Francesco Domenico Guerrazzi

Pasquale Paoli; ossia, la rotta di Ponte Nuovo


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sincera e gratuita, ma non gli valse: giustizia umana!

      Un incappato, passando vicino al signor Boswell attonito da cotesto spettacolo tra sozzo e grottesco, gli susurrò dentro all'orecchio:

      — Presto al Molo!

      Il signor Giacomo, ripresa la flemma consueta, continuò il suo cammino, ormai chiarito che il morto non potesse essere altri fuori dell'uomo, col quale aveva alternato ieri ragionamenti d'ira, di grandezza e di speranza: e con molta amaritudine andava considerando il mistero che pare condanni un'anima, potente d'impeto e copiosa di concetti, alla catena di un corpo cascante a pezzi, arpa con corde rotte in mano ad un angiolo. Nè questo è il peggio, chè lo inferno vero prova quaggiù la creatura compita, l'anima sana nel corpo sano, balestrata in mezzo alla turpitudine di una gente prava che non conosce vergogna, o, se la conosce, s'industria a lavorarla in foglie di alloro per inghirlandarsene il capo; gente che giace traverso al tempo come le macerie di Palmira pel deserto, ingombro alla via e testimonianza di una vita che non può essere revocata mai più. Guai ai venuti tardi! Almeno Arnaldo e l'Huss e Girolamo da Praga dal sommo dei roghi consideravano le loro ceneri seme fecondo della nuova dottrina, e prendevano conforto dell'essere venuti troppo presto; ma guai, ripeto, a coloro che vennero troppo tardi!

      Mentre così il Boswell si sprofonda di pensiero in pensiero, si sente cingere a mezza vita, sollevare in aria, e prima che possa riaversi dalla maraviglia, si vede trasportato sopra la coperta di un legno in procinto di salpare dal porto.

      La mezza galera del capitano Angiolo Franceschi, liberata dagli ormeggi di prua e dalla mano di ferro che la teneva ferma nel fondo del mare, abbassò il rostro svelta e graziosa, come l'uccello che, aperte le ali, vola, si mise a vele spante a sfiorare lieve lieve il piano delle acque. Non fregio, non cintura dipinta di bianco o di vermiglio sotto le paratìe, la rendevano cospicua, bensì appariva di un colore tutta, e questo era nero; ma per gramaglia non iscema bellezza, all'opposto innamora così che la gente prega Dio non la faccia mai lieta. Insomma la mezza galera di capitano Angiolo, comecchè vestita a bruno, portava il vanto su quante navi stavano in quel momento ancorate nel porto di Livorno.

      Il signor Giacomo, fermo accanto alla ruota del timone, guarda scomparirgli davanti gli occhi l'anfiteatro dei monti che dal mare si distende fin su l'alpe di S. Pellegrino e il Marzocco, torre marmorea testimone della magnificenza della repubblica fiorentina, e i colli di Montenero. Gli balenò per un momento alla vista la villa del Paradiso a mezza costa sopra l'Antignano, dove il povero Smollet cessò alle muse e alla vita; e tempestando sempre la mezza galera a golfo lanciato appariscono e spariscono, quasi fantasime per la bruna della sera, la torre del Romito, Castelnuovo, Rosignano con gli altri castelli montanini della Maremma. Maravigliando della stupenda celerità e tuttavia sentendosi disposto a meste considerazioni, il signor Boswell disse: — Ecco, l'uomo è cosa che passa sopra cosa che passa, — forse raffigurando le generazioni umane in un uomo solo, e il mondo nave sopra la quale egli si fosse imbarcato per arrivare, traverso il fiume del tempo, al mare magno della eternità. Ci hanno di parecchi tra noi a cui immagini siffatte fastidiscono, ma ci vuole pazienza. Ogni popolo possiede un garbo proprio per concepire e per dichiarare il concetto: gl'Inglesi serbano il loro e ci tengono; essi non baratterebbero il Byron coll'abate Frugoni, nè Shakspeare coll'abate Pietro Metastasio, nè anche dando l'abate Bettinelli per giunta: avranno torto, ma la intendono così.

      Quasi dall'alto scendesse una ispirazione a conforto del signor Boswell, gli venne fatto di voltare gli occhi in su e vedere la bandiera côrsa con la immacolata Concezione, e, sopra le stelle che le incoronavano il capo, le lettere che dicevano: Libertà. La bandiera, quasi avesse senso di alterezza, si avviluppava, distendevasi scoppiettando; nè meno sembrava esultante la brezza vespertina di drappellarla insaziabilmente pel cielo ausonio. Di vero, o signori, in quale altra parte di mondo il santo vessillo della libertà sarebbe meglio venuto di qui? Qui, dove libero è tutto l'acqua, il vento e il cielo non sanno che sia tirannide di uomo: per poco ch'eglino si commovano, lo ricacciano cadavere su i lembi della terra: colà pianga o faccia piangere, ma mora e infracidi.

      Il signor Giacomo, levata la destra in atto di auspicare alla bandiera, esclamò:

      — Dio ti salvi!

      — E la salverà; e quando nel suo giudizio fosse sortita a cascare, le bandiere cascate nel sangue risorgono.

      Il signor Boswell, voltatosi per guardare da cui coteste parole movessero, conobbe uno dei giovani, ai quali lo aveva raccomandato il signor Giacomini.

      — Dunque quel povero galantuomo è morto eh? — tosto gli dimandò; e l'altro:

      — Poveri siamo noi che perdemmo un cuore senza pari nel mondo, quanto a morte non è così; gli uomini come lui vivono finchè le rupi della sua isola non subbissino in mare.

      — Bene.... però....

      Qui il signor Giacomo venne interrotto dalla vista di un frate, il quale sbucò fuori dal boccaporto, e dopo il primo un secondo e dietro un terzo, un quarto, un quinto da mettere i brividi addosso all'onesto inglese, filosofo in tutte le cinque parti del mondo, in casa sua anglicano riformato a tre peli. Per la quale cosa, facendo girare tra l'indice e il pollice la sua tabacchiera più veloce delle vele di un molino a vento, scorrucciato interrogava:

      — E adesso come ci entrano cotesti frati? O che cosa vengono a fare costoro?

      — Vengono a pregare Dio.

      — E se ne aveano voglia non lo potevano pregare così giù come su? Oh sentiamo anco questa, via! Dio sente meglio di sopra che disotto coverta?

      — Non è così, ma sotto la volta del cielo, al chiarore delle stelle che una dopo l'altra balenano pel firmamento, come se rispondessero a Dio che le chiama per nome, pare a noi di trovarci più vicini alle orecchie del Creatore.

      — Bene: ma allora e perchè presumete imprigionare lo spirito eterno dentro le chiese? Io non vi capisco: avete forse una maniera di adorare Dio sopra il mare ed un'altra sopra la terra?

      — Signore, piacciavi ricordare che gl'Italiani fabbricarono in Roma S. Pietro, gl'Inglesi hanno costruito a Londra S. Paolo; per tutti i figliuoli di Adamo si leva il sole e poi casca la notte.

      — Bene: però voi dovete convenire meco che la preghiera parlata è cosa assurda; anzi pure oltraggio espresso alla divinità: imperocchè Dio veda i nostri pensieri prima che di embrione si facciano idea, ed oda il senso del cuore prima che diventi palpito. Levate gli occhi al cielo e basta. Dio vi penetra nel midollo delle ossa e vi giudica. Dio conosce i vostri bisogni, e, se crede che si abbiano a soddisfare, li soddisferà. Che ne sapete voi? Come potete comprendere gli arcani della natura? Forse domanderete mattoni, e vi farà mestieri calcina. Perchè tribolare con la favella, arnese manco, i concetti che riboccano infiniti dallo spirito dell'uomo? Lasciate spandere libere le acque della anima, costringete in canali quelle sole che irrigano gli orti vostri.

      — Sentite! — l'altro rispose.

      Ave, Maria, incominciarono a cantare i frati in suono grave; il quale però, temperato dall'ampiezza dello spazio e dallo strepito delle acque, percoteva dolcissimo: quando il Boswell se lo aspettava meno, ecco a cotesto canto accordarsi l'accompagnatura di uno strumento, che gli parve arpa, ed era cetra: fra tanti guai, dono dei Mori ai Côrsi, e non senza consiglio, imperciocchè Dio concedesse ai mortali arche supreme di salute in ogni diluvio di acque o di tirannide sopra la terra: musica e poesia.

      Se lo squillo della campana, che piange il giorno che si muore, stringe l'anima al nuovo pellegrino, ora che cosa non potranno mai corde di cetera e voce di uomo? Le preci, trasportate da venti lontano su le acque, empiono lo spazio di echi infiniti, i quali da tutti i lati ripercossi ti pungono con tale un'acre voluttà, che ti rimescola, e pure non vorresti cessata; conciossiachè gli echi dall'alto pàianti messaggi celesti, che ti annunzino le tue preghiere avere trovato grazia al cospetto di Dio; i sottani, che i tuoi morti le hanno intese e ringrazianti; i circostanti, che i tuoi vivi in quella medesima ora pensano a te e prece con prece ricambiano.

      — Tanto è, — esclamò, come suo malgrado, il Boswell dando un colpo maiuscolo sopra la tabacchiera — tanto è: tutte le strade menano a Corinto. — E aggiunse poi, levando lento gli occhi dal