Amy Blankenship

Mai Sfidare Il Cuore


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«È stato con te tutta la notte? Noi abbiamo visto Toya con le mani sporche di sangue.» balbettò, poi si fermò, con la rabbia che aumentava nei confronti di Kyoko per aver nascosto la cosa.

      Kyoko si alzò in piedi, «Dov’è Toya? Se lo prendo, giuro che…», ma Suki la interruppe: «È stato con te per tutto questo tempo? Shinbe è stato con te nel tuo mondo?», il suo tono era accusatorio e Kyoko rimase sorpresa. «Hai aspettato così tanto per venire a dircelo, non hai pensato che fossimo preoccupati per lui?».

      Kyoko scosse la testa, «Mi dispiace, non volevo lasciarlo da solo finché non avessi capito che stava…», poi vide Suki diventare rossa in viso e indietreggiò.

      «Lo abbiamo cercato per tutta la mattina, con la paura che fosse morto e che giacesse ferito da qualche parte! E adesso tu torni tutta felice, dicendo che era con te!» la interruppe Suki, con l’indice puntato verso di lei, poi continuò: «Saresti dovuta venire prima, avresti dovuto…», lasciò la frase a metà quando fu colta da un singhiozzo di sollievo.

      Kyoko le mise un braccio attorno alle spalle, continuando a scusarsi: «Mi dispiace, non ci ho pensato. Aveva delle brutte ferite, avevo paura di lasciarlo da solo prima che si svegliasse. Avevo così tanta paura di perderlo.».

      Suki si scostò di scatto, la sua rabbia si riaccese per quelle parole. «Tu… avevi paura di perderlo?» le chiese, ricacciando indietro le lacrime. «Per che cosa stavano combattendo, Kyoko? Stavano combattendo per te?».

      Kyoko rimase sorpresa da quella domanda, non sapeva cosa rispondere. Non poteva dirle che aveva baciato Shinbe e che Toya li aveva visti. Suki era sua amica ed era segretamente innamorata di Shinbe. Il senso di colpa la assalì… stava tradendo la sua amicizia? Abbassò lo sguardo, fissando il pavimento di legno.

      Non era innamorata di Shinbe, ma… “Cavolo, ma a che sto pensando?”. Strinse i pugni, arrabbiata con se stessa per aver pensato a lui in quel modo… quando la persona che lo amava davvero era proprio lì, in piedi di fronte a lei. Doveva capire cosa provava Suki. «Sei innamorata di Shinbe?» le chiese in fretta, ma non era sua intenzione evitare la domanda.

      Suki si voltò di spalle, arrossendo per quella domanda. Era innamorata? Ci pensò su… sì, provava qualcosa per lui ma addirittura innamorata? Scosse la testa, non avrebbe mai amato nessuno… soprattutto non Shinbe. Era fuori questione. Forse avrebbe potuto amarlo se fossero riusciti ad uccidere Hyakuhei e ad annullare la sua maledizione ma… no, non poteva innamorarsi di lui. Non avrebbe potuto sopportare un altro dolore.

      Confusa dai suoi stessi sentimenti, si voltò verso Kyoko, «Stai evitando la mia domanda! Ti ho chiesto se stavano litigando per te!». Adesso era lei che stava evitando la domanda, ma non voleva rispondere né pensarci.

      Kyoko sospirò, scrollando le spalle, e rispose: «Non lo so. Toya non vi ha detto che cos’è successo?». Guardò verso la porta, chiedendosi perché lui non fosse lì. «E dov’è adesso? Sta bene?» Kyoko rabbrividì, rendendosi conto che l’assenza di Toya era ciò che aveva impedito loro di sapere che cos’era successo.

      Suki sbottò: «Che cosa?! Toya è sparito dopo che l’abbiamo trovato. I suoi artigli erano sporchi di sangue, Kyoko! Lui era…» Suki fu interrotta da Sennin che entrava nella capanna.

      «Vuoi smetterla di gridare?» le disse sedendosi a terra, poi prese un bastone e alimentò il fuoco. «Kyoko, siediti e dicci tutto quello che sai.».

      Kyoko guardò Suki, le dispiaceva che la sua amica fosse arrabbiata con lei. Perché, all’improvviso, litigavano tutti? Erano sempre stati uniti e si difendevano a vicenda… qualcosa non andava. Si sedette e iniziò a raccontare tutto, dalla sorgente all’arrivo di Shinbe nel suo mondo.

      Ovviamente non disse nulla del bacio, s’inventò che Toya si era arrabbiato perché lei era senza vestiti.

      «E questo è tutto. Alla fine si è svegliato e io sono venuta qui. Era messo proprio male.» scosse la testa, guardandosi le mani, poi continuò: «Il nonno dice che ci vorranno almeno un paio di giorni prima che possa alzarsi e ricominciare a muoversi.».

      Suki alzò la testa di scatto, «Che cosa?! Lui non può rimanere nel tuo monto, nel tuo tempo!». Poi abbassò subito lo sguardo, sentendosi di nuovo strana… da dove spuntava quell’improvvisa gelosia?

      Sennin le mise una mano sul braccio, «Calmati, non vorrai che torni indietro mentre è ancora ferito?».

      Suki sospirò, «Ma è troppo tempo. Possiamo prenderci cura di lui anche qui.». Non le piaceva il fatto che il gruppo fosse diviso.

      Sennin ridacchiò, «Ma per tornare qui dovrebbe attraversare il Cuore del Tempo. Lo stress nel fare qualcosa che non gli è permesso potrebbe essere troppo per le sue ferite.».

      Kyoko si alzò in piedi e disse: «Non vorrei andarmene ma ero tornata solo per farvi sapere che sta bene. Sarà meglio che torni di là, prima che Tama e il nonno lo facciano impazzire.». Prese lo zaino e sorrise nervosamente a Kamui che entrò nella capanna.

      Lui non resistette e la abbracciò forte, si sentiva meglio adesso che sapeva che Toya non aveva fatto del male a Shinbe. Non vedendo tornare neanche lei, aveva pensato al peggio.

      «Ci penso io, qui. Tu bada a Shinbe e riportalo da noi.» le disse sorridendo, per farle capire che non era arrabbiato come Suki.

      Kyoko ricambiò il sorriso e gli porse una scatola di cioccolatini, «Cerca di non mangiarli tutti, non vorrei che ti venisse mal di pancia.». Gli passò una mano tra i capelli e lo abbracciò, era contenta che almeno uno di loro non ce l’avesse con lei… Kamui era sempre stato il più sensibile.

      Poi, senza farsi sentire da Suki, gli sussurrò all’orecchio: «Se Toya torna, digli che devo vederlo.» e lui annuì con la testa.

      Suki, che era seduta di spalle, le disse: «Di’ a Shinbe di guarire in fretta.», poi tirò su col naso e Kyoko si sentì in colpa. Scostandosi da Kamui, poggiò a terra tutte le cose che aveva portato per gli altri, non volendo disturbare di nuovo Suki in quel momento. Sapeva che avrebbe preso la sua parte più tardi. Salutò tutti e tornò verso il tempio da sola, chiedendosi dove fosse Toya.

*****

      Dall’altro lato del portale, Shinbe era steso sul letto con gli occhi chiusi, e cercava di coprire con i propri pensieri le chiacchiere del nonno di Kyoko. “Ma quando torna a salvarmi?” pensò sorridendo. Già, lei era l’unica che avrebbe potuto salvarlo, in quel momento.

      Nonostante le sue ferite, non riusciva a smettere di pensare a Kyoko… quella doveva essere la punizione degli dei per i peccati commessi. Era consapevole che, se Toya avesse saputo tutta la verità, a quell’ora non starebbe respirando ancora.

      Tutti pensavano che gli piacesse Suki perché era quello che lui voleva fargli credere. Suki non voleva saperne dell’amore e questo faceva di lei la persona ideale… giocava un ruolo importante nella sua farsa, senza neanche saperlo. Shinbe si riaddormentò rivedendo l’immagine di Kyoko tra le sue braccia.

*****

      Kyoko camminava lentamente verso il tempio della vergine con sentimenti contrastanti. Perché Toya era scappato? Adesso lei si sentiva egoista per aver fatto preoccupare gli altri per così tanto tempo. Era convinta che lui avesse raccontato loro cos’era successo. L’intera faccenda stava iniziando a sfuggire di mano. Dovevano ancora trovare il frammento disperso e Hyakuhei era lì da qualche parte, probabilmente a pianificare la morte per ognuno di loro. Al momento, il gruppo sembrava essersi diviso.

      Toya osservava Kyoko mentre tornava al santuario. L’aveva sentita arrivare ed era andato a cercarla, per poi accorgersi che Shinbe non era con lei. E così il guardiano ametista era ancora nel suo mondo… e Kyoko stava tornando da lui.

      Da quando era tornato, Toya era rimasto in una grotta non molto lontana. Non provava rimorso per il litigio con Shinbe, ma non aveva intenzione di ferirlo in quel modo… Kyoko gli avrebbe creduto? I suoi occhi dorati la scrutavano dall’alto degli alberi scuri. Sapeva che avrebbe dovuto parlarle prima che tornasse da Shinbe.

      Kyoko alzò lo sguardo e si accorse di essere era già arrivata al giardino, era così persa nei suoi pensieri che non ci aveva fatto caso. Sospirò, poi alzò il mento per darsi coraggio e decise che