Famiglia poverissima, costituita da padre, madre e due sorelle più grandi.
Il piccolo Charlie non frequentava molto la scuola ma aiutava nei campi. Tra castighi e scorrerie, data la natura ribelle del piccolo futuro ”genio“, la sua infanzia scorre tranquilla fino all’età di 9 anni, epoca in cui per mancanza di lavoro la famigliola si trasferisce nella piantagione di cotone di Dockery, venti miglia più a sud. E qui inizia il capitolo maggiormente misterioso e romanzato della sua vita, su cui tanti hanno scritto e discusso. Un capitolo strano, oscuro, degno delle migliori tradizioni Blues.
Ecco il certificato di nascita di Charlie Patton
Se Robert Johnson ebbe il suo mentore qualche anno dopo, e si dice che fosse il DIAVOLO, per Charlie Patton le cose cambiano solo in apparenza. Sicuramente il fatto che per entrambe le due mitiche figure l’incontro con il Blues e il momento in cui prendono in mano la chitarra si accompagnino alla frequentazione di personaggi equivoci con alle spalle un mix di musica, sangue e magia nera, alimenta la leggenda. Nel caso di Charlie la firma oscura del suo genio fu un Bluesman primigenio di nome Henry Sloan. Le cronache non ci dicono molto di lui. Ma la mia proverbiale cocciutaggine mi ha sguinzagliata alla ricerca di dati esaurienti che potessero in parte chiarire quale influenza e quale eventuale condizionamento avessero esercitato una così mirabile opera sul giovane rampollo Patton.
Il delta del Mississippi così come appariva nel 1900
Ho trovato quindi una piccola storia del personaggio ”Ombra” di Charlie, devo dire mooolto interessante! Costui, tale Henry Sloan, era figlio di Sam e Laura, due ex schiavi senza professione che si erano trasferiti dalla South Carolina nella Contea dii Hinds. (a soli 3 km dalla famiglia Patton!)) già agli inizi del 1870. Nel censimento della zona del 1880 si parla di un bambino, figlio della coppia, di nome James, nato nel 1871. Ricontrollando poi i dati dell’ ulteriore censimento del 1900 abbiamo conferma che James ed Henry siano la stessa persona. Molto probabilmente, come si usava a quell’ epoca, Henry portava il nome di un fratello deceduto neonato e poi mescolato negli annali dell’epoca. Fatto sta che nel censimento che ci interessa detto Henry risultava vivere ancora coi genitori, tre dei suoi figli e la seconda moglie, essendo poi divenuto vedovo nel 1898. Di professione Agricoltore è interessante notare che si sottolinea che Henry Sloan sapeva ”leggere, scrivere e leggeva molti libri”. Particolari interessanti, visto che Henry era un Afro-Americano povero e che, come tutti i suoi coetanei, probabilmente aveva potuto frequentare solo la prima elementare! Non esistono foto a riguardo, ma anche qui abbiamo delle dichiarazioni di due futuri ”discepoli” di Charlie Patton, SON HOUSE e TOMMY JOHNSON, che riferiscono chiaramente di una mania ossessiva di Charlie nei confronti del suo alter ego Henry, definito ”alto, grosso, dal naso camuso e gli occhi penetranti e spaventosi. che contrastavano nettamente con la sua età matura”. In base alle ricerche del famoso storico DAVID EVANS, Henry Sloan poteva essere addirittura la misteriosa figura di Bluesman che W.C. Handy incontrò sul treno a Tutwiler e che lo iniziò psicologicamente al Blues! All’epoca Handy nella sua autobiografia ce lo descrive come ”alto, magro e nero, che pizzicava accanto a me una chitarra mentre dormivo. I suoi vestiti erano stracci, i suoi piedi spuntavano fuori dalle scarpe. Sul volto c’era dipinta la tristezza dei secoli. Mentre suonava ha tirato fuori un coltello e lo ha premuto sulle corde della chitarra, tirandone via un suono mai sentito che era come un lamento dell’anima. Per tre volte fece questo strano gesto, che a pensarci poteva essere una rozza croce sulla chitarra." Stiamo comunque parlando del 1903 ed è probabile che la famiglia Sloan, insieme a molte altre della Contea di Hinds, si sia trasferita da poco nella piantagione Dockery. C’è da chiedersi allora COME MAI l’incontro fatidico tra Henry e Charlie sia avvenuto solo in loco e non già nella contea di Hinds! Ancora secondo SON HOUSE ”costui da anni lo teneva d’ occhio e attendeva con ansia che crescesse”.
La piantagione Dockery, una fattoria molto ben attrezzata, come appariva agli inizi del 1900
Comunque siano andate le cose, quando inizia la chiara frequentazione tra i due Charlie ha ormai 10 anni e il Delta Blues, di cui si è detto sia stato ”il Padre” era già ampiamente diffuso su tutto il Mississippi e conosciuto come musica oscura, maligna e che portava alla perdizione dell’anima. Abbiamo già parlato dei rapporti tra il Blues e la Magia nera. I legami tra il Voodoo e gli ex schiavi, che proprio sulle rive del Mississippi hanno subìto le peggiori sevizie, sono fortissimi e volutamente celebrati attraverso questa strana musica che libera l’anima. Sporca e fangosa come il fiume sulle cui sponde nasce, la musica Blues primigenio utilizzava dei rozzi ausili ”correttivi” affinché le note NON fossero limpide e pure, in quanto l’ anima ferita non può alzarsi PULITA verso il cielo. Operando quindi un trasfert tra strumento musicale e Bluesman la musica veniva ”sporcata” ad arte bendando le mani del musicista o utilizzando un coltello a lama piatta che, tirando le corde, originava una melodia poi divenuta famosa grazie ai musicisti Hawaiani, ma che sul Mississippi aveva una valenza del tutto simbolica e magica. Il famoso coltello di cui parliamo, infatti, dopo essere stato utilizzato per riti magici come l’ uccisione della gallina nera e la celebrazione del demoniaco spirito Papa Legba, ”impregnato” del sangue della vittima sacrificale veniva poi passato sulle corde della chitarra affinché l’energia vitale si trasferisse al musicista. Divenuto quindi sciamano, il Bluesman partiva col suo canto ossessivo e improvvisato, seguito a ruota da altri musicisti che ne accompagnavano il ritmo con la mani, la chitarra o il suono della voce. Questo esperimento empatico poteva durare delle ore e costituiva per i neri che lo eseguivano ulteriore causa di alienazione e di abbandono da parte dell’ intera comunità, per la quale questi rituali erano espressione di possessione diabolica. E’ chiaro quindi come agli inizi del 1900 il Blues fosse considerato una musica maledetta, che solo adepti o iniziati potessero conoscerla. Lasciato solo con se stesso, ostracizzato, visto come schiavo di Satana il Bluesman entrava gradualmente nella convinzione di essere un dannato e volutamente si perdeva nell’ alcool, nel sesso sfrenato, nella violenza e nel sangue, cosa del resto molto facile per un Afro-Americano dell’epoca. Entrava insomma in un circolo vizioso da cui era impossibile uscire e che si concludeva quasi inevitabilmente con la morte prematura per sifilide, cirrosi epatica o duelli all' ultimo sangue. Molti di questi poveracci semplicemente ”sparivano”, probabilmente fatti fuori da loro connazionali animati da fervore religioso (la nascente Chiesa Afro-Americana ne fece di assassinii!) o da amanti gelosi oppure dalla stessa Polizia del luogo. Tuttavia le prime ”sette” che praticavano il Blues primigenio erano fortemente motivate a portare la loro musica fuori dai confini del Mississippi, e possibilmente fuori dall’ America: lo scopo era di emancipare e riabilitare la black people, rivendicando quei concetti di uguaglianza e di umanità da sempre negati. Lottando contro l’ ostracismo della loro stessa gente, i Bluesmen si impegnarono costantemente nella trasmissione orale di una cultura che poteva valersi solo dell’insegnamento diretto, del condizionamento personale e della possibilità per il discepolo di entrare in una comunità magica e oscura, in quanto dichiaratamente in lotta col sistema. Quando si parla del diavolo non si sbaglia di tanto. La differenza sta nella sua interpretazione: il vero demonio era la condizione di "non vita” nella quale era relegato l’Afro-Americano, che si sentiva ormai uno zombie. Liberarsi equivaleva ad attingere a quelle energie ataviche rimaste nella terra di origine e che ogni uomo porta dentro di sé. Quelle forze oscure che dalla palude fangosa del Mississippi potessero elevare l’uomo fino alla società vera, quella in cui tutti sono uguali e fratelli fra loro. L’abbinamento tra le figure di Papa Legba e Lucifero ne nasce automatica, ma solo perché entrambi lottano contro un’ Autorità Superiore che li costringe ad una condizione di schiavitù. Il Blues quindi non fu solo una ”musica dei neri d' America” ma una vera e propria rivoluzione culturale che segnò l 'inizio del cammino, sofferto e avvelenato, verso l’integrazione razziale, con le sue vittime e i suoi martiri. Ciò che avvenne a Charlie Patton e poi a Robert Johnson fu appunto questo. Essi furono ”iniziati” da mentori oscuri affinché imprimessero sulla propria pelle il marchio della lotta del nero contro la sopraffazione della società bianca, e lo facessero utilizzando l’arma