa volta fai attenzione a separare i menù vegetariani da quelli normali. La signora Thornton mi sta ancora facendo una testa così, perché il suo cocker spaniel ha puzzato di pesce per una settimana.”
“Certo.”
“E hai finito con i fiocchi per Precious? La signora Hight sarà qui a momenti per recuperarla.”
“Sì, è tutta pronta e aspetta.”
“Bene,” la liquidò Deandra, prima di dirigersi altrove.
Marie si sforzò di restare sorridente mentre lasciava l'area toeletta e si spostava nelle camere spa. Passò tutta l'ora successiva a preparare le postazioni che avrebbe usato. Mentre lucidava gli specchi avvertì dentro sé una strana sensazione di sconfitta. Sto lucidando degli specchi per far sì che dei cani più costosi della mia auto si possano ammirare mentre taglio loro le unghie e liscio loro il pelo. Come sono arrivata a questo punto, esattamente?
Conosceva le risposte, ma erano tutte piuttosto deprimenti. E lei era già abbastanza triste, ad assicurarsi che non ci fossero segni sugli specchi.
Dopo essersi occupata delle pulizie, preparò i tappetini e le ciotole per la sala d'attesa degli animali. Divise il cibo in porzioni, come se stesse preparando uno smoothie per un campione sportivo e non la pappa di una creatura a quattro zampe che si annusava e leccava il didietro.
Finita l'operazione, ritornò all'ingresso del negozio. Immediatamente notò una donna dall'aria angosciata camminare a passi nervosi avanti e indietro per tutta la sala d'attesa, come se volesse essere sicura di essere vista.
“Buongiorno, mi scusi?” disse la donna nel momento stesso in cui vide Marie.
Appena Marie le si avvicinò, si accorse che si trattava di Gloria Hight. Portava un abito rosa attillato, messo in risalto da occhiali da sole scuri che indossava nonostante fosse una giornata nuvolosa. Era una cliente abituale di Pampered Paws, cioè, lo erano lei e il suo piccolo incrocio yorkshire-Pomerania, una minuscola palla d'energia immotivata di nome Precious. La signora Hight aveva trent'anni ed era un'esponente dell'alta società, nata con la camicia, si potrebbe dire, anzi, con tutto il corredo completo.
“Salve, signora Hight,” rispose Marie. “Cosa posso fare per lei?”
“È da ben cinque minuti che aspetto che qualcuno venga ad aiutarmi,” attaccò la signora Hight in tono spocchioso. “La mia Precious è pronta?”
“Certo che lo è,” esclamò Marie, con tono esageratamente allegro. “È pronta da un'ora e si sta godendo una delle nostre Camere Deluxe.” Era una cosa che odiava dover dire: le cosiddette Camere Deluxe altro non erano che piccole cucce decorate in modo da sembrare camerette di lusso per cani.
Una volta, un cliente si era lamentato che la Camera Deluxe non fosse dotata di televisione. Il suo bullmastiff, a quanto pareva, era un grande fan dei programmi di Animal Planet e il cliente era furioso che al suo amato molosso fosse stato negato questo lusso.
Certo, quello era stato un reclamo fuori di zucca, ma la signora Hight e la sua Precious non erano meno bizzose. Di tutti i cani di cui Marie si era occupata, ed erano davvero tanti, Precious era assolutamente la peggiore. La cosa triste era che Precious era una cagnolina davvero molto bella. Ma la signora Hight insisteva che venisse acconciata in modo tale che a chiunque la incrociasse veniva voglia di prenderla a calci.
Marie accompagnò la signora Hight alla Camera Deluxe occupata in quel momento da Precious. L'intera testolina della cagnetta era coperta da fiocchetti e nastrini. Sembrava una specie di pergamena arrotolata. Il pelo era stato spazzolato con forza all'indietro per poter consentire ai fiocchi rosa di stare dritti sulla testa come delle strane antenne. I fiocchetti erano più piccoli di quelli per i capelli di una bambina, ma costavano cinque volte tanto. Erano stati attaccati così stretti, su precise istruzioni della signora Hight, che gli occhi della povera creatura sembravano voler schizzare fuori dalle orbite.
Inoltre, era chiaro che la povera cagnolina li odiava.
E, a quanto pareva, li odiava anche la signora Hight.
“Cos'è questa cosa disgustosa?”
Uhm, il tuo cane? pensò Marie.
“Cosa intende?” domandò invece.
“Questo non è affatto ciò che avevo chiesto, è palese.” La signora Hight si chinò per raccogliere Precious. Il cane le saltò tra le braccia e immediatamente iniziò a strofinarsi addosso alla padrona, cercando di sbarazzarsi dei ridicoli fiocchetti.
“Mi spiace, signora Hight, ma questo è esattamente ciò che aveva chiesto. Se vuole, le posso far vedere l'ordine e…”
“Pensi forse che sono un'idiota? Ho indicato esplicitamente l'ordine dei fiocchi: rosa, magenta, foglia di tè, bianco e infine lavanda. E invece li hai messi in un ordine diverso: rosa, foglia di tè, magenta, bianco e poi lavanda. Sei forse daltonica?”
Marie si era accorta in effetti dell'errore, ma trovava difficile affliggersi sulla questione così come stava facendo la signora Hight.
“Sì, signora. Posso rimediare se mi concede una ventina di minuti.”
“Non ho venti minuti! Sono una donna impegnata!”
La signora Hight stava praticamente urlando adesso. Per non essere da meno, si aggiunse anche Precious, che si era messa ad abbaiare. La cagnetta sembrava essersi accorta di aver attirato l'attenzione degli altri quattro clienti seduti nella sala d'attesa. Questo le scaldò ancora di più, tanto il cane quanto la padrona.
“Ho speso incalcolabili somme di danaro in questo posto! Se non siete nemmeno capaci di rispettare una semplicissima combinazione di colori…”
Precious continuava a guaire e ad abbaiare con tanto impeto che uno dei fiocchi si staccò, volando attraverso la stanza per atterrare ai piedi di un cucciolo di husky appena entrato. In mezzo a tutto il trambusto, fece anche pipì sul pavimento.
A peggiorare la situazione, era anche accorsa Deandra in fretta e furia dall'altro capo del negozio. “Signora Hight,” disse Deandra, “cosa possiamo fare per porre rimedio a questa situazione?”
“Beh, suggerirei di assumere qualcuno di competente. Qualcuno che sappia riconoscere i colori!”
“Le assicuro,” esclamò Marie, “che so riconoscere benissimo i colori.”
“Ah sì? Ah sì?”
Precious e la sua padrona abbaiarono all'unisono, come in uno strano coro. La cagnolina però, a dire il vero, non stava abbaiando contro Marie, ma si stava solo unendo al baccano. Marie non poté fare a meno di chiedersi se la signora Hight l'avesse specificamente addestrata a comportarsi così.
“Signora Hight, si è trattato solo di un piccolo errore,” si difese Marie.
La signora Hight e Deandra la squadrarono entrambe come se fosse uscita di senno. Poi Deandra rivolse lo sguardo verso la signora Hight, gli occhi colmi di comprensione. “Le prometto che sistemeremo la questione. L'intero costo del servizio verrà detratto dallo stipendio di Marie.”
La