Brenda Trim

Il Guerriero Sfregiato


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Vampiro, ed era sorpreso di essere rimasto in piedi dopo un tale dispendio di energie. Gli ordini di Zander echeggiarono nel tunnel. “Basta! Fermatevi!” Tuonò.

      Si udivano solamente i respiri pesanti dei presenti. Quando Gerrick si guardò intorno si rese conto che Shae si trovava a qualche metro da lui ed era appoggiata a un muro. Sembrava essere rilassata, ma il modo in cui contraeva la mascella, le rughe d’espressione attorno alla bocca e gli occhi agitati tradivano il suo stato d’animo. L’uomo provò ancora il desiderio di raggiungerla per abbracciarla, ma scosse il capo all’impulso bizzarro e si fece violenza per non assecondarlo.

      “Gli Arcidemoni non torneranno stanotte, sono troppo feriti. Adesso usciamo e torniamo a Zeum, per stanotte il bagno di sangue finisce qui” decretò Zander prima di voltarsi verso l’uscita.

      I componenti del gruppo presero quindi a seguire Zander, e Gerrick si rese conto che a tutte le donne, a eccezione di Shae, era stato fornito almeno un capo di abbigliamento. L’uomo si tolse quindi la giacca di pelle prima di avvicinarsi a lei. Ricevette un’occhiata cauta quando l’aprì e le disse “Mettila. Fuori fa freddo”. Non distolse lo sguardo da Shae mentre quest’ultima tentò di celare il modo in cui tremava a causa della bassa temperatura.

      “Non mi dà fastidio un po’ di freddo” protestò nell’infilare le braccia nelle maniche. “Non è niente rispetto a ciò che ho subito”. Le sue parole esprimevano chiaramente quanto si vergognasse dello stato in cui versava.

      Quando si avvolse completamente nella giacca si lasciò scappare un sospiro. Gerrick avrebbe potuto giurare di averla vista avvicinarsi il bavero al naso per inalarne l’odore. Osservò un piccolo sorriso farsi strada sul volto di lei quando si abbassò per togliersi anche le scarpe. L’ultima cosa che voleva era farla camminare sulle tavole scheggiate, i vetri rotti e altri detriti, senza contare le strade fredde all’esterno.

      Shae spostò lo sguardo da Gerrick agli stivali di lui che teneva in mano. “Sei sicuro che non ti facciano male i piedi? Sono abituata al disagio”.

      Gli si contrassero le interiora alle parole di lei. Era pronto a scommettere i suoi preziosi sgian dubh che non avrebbe accettato la giacca se non avesse capito che stavano per incontrare degli umani. Era chiaro che non avrebbe mai violato la regola secondo la quale gli esseri soprannaturali non potevano rivelare l’esistenza del Reame di Tehrex. Il modo in cui guardava Zander e i suoi fratelli gli faceva capire quanto fosse un vampiro dedito al Reame.

      Shae non sapeva quanto dolore avesse dovuto sopportare Gerrick in vita sua. “Il dolore fisico non è niente” le disse onestamente prima di incamminarsi.

      “Ma dai” mormorò lei ironicamente. “Comunque mi chiamo Shae” esordì appena dopo.

      Quando si voltò per guardarla gli si allargò un sorriso in volto alla vista di lei che saltellava nell’indossare gli stivali prima di affrettarsi al suo fianco. Si corrucciò alla strana sensazione, non sorrideva mai. “Capito”.

      “Devi essere il simpaticone del gruppo, Gerrick” commentò lei sarcasticamente, il che gli fece venire voglia di sorridere ancora. “Per dire”.

      “Già, io sono Gongolo e lui è Cucciolo” disse indicando Bhric.

      “Vaffanculo, io sono Sexy” rispose il Principe Vampiro. Gerrick proseguì tranquillamente fino a quando non sentì un chiodo conficcarsi nel tallone; gli venne da imprecare ma si trattenne. Non voleva che Shae gli desse gli stivali, non avrebbe mai permesso che si facesse male.

      “Già, si vede che sei un mattacchione. Sudi sempre così tanto quando combatti?” Domandò lei toccando il bavero della giacca che indossava. L’azione gli diede un assaggio del seno di lei, e cazzo, quanto gli venne duro. Non si concesse di dilungarsi circa il modo in cui la pelle nuda di lei lo eccitasse, quindi si voltò e riprese a camminare.

      “Preferiresti indossare la mia maglietta? È madida”. Non stava aiutando il proprio stato, in quanto l’immagine di lei con addosso la sua maglietta era ancora più eccitante. Aveva fatto sesso con tante donne nel corso dei secoli, ma non aveva mai desiderato che qualcuna di loro indossasse i propri capi d’abbigliamento. In quel momento voleva invece che Shae avesse addosso la propria maglietta e nient’altro; si rese conto che forse era a causa di ciò che la povera donna aveva dovuto subire.

      “Mi va bene la giacca, grazie, Sudaticcio. Allora, che giorno è oggi?” Domandò raggiungendolo.

      “Il primo dicembre”. Non era un tipo da conversazione, preferiva di gran lunga ascoltare. Avrebbe ascoltato quella voce sexy per giorni interi; nel suo tono era presente un accenno di asperità che la distingueva dalla maggior parte delle donne.

      “Okay…di che anno?”

      “Duemila quindici” rispose con fare incuriosito. Quanto tempo ha trascorso qua sotto? Pensò.

      “Oh santo cielo” trasalì lei. Notò la disperazione sui tratti di Shae. Sentì il bisogno di confortarla, ma qualcosa gli suggerì che fosse l’ultima cosa che lei volesse. “Sono passati solamente sette mesi; mi sembra di essere qui da decenni”. Le altre donne scoppiarono a piangere quando si resero conto del tempo che era trascorso. Tutto ciò che gli altri Guerrieri poterono fare era confortare le femmine sconsolate. Gerrick si aspettava che anche Shae avesse un crollo, invece proseguì con i pugni stretti ai fianchi, la mascella contratta e lo sguardo stretto avanti a sé. Era chiaro che fosse incazzata, la sua reazione esprimeva di più del pianto delle altre prigioniere.

      Quando raggiunsero le scale Gerrick cedette il passo alle donne. Zander e Breslin le aspettarono invece in cima alle scale. Una volta raggiunta la strada procedettero verso il parcheggio il più velocemente possibile, considerato che le prigioniere erano tante ed erano ferite. Gerrick imprecò quando sentì il freddo ai piedi; non aveva mentito circa il disagio fisico, ma erano trascorsi diversi secoli da quando aveva patito il freddo. Grazie alla Dea si sarebbe liberato presto dell’irritazione dovuta al chiodo nel tallone.

      Prima che potessero raggiungere il parcheggio si resero conto che c’era uno scontro in atto, e Gerrick non esitò a scattare di corsa. “Merda. Breslin, resta con le donne. Anche voi, Cade e Caell” impartì Zander prima di raggiungere il compagno Guerriero.

      Rhett, un demone di fuoco, nonché l’aggiunta più recente alla squadra, si affrettò al loro fianco quando raggiunsero il parcheggio dove le streghe e gli altri Guerrieri stavano affrontando un gruppo numeroso di Skirm. Diamine, quanti sono?! Pensò Gerrick. Kadir e Azazel di sicuro non avevano perso tempo a mettere in piedi un esercito. Si rese conto in quel momento che cos’aveva interrotto la magia delle streghe.

      Il demone di fuoco lanciò delle fiamme dai palmi. “Vi divertite sempre così tanto? A quando la prossima iniziazione?” Mack scoppiò a ridere al commento di lui. Conosceva Rhett da qualche tempo, ed era ritornato con lei e Kyran dopo il loro soggiorno a Khoth, il Reame dei draghi.

      “Stai pensando di restare qui per un po’, fiammifero? Sei sicuro che non ti mancherà il tuo lavoro da ufficio?” La ragazza lo provocò nel combattergli di fianco.

      “Non m’immaginerei di andarmene tra poco, raggio di sole” Rhett grugnì quando la sua disattenzione gli fece accusare un pugno nelle costole. Rise nell’abbassarsi per schivare il pugno scagliato dallo Skirm. “E poi non ho ancora dato abbastanza fastidio al tuo Prescelto. E mi piace questo posto. Ci sono tante donne e tanti bei posti che vorrei vedere, sembrano promettere tante avventure”.

      Gerrick rimbalzò sui talloni ghiacciati prima di attaccare ferocemente gli Skirm, eliminando tutti quelli nelle vicinanze. Due umani scelsero proprio quel momento per attraversare la strada per raggiungere il porto dei traghetti. Gerrick udì le loro esclamazioni di stupore, e così fecero gli Skirm. Due di essi fecero per dirigersi verso gli umani, quindi il Guerriero non si fermò nemmeno a pensare quando corse loro dietro.

      I due umani strillarono quando gli Skirm scoprirono i canini prima di lanciarsi su di loro. Gerrick ringhiò e imprecò nel placcare uno dei due, finendogli sulla schiena e facendolo cadere a terra. Sfortunatamente la donna venne attaccata dall’altro Skirm, urlando dal dolore. Gerrick non sopportava