Lodovico Ariosto

Orlando Furioso


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di Lenno,

      e degno di coprir sì belle membre,

      che forza è ad or ad or se ne rimembre.

76

      Per più rispetti il paladino molto

      si dimostrò di questo amor contento:

      ch'oltre che 'l re non lascerebbe asciolto

      Bireno andar di tanto tradimento,

      sarebbe anch'esso per tal mezzo tolto

      di grave e di noioso impedimento,

      quivi non per Olimpia, ma venuto

      per dar, se v'era, alla sua donna aiuto.

77

      Ch'ella non v'era si chiarì di corto,

      ma già non si chiarì se v'era stata;

      perché ogn'uomo ne l'isola era morto,

      né un sol rimaso di sì gran brigata.

      Il dì seguente si partir del porto,

      e tutti insieme andaro in una armata.

      Con loro andò in Irlanda il paladino;

      che fu per gire in Francia il suo camino.

78

      A pena un giorno si fermò in Irlanda;

      non valser preghi a far che più vi stesse:

      Amor, che dietro alla sua donna il manda,

      di fermarvisi più non gli concesse.

      Quindi si parte; e prima raccomanda

      Olimpia al re, che servi le promesse:

      ben che non bisognasse; che gli attenne

      molto più, che di far non si convenne.

79

      Così fra pochi dì gente raccolse;

      e fatto lega col re d'Inghilterra

      e con l'altro di Scozia, gli ritolse

      Olanda, e in Frisa non gli lasciò terra;

      ed a ribellione anco gli volse

      la sua Selandia: e non finì la guerra,

      che gli diè morte; né però fu tale

      la pena, ch'al delitto andasse eguale.

80

      Olimpia Oberto si pigliò per moglie,

      e di contessa la fe' gran regina.

      Ma ritorniamo al paladin che scioglie

      nel mar le vele, e notte e dì camina;

      poi nel medesmo porto le raccoglie,

      donde pria le spiegò ne la marina:

      e sul suo Brigliadoro armato salse,

      e lasciò dietro i venti e l'onde salse.

81

      Credo che 'l resto di quel verno cose

      facesse degne di tenerne conto;

      ma fur sin a quel tempo sì nascose,

      che non è colpa mia s'or non le conto;

      perché Orlando a far l'opre virtuose,

      più che a narrarle poi, sempre era pronto:

      né mai fu alcun de li suoi fatti espresso,

      se non quando ebbe i testimoni appresso.

82

      Passò il resto del verno così cheto,

      che di lui non si seppe cosa vera:

      ma poi che 'l sol ne l'animal discreto

      che portò Friso, illuminò la sfera,

      e Zefiro tornò soave e lieto

      a rimenar la dolce primavera;

      d'Orlando usciron le mirabil pruove

      coi vaghi fiori e con l'erbette nuove.

83

      Di piano in monte, e di campagna in lido,

      pien di travaglio e di dolor ne gìa;

      quando all'entrar d'un bosco, un lungo grido,

      un alto duol l'orecchie gli ferìa.

      Spinge il cavallo, e piglia il brando fido,

      e donde viene il suon, ratto s'invia:

      ma diferisco un'altra volta a dire

      quel che seguì, se mi vorrete udire.

      CANTO DODICESIMO

1

      Cerere, poi che da la madre Idea

      tornando in fretta alla solinga valle,

      là dove calca la montagna Etnea

      al fulminato Encelado le spalle,

      la figlia non trovò dove l'avea

      lasciata fuor d'ogni segnato calle;

      fatto ch'ebbe alle guance, al petto, ai crini

      e agli occhi danno, al fin svelse duo pini;

2

      e nel fuoco gli accese di Vulcano,

      e diè lor non potere esser mai spenti:

      e portandosi questi uno per mano

      sul carro che tiravan dui serpenti,

      cercò le selve, i campi, il monte, il piano,

      le valli, i fiumi, li stagni, i torrenti,

      la terra e 'l mare; e poi che tutto il mondo

      cercò di sopra, andò al tartareo fondo.

3

      S'in poter fosse stato Orlando pare

      all'Eleusina dea, come in disio,

      non avria, per Angelica cercare,

      lasciato o selva o campo o stagno o rio

      o valle o monte o piano o terra o mare,

      il cielo e 'l fondo de l'eterno oblio;

      ma poi che 'l carro e i draghi non avea,

      la gìa cercando al meglio che potea.

4

      L'ha cercata per Francia: or s'apparecchia

      per Italia cercarla e per Lamagna,

      per la nuova Castiglia e per la vecchia,

      e poi passare in Libia il mar di Spagna.

      Mentre pensa così, sente all'orecchia

      una voce venir, che par che piagna:

      si spinge inanzi; e sopra un gran destriero

      trottar si vede innanzi un cavalliero,

5

      che porta in braccio e su l'arcion davante

      per forza una mestissima donzella.

      Piange ella, e si dibatte, e fa sembiante

      di gran dolore; ed in soccorso appella

      il valoroso principe d'Anglante;

      che come mira alla giovane bella,

      gli par colei, per cui la notte e il giorno

      cercato Francia avea dentro e d'intorno.

6

      Non dico ch'ella fosse, ma parea

      Angelica gentil ch'egli tant'ama.

      Egli, che la sua donna e la sua dea

      vede portar sì addolorata e grama,

      spinto da l'ira e da la furia rea,

      con voce orrenda il cavallier richiama;

      richiama il cavalliero e gli minaccia,

      e Brigliadoro a