Edward Gibbon

Storia della decadenza e rovina dell'impero romano, volume 6


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Si confronti il poema sul primo Consolato (I. 95-115). coll'altro intitolato Laus Serenae (227, 237) dove disgraziatamente finisce. Noi possiamo scorgervi la profonda inveterata malizia di Ruffino.

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… Quem fratribus ipse

Discendens, clypeumque defensoremque dedisti.

Pure tal deputazione fu privata (IV. Cons. Hon. III. Cons. Honor. 142) cunctos discedere… jubet, e perciò può esser sospetta. Zosimo e Suida applicano a Stilicone e a Ruffino l'istesso ugual titolo di Επιτροποι guardiani o tutori.

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La legge Romana distingue due sorte di minorità, una che spirava all'età di quattordici e l'altra di venticinque anni. La prima era sottoposta al tutore, o guardiano della persona; la seconda al curatore, o custode de' beni (Heinec. Ant. Rom. Ad Jurispr. pertin. lib. I. Tit. XXII XXIII. p. 218, 232). Ma queste idee legali non furono mai esattamente applicate alla costituzione d'una Monarchia elettiva.

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Vedi Claudiano (I, Cons. Stilic. I. 188 242), ma bisogna che accordi più di 15 giorni pel viaggio e ritorno; da Milano a Leida.

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I. Cons. Stil. II. 88. 94. Non solamente le vesti ed i diademi del morto Imperatore, ma eziandio gli elmetti, le guardie delle spade, i bodrieri, le corazze ec. erano arricchite di perle, di smeraldi e di diamanti.

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… Tantoque remoto

Principe, mutatas orbis non sensit habenas.

Quest'alta lode (I. Cons. Stilich. I. 149) si può giustificare da' timori del moribondo Imperatore (De Bell. Gildon. 292-301), e dalla pace e buon ordine, che si goderono dopo la sua morte I. Cons. Stil. I. 150-168.

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La marcia di Stilicone e la morte di Ruffino son descritte da Claudiano (in Ruffin. l. II. 101-453), da Zosimo (l. V. p. 296. 297), da Sozomeno (l. VIII. c. 1), da Socrate (VI. c. 1), da Filostorgio (l. XI. c. 3 col Gotofredo p. 441) e dalla Cronica di Marcellino.

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La sezione di Ruffino, che Claudiano eseguisce con la cruda freschezza d'un anatomico (in Ruffin II. 405, 415) viene anche indicata da Zosimo e da Girolamo, T. I. p. 16.

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Il pagano Zosimo fa menzione del santuario e del pellegrinaggio di esse. Silvania, sorella di Ruffino, che passò la sua vita in Gerusalemme, è celebre nell'istoria Monastica. Primieramente la studiosa vergine avea diligentemente ed anche più volte letti i Commentatori della Bibbia, come Origene, Gregorio, Basilio ec., le opere de' quali ascendevano a cinque milioni di versi. In secondo luogo all'età di sessant'anni potea vantarsi di non essersi mai lavata le mani, la faccia, o alcun'altra parte di tutto il suo corpo, eccettuate le punte delle dita per ricever la Comunione. Vedi Vit. Patr. p. 779. 977.

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Si veda il bell'esordio di quest'invettiva contro Ruffino, che si discute curiosamente dal Bayle Dict. Crit. Ruffin. not. E.

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Vedi Cod. Teod. lib. IX. Tit. 42. Leg. 14. 15. I nuovi Ministri procurarono, con incoerente avarizia, di prender le spoglie del loro predecessore e di provvedere alla futura lor sicurezza.

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Vedi Claudiano (I. Cons. Stilic. l. I. 275. 292. 296, l. II. 83), Zosimo l. V. p. 302.

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Claudiano dirige il Consolato dell'Eunuco Eutropio ad una riflessione nazionale (l. II. 134).

… Plaudentem cerne Senatum

Et Byzantinos Proceres, Grajosque Quirites

O patribus plebes, o digni consule patres.

Egli è curioso d'osservare i primi sintomi della gelosia e dello scisma fra l'antica e la nuova Roma, fra i Greci ed i Latini.

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Può Claudiano aver esagerato i vizi di Gildone; ma la Mauritana di lui origine, le sue notorie azioni, e le querele di S. Agostino possono giustificar lo invettive del Poeta. Il Baronio (annal. an. 398. n. 35. 56.) ha trattato della ribellione Affricana con abilità ed erudizione.

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Instat terribilis vivis, morientibus haeres,

Virginibus raptor, thalamis obscenus adulter.

Nulla quies: oritur praeda cessante libido,

Divitibusque dies, et nox metuenda maritis.

… Mauris clarissima quaeque

Fastidita datur…

Il Baronio condanna tanto più severamente la licenziosità di Gildone, che la moglie, la figlia e la sorella di esso erano esempi di perfetta castità. Una legge Imperiale raffrena gli adulterj dei soldati Affricani.

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Inque tuam sortem numerosas transtulit urbes. Claudiano (de Bell. Gildonic. 230-324) ha toccato con politica delicatezza gl'intrighi della Corte Bizantina, de' quali fa menzione anche Zosimo (l. V. p. 302).

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Simmaco (l. IV. epist. 4) esprime le formalità giudiciali del Senato; e Claudiano (Cons. Stilic. l. I. 325 ec.) sembra respirare il coraggio Romano.

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Claudiano delicatamente spiega questi lamenti di Simmaco in un discorso della Dea di Roma avanti al trono di Giove (de Bell. Gild. 28-128).

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Vedi Claudiano in Eutrop. l. I. 401. ec. I. Cons. Stil. l. I. 306. II. Cons. Stil. 91 ec.

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Egli era d'età matura, poichè antecedentemente (an. 373) avea militato con Firmo suo fratello (Ammiano XXIX. 5). Claudiano, che conosceva la Corte di Milano si fermò nelle ingiurie piuttosto che ne' meriti di Mascezel (de Bell. Gild. 389-414). La guerra Mauritana non era degna d'Onorio o di Stilicone ec.

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Claudian. Bell. Gild. 415, 423. Il cangiamento della disciplina indifferentemente gli permetteva d'usare i nomi di Legione, di Coorte, di Manipolo. Vedi Not. Imper. l. 38. 40.

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Orosio (l. VII. c. 36. p. 563) aggiugne a questo racconto un'espressione di dubbio (ut ajunt) e ciò difficilmente si combina quella di Δυναμεις αδρας numerose forze, di Zosimo (l. V. p. 303). Pure Claudiano dopo qualche declamazione intorno ai soldati di Cadmo, francamente confessa, che Stilicone mandò un piccolo esercito, per timore che il ribello fuggisse; ne timere timeas I. Cons. Stilich. l. I. 314.

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Claud. Rutil. Numatian. Itiner. l. 439-448. Egli di poi fa menzione (515-526) di un religioso pazzo nell'Isola di Gorgona. Per tali profane osservazioni Rutilio e i suoi seguaci son chiamati dal suo comentatore Batthio rabiosi canes diaboli. Il Tillemont (Mem. Eccl. Tom. XII. p. 42) più tranquillamente osserva, che l'incredulo poeta loda quanto intende di censurare.

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Orosio l. VII. c. 36. p. 564. Agostino celebra due di questi Santi dell'Isola delle Capre, Epist. 81. ap. Tillem. Mem. Eccl. Tom. XIII. p. 317 e Baron. annal. Eccl. n. 398 num. 51.

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Qui termina il primo libro della guerra Gildonica. Il testo del poema di Claudiano è perduto; e non sappiamo, come o dove l'armata prendesse terra nell'Affrica.

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Orosio dev'essere responsabile di tal racconto. La presunzione di Gildone, e le sue varie truppe di Barbari son rammentate da Claudiano (I. Cons. stil. l. 345-955).

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S. Ambrogio, che era morto circa un anno avanti, rivelò in una visione il tempo ed il luogo della vittoria. Di poi Mascezel raccontò il suo sogno a Paolino, scrittore originale della vita del Santo, dal quale potè facilmente passare tal notizia ad Orosio.

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Zosimo (l. V. p. 303) suppone un ostinato combattimento; ma la narrazione d'Orosio par che occulti un fatto reale sotto la maschera d'un miracolo.

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Trabaca è situata fra le due Ippone (Cellar. Tom. II. P. 2. p. 212. Danville Tom. III. p. 84). Orosio ha nominato distintamente il campo di battaglia; ma la nostra ignoranza non può stabilirne