Brenda Trim

Il Guerriero Sfregiato


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imprigionato all'inferno. I suoi tirapiedi fanno il possibile, ma non ne sono capaci” rispose Breslin. Gerrick sapeva che tutto ciò che diceva Breslin era vero, e provò sollievo nell’apprendere che l’anima di Shae fosse al sicuro.

      “Buono a sapersi. Zander sta già soffrendo abbastanza per la morte di quella donna. È sufficiente che si senta responsabile in quanto ha dato l’ordine di testare e sviluppare l'antidoto”. Elsie sì massaggiò il ventre e fece una smorfia disgustata quando osservò il verde che fuoriusciva dalle branchie del pesce che stava cucinando.

      “Tutto bene, piccolina?” Le chiese Rhys.

      “Sono solo un po’ fuori gioco. Me la caverò”.

      “Ah, mi spiace doverti dare questa notizia El, ma sei un vampiro e non dovresti stare male” Rhys proseguì dicendo un’ovvietà.

      “Hai ragione, ma non sono esattamente un vampiro tipico” ribatté Elsie inarcando un sopracciglio nello stesso modo in cui lo faceva Zander.

      “Elsie ha ragione. Lei è tutto al di fuori che tipica. E poi è un vampiro immortale. Forse lei non sta morendo, ma io si” si lamentò Nate quando raggiunse il gruppo nella stanza. Che cosa devo fare per questa dannata festa? E perché non può occuparsi di tutto Angus prima di andarsene?”

      “Te ne andresti anche tu se fossi stato mille anni senza la tua Prescelta e avessi appena scoperto che è viva. Smetti di lamentarti, è una festa, non un esercito che devi affrontare da solo” ribatté Gerrick, il quale era felice di sapere che Angus se ne sarebbe andato. Lo rispettava anche perché comprendeva quanto gli fosse costato mantenere la propria promessa di vedere le prigioniere portate in salvo. Gerrick si era sempre ritenuto un uomo d’onore, ma dubitava di essere in grado di perorare la propria causa per talmente a lungo allo scopo di liberare Evanna.

      “Lo preferirei. Sono un Máahes di Khoth, non un organizzatore di eventi o un baby-sitter” si lamentò.

      Gerrick comprendeva il punto di vista di Nate, ma sapeva anche che era esattamente per quel motivo che Angus gli aveva chiesto di restare. Non avrebbe permesso che la propria famiglia restasse senza un drago, in caso fosse servita della protezione in più. Indubbiamente Angus considerava tutti i presenti come familiari. “Sei un drago muta-forma, e quando troveremo il nuovo nascondiglio di Kadir sarà qualcosa che chi tornerà utile. Quel bastardo pagherà per quello che ha fatto”.

      Jessie fece una smorfia e portò avanti il busto. “Mi piacerebbe vederli arrostiti. Mi sembra che Azazel stia provando a entrare nella mente delle ragazze”.

      Gerrick raddrizzò la schiena. Il pensiero di quel bastardo che cercava di manipolare Shae gli fece stringere i pugni. “In che senso?!” Tuonò.

      “Non nel senso che riesce a influenzarmi o qualcosa del genere, è più tipo una specie di vibrazione nel sangue che mi fa arrabbiare per nessun motivo apparente” spiegò Jessie.

      “Credi di riuscire a individuare la fonte della vibrazione per localizzare i demoni?” Domandò Gerrick; sperava di riuscire a trovare il modo di eliminare i demoni una volta per tutte. Non che ciò avrebbe posto fine alla guerra, ma voleva che quegli Arcidemoni sparissero in fretta.

      Jessie chiuse gli occhi e nella stanza scese il silenzio per un paio di secondi, quindi la ragazza li riaprì. “No, è troppo debole. Mi spiace”.

      “Beh, valeva la pena provarci. Dobbiamo comunque tornare a quella che era la loro tana per vedere se gli Skirm hanno lasciato qualche indizio” suggerì Gerrick; doveva fare qualcosa.

      Si alzò in piedi e allontanò Rhys da Elsie quando si rese conto che gli occhi della ragazza si erano fatti vitrei e sedeva perfettamente immobile senza muovere un muscolo. Quando si guardò attorno notò che tutti i presenti erano in attesa di ascoltare ciò che la Regina avrebbe avuto da dire. Gerrick stava iniziando a odiare quel suo dono particolare; ogni volta in cui aveva una premonizione significava che lui sarebbe finito nei guai. “Mack deve venire con te” esordì Elsie uscendo dallo stato di trance.

      “A Kyran non piacerà” commentò Mack. “Mi sai dire qualcosa di più prima che debba affrontare faccia a faccia il mio Prescelto?”

      Elsie incrociò lo sguardo dell’amica. “Tutto ciò che so è che devi esserci anche tu, scusami ma non sono riuscita a vedere altro. Una specie di disturbo elettrostatico ha interferito con la mia visione”.

      “Il tuo dono non avrebbe potuto scegliere un momento meno opportuno per non funzionare bene. Andiamo, Kyran verrà con noi. È quasi buio” mormorò Gerrick interrompendo qualsiasi discussione nascente

      Kyran svoltò nel medesimo parcheggio dove si erano fermati la notte precedente. Gerrick era meravigliato dalla differenza che incontrarono; il sole era da poco tramontato e dovettero fare il giro del parcheggio un paio di volte prima di trovare posto. Gli umani si aggiravano avvolti nei loro giacconi e protetti dai loro ombrelli. Gerrick era stupito dal fatto che fossero ignari di tutto quanto. Era d’accordo sul fatto che il Reame dovesse essere tenuto segreto, ma dubitava che gli umani si sarebbero accorti se Orlando avesse mutato forma in leopardo nel bel mezzo del Pike Place Market. Di sicuro avrebbero parlato dell'animale, ma la trasformazione da uomo a felino sarebbe stata tralasciata semplicemente perché giustificata dalla tecnologia moderna.

      Quando Gerrick uscì dall'auto gli vennero i brividi a causa dell’aria fredda; desiderava che per una volta smettesse di piovere, ma a Seattle era come chiedere che non splendesse più il sole. Quando Mack scese dall’auto raggiunse Kyran dal suo lato del veicolo. “Non mi piace per niente. Quando Elsie ha le visioni prevedono sempre la morte di qualcuno. Non mi interessa quello che ha detto, tu resti nell’auto. Non ho intenzione di perderti” le promise.

      Mack si alzò in punta di piedi e diede un bacio sulle labbra del proprio Prescelto. Kyran si sciolse immediatamente nell’abbraccio, quindi Gerrick distolse lo sguardo dalla dimostrazione d’affetto. Non avrebbe mai immaginato che potesse esistere la Prescelta per Kyran, né tanto meno avrebbe potuto prevedere l’effetto che avrebbe sortito su di lui. “Grazie a te non è più così facile uccidermi, succhia-sangue. Vedo che hai paura, resta dietro di me e ti proteggerò” lo prese in giro Mack.

      “Peccato perché questo non è il momento giusto né il luogo per i preliminari, Prescelta. Più tardi ho intenzione di dimostrarti che cosa penso di ciò che hai appena detto” commentò Kyran. Gerrick credeva che a Kyran sarebbe spettata una Prescelta più sottomessa. Il Guerriero trovava ironica la scelta della Dea, ma di sicuro Mack lo faceva sorridere tantissimo.

      “Parole, solo parole. Andiamo al chiuso, si fotta questa pioggia, mi sta facendo appiattire i capelli” disse lei coprendosi i capelli neri appuntiti.

      “Niente riuscirebbe a far appiattire quei capelli, stanno su con il ferro” la prese in giro Gerrick nel dirigersi verso l’ingresso dei sotterranei.

      Mack gli fece il dito medio nell’avanzare tra le pozzanghere prima di scendere gli scalini vecchi e rovinati. Lo pervase il tanfo di morte nell’istante in cui aprì la porta. La prima volta in cui si erano recati in quel luogo era stata predominante la puzza di muffa e polvere, ma in quel momento l’odore di zolfo e di morte erano soffocanti. Qualche secondo più tardi si chiuse la porta e l’oscurità li circondò immediatamente. Diedero modo ai loro occhi di adattarsi al buio prima di avanzare. Gerrick era scioccato dalla differenza che trovarono nei sotterranei. Dove c’era stato del legname marcio e dei detriti si trovava del sangue nero e i segni della carneficina. Era all’oscuro del fatto che il combattimento si fosse esteso fino a quella sezione del tunnel.

      A Gerrick vennero i brividi alla vista della carcassa del demone di pus in uno dei vecchi edifici. Cazzo, questa puzza è non ti fa respirare, pensò. “Dovremo pulire questa merda prima che la vedano le autorità umane”.

      “Magari sparissero tutti come gli Skirm” dichiarò Mack tappandosi il naso con le dita.

      “Magari, peperino” commentò Kyran dandole una pacca sul sedere.

      Mack