Patrizia Barrera

Anima Nera Anima Bianca


Скачать книгу

economico multimiliardario, producendo musicisti passati poi alla storia non solo per il Blues ma anche per il nascente R&B e perfino per il Rock’n Roll: ROOSEVELT SKY, TAMPA RED e SONNY BOY WILLIAMSON furono solo alcune delle numerose stars della valente scuderia, che trasformò una piccola casa discografica in un affare faraonico, lasciando dietro di sé un’ impronta denominata appunto Sound Bluebird .

      Uno dei primi dischi della BLUEBIRD RECORD

       Grande capacità di promozione contraddistingueva invece la CHESS RECORD, gestita dai fratelli Leonard e Phil, che tra il 1950 e il 1969 riuscirono a farsi attribuire il primato di ”più grande etichetta discografica d’America” addirittura dal quotatissimo (e rognosissimo!) critico musicale Cub Koda!

      E che dire dei MITICI artisti della CHESS RECORD? I MITICI artisti della CHESS RECORD

       La più nota, anche se la meno longeva, fu la COBRA RECORD, che operò solo dal 1956 al 1959. Divenne famosa perché riuscì ad accaparrarsi cavalli di razza come il compianto OTIS RUSH, l'indimenticabile MAGIC SAM e il meraviglioso BUDDY GUY. Gestita benissimo da WILLIE DIXON, musicista e arrangiatore di grande calibro lui stesso, l'etichetta si attirò ben presto l'odio e la rivalità delle colleghe più danarose che molto probabilmente operarono un sottile e sotterraneo sabotaggio. Pensate che in origine l' etichetta era….un negozio di dischi che fece il salto di qualità grazie all' abilità del suo proprietario, tale ELI TOSCANO, che di mestiere faceva il tecnico di televisori! Abilissimo venditore, talent scout e imprenditore, Toscano fu coinvolto insieme alla sua etichetta in affari poco chiari e in un inspiegabile tracollo finanziario. Morì in uno strano incidente in barca nel 1960, poco dopo avere dichiarato fallimento, ma molto probabilmente fu ucciso. Si sussurra che fosse riuscito ad impossessarsi di scottanti documenti che rivelavano il coinvolgimento di personaggi politici nel suo crack finanziario.

      Ecco come appariva il marchio della COBRA RECORDS

      Un affondamento pilotato portò sicuramente al collasso la più intelligente etichetta del settore, che ebbe il merito di allargarsi anche al R&B e al Soul, definendoli evoluzioni naturali del Blues delle origini (come in effetti sono). Sto parlando della TWILIGHT RECORD che in soli 5 anni di vita lanciò musiche e interpreti straordinari. Stella del marchio era SYL JOHNSON che dal 1967 al 1969 portò al successo brani come Different Strokes , o Reservation Concrete , che permisero all’ etichetta di avere riscontri eccezionali.

      Peccato per la quotatissima TWILIGHT RECORDS!

      Tra il 1950 e il 1970 il nuovo piano urbano di Chicago fortemente voluto dal miopissimo Sindaco Richard J. Daley, che non comprendeva l’importanza storica e culturale della musica per la città, costrinse i locali storici, punti focali della trasmissione del Blues, a chiudere i battenti. Lentamente ma inesorabilmente lo Chicago Blues e le case discografiche che se occupavano finirono nel dimenticatoio.

      Unica della vecchia squadra che ancora oggi continua il suo lavoro di promoter del Blues è la grandissima ALLIGATOR RECORD, creata da Bruce Iglauer nel 1971. Grazie a lei lo Chicago Blues continua a diffondere la sua magica armonia con interpreti del passato e del futuro, come BUDDY GUY, OTIS RUSH, HOUND DOG TAYLOR e il mitico EDDY "Chief” CLEARWATER.

      L' ALLIGATOR RECORDS, ha già festeggiato 40 anni!

       Un’eco che non riuscirà a spegnersi e che ci accompagnerà ancora a lungo nella moderna frenesia dell’OGGI, strizzando l’occhio alle dolci e malinconiche suggestioni di IERI….

      E terminiamo questo viaggio sulle orme del Blues con uno degli stili forse più puri e articolati, in grado ancora oggi di ”spingere” su suggestioni interessanti, a dispetto dell'opinione di molti critici e storici, che affermano che il tempo del Blues sia ormai finito. Mi riferisco al TEXAS BLUES, un’ondata di ritmo e invenzioni sonore che impegnò non solo il territorio del Texas da cui nacque, ma gran parte degli Stati Uniti ispirandosi alle tradizioni Afro e poi aprendosi a influenze Europee, che ne determinarono, e ne determinano ancora oggi, una eccezionale modernità. Possiamo distinguerne tre periodi, non del tutto collegati tra loro: il primo, quello vergine, inizia intorno al 1890 e si colora delle tradizioni Anglo-rurali, ma anche di quelle Ispaniche, del Cajun e perfino della musica Creola. Il motivo sta ancora nelle possenti migrazioni degli Afro-Americani che, liberi ormai dal giogo della schiavitù, cercavano zone franche in cui lavorare e sopravvivere, insieme a migliaia e migliaia di immigrati Europei che tentavano di sfuggire alla fame e alle guerre dei loro paesi di origine. All’epoca il Texas era una terra ancora da scoprire, con una densità di popolazione tra le più basse dell’America inizi ‘900.

      Sostanzialmente il lavoro veniva dalle ferrovie, ma non dimentichiamo che molti tra i neri immigrati vennero assorbiti dal ”cowboy job”, di cui poco si parla. In definitiva la condizione dell’Afro-Americano non cambiava di molto: diseredati tra i diseredati, gli ex schiavi affidavano la propria anima al triste canto BLUES, che innestava un certo non so che di ”maligno” sulle loro persone. SON JACKSON, un grande bluesman conosciuto per decine di anni solo…dagli addetti del settore, spiega molto bene quello che era l’ atteggiamento della gente comune nei confronti del Blues. “Il Bluesman è un animale ferito che grida le proprie sofferenze senza speranza di essere ascoltato. Ora, se lo facesse in chiesa, tutti lo comprenderebbero poiché sarebbe un’ anima che si affida a Dio. Ma dato che lo fa per le strade o da solo o davanti a un pubblico di poveracci bevitori e donnaioli, allora per la gente è solo uno fuori di sé e dalla Grazia di Dio, e la sua anima sporca lo attira verso Satana.” Quindi, la differenza sta nell’ approccio: in Chiesa sarebbe un peccatore che chiede la Grazia, cosi invece è un peccatore e basta, anche se le cose che dice sono più o meno le stesse. Il primo periodo del Texas Blues è nelle mani di disgraziati ed ex schiavi a cui spesso viene concesso di suonare nelle feste di piazze o in quelle da ballo per i bianchi ricchi, ma è costretto a farlo con i regolamentari violino e chitarra per non turbare ”col proprio peccato” le orecchie degli altri. Conosciamo alcuni dei primi Blues del periodo grazie al collezionista GATES THOMAS , che raccolse alcune delle canzoni dei piantatori di cotone emigrati in Texas. I brani ALABAMA BOUND e C.C RIDER, ad esempio, vennero poi rielaborati dal famosissimo Jelly Roll Morton (che il grande pubblico ha conosciuto grazie al film Il Pianista sull' oceano), ma appartengono al filone della tradizione orale, alla tradizione di una musica non scritta e all'Eco di musicisti neri dei quali si è persa memoria. Una delle più vecchie canzoni nelle quali sono già presenti le famose BLUE NOTE è Baby, Take a look at me! trascritta poi da Thomas e Charles Peabody nel Mississippi qualche anno dopo. E’ interessante notare come il Blues del periodo abbia ancora due facce: quella un po’ schizzata ma allegrotta delle feste e quella devastante e malinconica della solitudine, spesso accompagnata da tecniche di variazione che ne amplificavano l’opera di transfert sul musicista. Già agli inizi del ‘900 in Texas troviamo l’utilizzo della SLIDE GUITAR, in gergo chiamata BOTTLENECK (collo di bottiglia). Si tratta di una tecnica innovativa che alcuni confondono con il BENDING del Delta, ma che in realtà parla una lingua completamente diversa. In pratica, attraverso lo ”scivolamento” del collo della bottiglia (in genere di vetro) sulle corde, il Bluesman riusciva a ricavare un effetto ”lamentoso” (per intenderci un po’ HAWAIANO) che non alterava la trazione sulle corde come succedeva con il Bending, dove il musicista, avvolgendo le dita in pezze di cotone, era costretto a tirarle per ricavarne un suono.

      Tecnica del bottleneck, un collo di bottiglia che si fa scivolare sulle corde.

       L’effetto è completamente diverso: duro e a scatti col Bending, glissato e prolungato con lo Slide. In tal modo il Blues si colora di una magia difficilmente riproponibile