Potremmo creare una squadra di pulizia composta da questi nuovi demoni minori” commentò Gerrick. “Sembra che dovrò occuparmi io di questo progetto dato che Jace sta lavorando sull’antidoto. Forse mi può aiutare Killian”.
“Grazie alla Dea non dovrò prenderne parte” mormorò Mack.
Gerrick le rivolse un ghigno malizioso. “Non ho detto questo. Non sei ancora stata iniziata veramente nei nostri ranghi, farai sicuramente parte della squadra di pulizia”.
Kyran scoppiò a ridere, poi si abbassò per sussurrarle all’orecchio. “Gerrick ha ragione. E se farai la brava dopo ti insapono”.
“Non c’è niente che mi possa convincere ad aiutare a fare questa cosa. La sola puzza è abbastanza per uccidermi. E di sicuro non tocco quella cosa” disse indicando il cadavere del demone di pus, l’ammasso di carne verde maleodorante.
“Potrei aprire un portale nella tua camera per facilitarti le cose”.
“Oh no, non lo farai” disse lei agitando un dito nel vuoto. “Quanti di questi cosi credi che siano riusciti a scappare? Non è che si stanno aggirando per la città aggredendo gli umani, vero?” Le importava della propria specie e la sua vita aveva un solo scopo: dare una voce alle vittime. Gerrick la ammirava, ma si chiese cosa sarebbe accaduto alla sua organizzazione di giustizieri. Mack aveva insegnato ai membri del SOVA a odiare i vampiri, ma ora le cose erano diverse per lei dato che era la Prescelta di un vampiro.
“Non credo che ne siano scappati molti. Hayden e gli altri muta-forma hanno sorvegliato l’area quando ce ne siamo andati e sicuramente hanno eliminato tutti quelli che hanno trovato” la rassicurò Kyran.
Quando percepì l’odore tenue di Shae di gelsomino si rese conto che si stavano avvicinando all’area dove erano state trattenute le ragazze. Il suo corpo reagì immediatamente, facendogli provare una scarica di desiderio. Imprecò sottovoce; si sentiva uno scemo.
“Nessuno di loro sopravviverà per molto a lungo” promise Gerrick con entusiasmo crescente. Viveva per uccidere gli Skirm e dare la caccia agli Arcidemoni che li avevano trasformati, non era normale per lui perdersi negli occhi color giada di una ragazza.
Raggiunsero il luogo dove avevano tenuto prigioniere le donne, quindi Gerrick si fermò sui propri passi. Lo spettacolo gli fece attorcigliare le budella e provò il desiderio di uccidere qualcosa. Le condizioni in cui le avevano tenute erano deplorevoli. Non aveva notato talmente tante cose. Aveva visto i cadaveri, ma non si era reso conto del volume della pila dei corpi morti. Era sconvolto dal fatto che Shae avesse vissuto per mesi con quella massa in decomposizione a qualche metro.
Doveva trattarsi di un particolare tipo di tortura quello di giacere nei propri escrementi guardando negli occhi un essere umano morto, lo stesso che si aveva prosciugato e ucciso. Senza contare il fatto che le ragazze dovevano espletare i propri bisogni in un secchio e non potevano nemmeno pulirsi. Strinse i denti; era la ciliegina sulla torta. Shae era stata brutalizzata al di là di ogni comprensione.
Pregava la Dea che i codardi gli apparissero di fronte, in modo da potersi vendicare di Shae. Il bisogno fervente lo travolgeva, facendogli dubitare delle proprie reazioni. Per un secondo si chiese se Shae potesse essere la propria Prescelta, ma poi ebbe modo di assimilare la realtà. Non aveva senso, non poteva essere la sua Prescelta. Avevano solamente una Prescelta nella vita, e quando gli era stata rivelata la propria l’aveva persa solo qualche giorno più tardi. Non avrebbe mai più avuto ciò che condividevano Mack e Kyran.
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