Andrzej Stanislaw Budzinski

Vita Sana 3. Per Avere La Voglia Di Volere.


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un topo. Pensavo che era tutto finito, ma mi sbagliavo. Il gatto non aveva nessuna voglia di uccidere la sua preda e si comportava in modo un po' strano. Sembrava che giocasse con il topo. Lo lasciava andare, dopo lo schiacciava con la zampa, dopo di nuovo lo lasciava andare via. Lo prendeva in bocca, lo gettava, lo lasciava andare. Alla fine il topo era sfinito e non aveva forza di muoversi. Il gatto era insoddisfatto. Voleva giocare. Alla fine deluso lasciò il topo e se ne andò. Il topo era morto di sfinimento fisico.

       Pensavo che i gatti andassero a caccia quando sono affamati. Invece no. Contrariamente a quello che si pensa, infatti, il gatto non uccide i topi solo quando è affamato. Per lui la caccia è prima di tutto un divertimento, una necessità “psicologica”. E’ un predatore, e come tale prova un immenso piacere nell’inseguire, nel catturare e nel trionfare sulla preda. Il suo comportamento era sadico. Torturava la preda.

      L'altro esempio:

       Un mio caro amico un giorno ha trovato nel bosco un cane. Era ferito e senza forza. Lo abbiamo portato a casa e lo abbiamo curato. Quando si è ripreso, è diventato molto aggressivo e selvaggio. Non potevamo avvicinarci a lui. Parlando con un veterinario, chiedevamo consiglio: “Come possiamo addomesticare questo cane?”. Il suo consiglio sembrava un po' strano: non dovevamo dare al cane da mangiare per una settimana. Abbiamo fatto secondo il consiglio del veterinario ed è successa una cosa incredibile. Il cane affamato, ricevendo il cibo, ci ha visti come i suoi salvatori ed è diventato buono e mite. Ecco il metodo per i cani aggressivi e selvaggi!

      Ecco due esempi che perfettamente rispecchiano il comportamento del mondo, in che modo agisce per controllarci e dominarci.

      Per spiegare meglio il suo metodo, mi sarà d'aiuto la situazione in Polonia negli anni ‘80 quando sulla scena è comparsa “SOLIDARNOSC” con Lech Walesa. Questa “rivoluzione” senza sangue ha segnato l'inizio della caduta del Comunismo in Europa dell’Est. Lo Stato, per fermarla, ha proclamato la legge marziale per tre anni, dal 1981 al 1983.

      Il metodo che ha usato il governo per calmare il popolo polacco?

      Molto semplice!

       Terrore

      Ogni città e villaggio si sono riempiti delle pattuglie dei militari e dei poliziotti. Controllavano tutti e tutto. Arrestavano i sospetti. Dalle 22.00 della sera alle 6.00 di mattina non si poteva uscire da casa. Non funzionava né Tv né Radio. Sembrava di essere tagliati dal mondo.

       Il cane affamato

      Prima della proclamazione della legge marziale, fino al 13 dicembre 1981 si poteva comprare tutto. I negozi erano pieni di articoli. Il giorno dopo la proclamazione della legge, cioè dal 14 dicembre i negozi erano completamente vuoti, privi di generi alimentari. Non c’era niente. Tutto vuoto. Un’immagine di tristezza e di disperazione. Gli scaffali erano pieni di aceto e fiammiferi.

      IL PRIMO PASSO DEL GOVERNO ERA:

      AFFAMARE LA GENTE!

      UMILIARE!

      SOTTOMETTERE.

      DIMOSTRARE CHI HA POTERE.

      E alla fine:

       Sfamare il cane

      Questo “addestramento” aveva un scopo preciso:

       SFAMARE PER ADDOMESTICARE

       E PER SOTTOMETTERE!

      Ogni tanto, senza un orario preciso, portavano qualcosa nei negozi, cibo di bassa qualità e quantità. Provate a immaginare le reazioni della gente. Si formavano file di 500 metri. Ogni persona ha ricevuto i cosiddetti buoni pasto, cioè le quantità di cibo o di altri articoli che si potevano comprare ogni mese.

      Vi ricordate?

      Se vuoi addomesticare un cane feroce, non dargli da mangiare per una settimana; dopo, quando gli porti il cibo, diventa il tuo miglior amico.

       Un metodo disumano ma efficace!

       Vi posso garantire, perché l'ho sperimentato personalmente.

       Ho visto le persone che sembravano grandissimi nemici del comunismo, ma dopo questo addestramento muovevano la coda meglio degli altri e sembravano addomesticati perfettamente.

       In Polonia si dice:

      “ mangiavano dalla mano del padrone”.

       SE VUOI MANGIARE, DEVI OBBEDIRE!

      

       4°. Viziare e togliere...

      Ecco un altro efficace metodo dei potenti del mondo, che sembra funzioni bene in Europa Occidentale, anche in Italia.

       Dare tutto per viziare

      e dopo

       togliere per disperare.

      La prosperità in sé è una cosa positiva. Direi che è un diritto dell'uomo vivere nella sicurezza materiale, senza la preoccupazione di sopravvivere. Però può creare anche una debolezza e dipendenza, un'abitudine di avere tutto, la cosiddetta “dolce vita”.

      Avere tutto senza difficoltà.

      Ogni nostro desiderio è esaurito.

      Non sappiamo cosa significa non avere.

      Non sappiamo cosa significa NO!

      Io chiamerei la situazione così:

       LA DROGA DELLA PROSPERITÀ!

       E adesso?

       Questa crisi ci ha tolto la possibilità di “drogarci”.

       Ci ha tolto “la droga” della prosperità!

       Abbiamo delle abitudini, però non possiamo vivere come prima!

       Non possiamo comprare quello che vogliamo.

       Soffriamo e stiamo male!

       Abbiamo bisogno della “droga”, ma purtroppo non possiamo permetterci di comprarla.

      Vediamo intorno tante persone depresse e disperate, impaurite e piene d'ansia di sopravvivenza.

      Delle persone dell'Est si dice:

       SI PIEGANO MA NON SI SPEZZANO!

      Delle persone dell'Ovest si dice (l’ho inventato io):

       SI SPEZZANO SENZA PIEGARLE!

      Dobbiamo essere consapevoli che non possiamo cambiare “il mondo”, ma sicuramente possiamo cambiare noi stessi ed attraverso il nostro esempio possiamo aiutare gli altri nel cambiamento. Credetemi, è una lotta continua che dura dal momento del peccato originale e durerà fino alla fine del mondo.

      QUANDO HO COMINCIATO LAVORARE COME INSEGNANTE, VOLEVO CAMBIARE “IL MONDO”!

      QUANDO HO ACQUISITO UN PO' DI ESPERIENZA, DESIDERAVO CAMBIARE ALMENO UNA PERSONA.

      ADESSO INVECE VORREI RIUSCIRE ALMENO A CAMBIARE ME STESSO.

      

       5°. La confusione