Bella Settarra

Insieme Per Trinity


Скачать книгу

a uno dei cavalli e si voltò per fissare incredulo il suo amico. “Vuoi smettere di lavorare e fare tutta quella strada solo per mangiare?” domandò con un ghigno.

      Jarrod sorrise. “Oppure possiamo andare alla tavola calda. È una bella giornata. Ho pensato che potessimo cambiare un po' aria. Non ho molto da fare per le prossime due ore e so che anche tu puoi permetterti una pausa. Che ne dici?”

      “Dico che non stai prendendo in giro nessuno,” mormorò Cordell, dando una pacca affettuosa sul fianco del cavallo e uscendo dalla porta laterale. “Speri di vedere Trinity Ellis laggiù, ecco cosa.”

      Jarrod ridacchiò. “Io? Come puoi pensare una cosa del genere?” Gli lanciò uno sguardo fintamente shoccato e scoppiò a ridere. “Okay, forse c'è una piccola possibilità che Sylvia decida di fare un salto nel suo bar preferito con la sua bellissima nipote. Credi che saremo così fortunati da incontrarle?”

      Cordell alzò gli occhi al cielo, poi chiamò uno dei manovali.

      “Sam, puoi dare una bella spazzolata a Caspar? E controlla che abbia abbastanza acqua. Ha fatto una bella corsa e fa caldo in montagna.” Indicò le colline dalle quali era appena tornato. Sam annuì e si mise subito al lavoro.

      “Ora possiamo andare, Capitan Ovvio. Andiamo a vedere chi c'è ad Almondine, va bene?” Si diresse verso uno dei pick-up ed entrambi saltarono sui sedili.

      “Non ti sei dimenticato che quella ragazza è off limits, vero?” Cordell gli lanciò un'occhiata mentre guidava.

      “No, certo che no,” rispose Jarrod con fermezza. “Ma questo non significa che dobbiamo ignorarla del tutto.”

      Cordell sospirò. “Ne ha passate così tante. Non è trascorso molto tempo da quando ha perso sua madre. E ora ha perso sia il suo ragazzo che la sua casa… non riesco a immaginare come si debba sentire.”

      “Ho un'idea di come si sente,” rispose Jarrod con calma.

      Cordell colpì il volante, arrabbiato con se stesso. “Amico, mi dispiace così tanto. Non volevo dire…”

      “Ehi, va tutto bene,” lo rassicurò Jarrod, alzando una mano per fermare le sue scuse. “Sto solo dicendo che so cosa vuol dire perdere qualcuno. Tutti che si muovono in punta di piedi intorno a te, che hanno paura di dire la cosa sbagliata. Il problema è che finiscono per non dire nulla. Ti evitano. Allora senti che è tutta colpa tua per averli fatti sentire a disagio. Non c'è una via d'uscita.”

      “Mi dispiace,” ripeté Cordell, scuotendo lentamente la testa. “Non ho pensato prima di parlare.”

      “Ecco. È proprio questo il punto. Non voglio che tu debba fermarti a pensare ogni volta che apri bocca. Cristo, se passassi tutto il tempo a chiederti se quello che stai per dire potrebbe offendermi, smetteresti del tutto di parlare. Mamma e papà sono morti. È brutto e lo odio, ma è successo. Devo affrontarlo e andare avanti con la mia vita. Non posso continuare a guardare avanti se tutti intorno a me guardano indietro, no?” Jarrod sorrise.

      “Sei davvero una brava persona, sai?” Cordell non poteva fare a meno di ammirarlo.

      Jarrod era stato così male, quando i suoi genitori erano morti in un incidente d'auto, che Cordell aveva seriamente pensato che non lo avrebbe mai più visto sorridere. Sapeva che Jarrod si incolpava di non essere stato lì. In qualche modo, era arrivato a credere che fosse colpa sua perché non era andato a trovarli abbastanza spesso. Il senso di colpa gli era pesato talmente tanto sulle spalle che era come sprofondato in una spirale di disperazione.

      “Ecco perché siamo ottimi amici,” rispose Jarrod, facendogli l'occhiolino.

      Cordell ridacchiò. Era così bello che Jarrod fosse tornato al suo vecchio io sfacciato e frivolo. Si erano conosciuti al liceo, quando avevano legato per una reciproca antipatia per il loro insegnante di matematica, e da allora erano diventati migliori amici. Jarrod aveva sempre avuto un atteggiamento rilassato, ed era stato terribile vederlo sprofondare nella tristezza, ma era sicuramente migliorato una volta che si erano trasferiti a Cavern County. Non c'erano ricordi lì, né persone che continuassero a ripetere a Jarrod quanto fossero dispiaciuti. Niente che gli ricordasse quello che era successo. Era passato un anno da quando si erano trasferiti in quella cittadina ed entrambi sapevano che era la cosa migliore che avessero mai fatto.

      “Ti piace davvero, dico bene?” chiese Cordell, fermando l'auto fuori dalla tavola calda.

      “Vuoi dirmi che a te non piace?” Jarrod sembrava incredulo, probabilmente a causa della conversazione che avevano avuto la notte precedente, subito dopo averla salutata. Jarrod aveva sempre desiderato fare una cosa a tre con una ragazza, ma Cordell era stato un po' titubante. Si sentivano più fratelli che migliori amici. Ma poi avevano incontrato Trinity Ellis, che aveva avuto un effetto sconvolgente su entrambi, e Cordell aveva ammesso di aver cambiato idea.

      “Non fare il saputello.”

      “Ti sento.” Jarrod rise mentre scendevano dal pick-up e si dirigevano all'interno.

      Riuscirono a trovare un tavolo vicino alla finestra.

      “Non c'è,” mormorò Cordell, guardandosi intorno furtivamente. “Anche se non riesco a vedere nulla attraverso quella specie di muraglia umana.” Fece un cenno verso la cassiera, che si stava occupando della folla di persone in attesa di pagare. “E sono sicuro che non sono neppure alla tavola calda, visto che ho controllato bene quando siamo passati lì davanti.”

      “Probabilmente stanno ancora facendo shopping,” disse Jarrod con un sorriso. “Sai come sono le donne, quando iniziano chi le ferma più?”

      “Non farti sentire da loro,” Cordell ridacchiò.

      “Sentire cosa?” Rhona, la cameriera, apparve improvvisamente in piedi accanto al loro tavolo, con un taccuino in mano e un grande sorriso sul viso.

      “Oh, niente,” rispose Cordell. “Io prendo un hamburger con una porzione di patatine fritte, per favore, e una birra alla spina.”

      “Lo stesso per me.” Jarrod sorrise.

      “Arrivano subito.”

      Cordell si sporse in avanti quando furono di nuovo soli. “Frank è molto preoccupato per sua nipote,” mormorò. “Ha detto che non gli sembra più la stessa.”

      “Cosa si aspettava?” Jarrod si accigliò. “Ha appena perso tutto quello che aveva, a giudicare da ciò che ha detto. Sarebbe difficile che fosse tutta sorrisi e arcobaleni, non credi?”

      “Abbassa la tua dannata voce,” sibilò Cordell, notando che alcune persone si voltavano verso di loro. “Non è come sembra.”

      Jarrod sbuffò. “E com'è, allora?”

      “Frank ha detto che Trinity è…” Il suo sguardo vagò verso il bancone mentre parlava. “Trinity è qui,” disse rapidamente.

      “Che diavolo dovrebbe significare… Oh.” Jarrod seguì la direzione del suo sguardo.

      Cordell notò le due donne che sorseggiavano il caffè comodamente sedute a un tavolino dall'altra parte della stanza. Ora che la folla si era un po' diradata era facile vederle.

      “Vado a chiamarle,” disse Jarrod, alzandosi.

      “No.” Cordell lo fermò.

      Jarrod si accigliò. “C'è qualcosa che non va, amico?”

      “Non ne sono sicuro.” Cordell si leccò pensieroso il labbro inferiore, mentre Jarrod si sedeva di nuovo. “Non credo che Trinity voglia vederci, in questo momento,” sussurrò.

      La ragazza tremava mentre si asciugava il viso con il fazzoletto.

      “È sconvolta,” commentò Jarrod.

      Dopo un paio di minuti Rhona portò le loro ordinazioni e i due si tuffarono sul cibo, anche se l'umore allegro di poco prima era ormai sparito.

      “Sembra proprio che abbiano fatto un po' di shopping,” osservò Jarrod.