Laura Merlin

Morrigan


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      â€¹â€¹Fatto sta che per poco non scoppiò una guerra. Eirwen alla fine decise di restare con Ares. Andò a parlare con Gabriel e…›› Sonia si bloccò di colpo.

      Prese fiato e tirò su col naso.

      Sembrava sul punto di piangere.

      Poi continuò. ‹‹E fu in quel momento che Gabriel, per convincerla a restare con lui, la baciò. Lui può donare e togliere la vita con un semplice bacio, e in quel caso la tolse proprio alla sua amata.

      â€¹â€¹Non sopportava di saperla con Ares. Soffre moltissimo per quello che ha fatto, e si vede. Credo che si senta un assassino e non si dia pace, ma non ha mai parlato con nessuno di questa storia››.

      Tutto questo cominciava a dare un senso alle cose. La sua freddezza, la sua frase faccio del male alle persone che mi sono vicine… ma non spiegava perché voleva uccidermi.

      Di nuovo lo stavo accusando!

      Non riuscivo a darmi pace, lui non mi rendeva tranquilla.

      Mi girai a guardarlo. Viaggiavamo quasi fianco a fianco.

      Il verde acceso di quelle terre contrastava con il nero dei cavalli e Gabriel era lì, non molto distante da me, che cavalcava il suo destriero dal manto oscuro.

      Provai una fitta di dolore nel petto.

      Qualcosa in quella storia non mi convinceva.

      Avrei voluto scoprire di più, ma temevo che Sonia mi avesse già raccontato tutto quello che sapeva.

      Se davvero Gabriel era pentito per ciò che aveva fatto, riaprire quella ferita non era la cosa migliore da fare.

      Soprattutto in quel momento.

      Il cuore di cristallo rosso che portavo al collo si accese. Questa volta non fu un bagliore, fu una vera e propria esplosione di rosso acceso.

      Il mondo cominciò a rallentare fino a fermarsi.

      Il paesaggio sfocato attorno a me diventò più definito. Finalmente potevo vedere i picchi montuosi che, alla mia sinistra, delimitavano il confine fra i due Regni.

      Il grande fiume – che mi dissero chiamarsi Dilimpo - se ne stava tranquillamente adagiato in mezzo ai prati pieni di margherite.

      Non le avevo notate in corsa, ma ora tutto era fermo, immobile. Anche i cavalli, con le criniere nere al vento bloccate all’indietro.

      I capelli argentati di Sara sembravano congelati, come una nube di ghiaccio, e la treccia di Sonia, portata in avanti, mi ricordava un serpente nel momento dell’attacco.

      â€œSofia, cerca la verità. Solo così saprai dare una risposta alle tue domande”.

      Qualcosa cominciò a materializzarsi di fronte a me. Era una donna, simile a un ologramma di quelli che di solito si vedono nei film di fantascienza. Potevo vedere al di là del suo corpo, però riuscivo benissimo a distinguerla.

      Indossava un vestito lungo e bianco, semplice e con un diadema a forma di croce celtica posto al centro, proprio sotto il seno, per tenere chiuso il tutto. I suoi capelli erano di un nero intenso e sembravano essere animati da una forza misteriiosa. Guardai meglio e vidi che erano formati da uno stormo di corvi che le svolazzavano attorno silenziosamente.

      â€¹â€¹Morrigan››, riuscii a dire.

      Mi sentivo la bocca secca. La Dea in persona era venuta a farmi visita e mi stava parlando.

      Chissà se si era manifestata anche alle mie sorelle.

      Avrei chiesto più tardi.

      â€¹â€¹Sì Sofia, sono io. Vogliono ucciderci. Scopri chi vuole compiere questo sacrilegio e scaglia su di loro la nostra vendetta››.

      Al suono di queste ultime parole, i corvi si misero a danzare e a gracchiare.

      I cra cra che emisero mi fecero accapponare la pelle.

      â€¹â€¹Mia Dea, come posso fare? Sono confusa e… terrorizzata››.

      Lo ero eccome.

      â€¹â€¹Le tue sorelle ti insegneranno a utilizzare i tuoi poteri nel modo giusto. Quando sarai pronta, uniranno i loro e li consegneranno nelle tue mani. La luce della luna i suoi raggi le dona, il calore del fuoco la forza le dona. La Grande Dea in battaglia ritorna e il suo capo con una corona di spine adorna. Questo è ciò che la sibilla ha detto. Le sue parole sono vere, ascolta sempre ciò che ha da dirti››.

      â€¹â€¹Certo, ma…››.

      â€¹â€¹Figlia mia, non c’è tempo. I tuoi poteri sono nascosti dentro di te da sempre. La consapevolezza di ciò in cui credi veramente ti farà superare qualsiasi cosa››.

      Non feci in tempo a chiedere o dire nulla.

      La Dea alzò le mani al cielo, come se volesse afferrare qualcosa. I corvi la avvolsero in una nube nera e si dissolse nel nulla.

      Il mondo attorno a me tornò a muoversi e mi colse talmente di sorpresa che persi la presa su Sonia e scivolai dal cavallo.

      Ero convinta che mi sarei rotta l’osso del collo con l’impatto.

      Con mia grande sorpresa sentii qualcosa di caldo e morbido. Non avevo il coraggio di aprire gli occhi, ero ancora troppo spaventata e non avevo nemmeno la forza di muovere un muscolo. Avevo paura che se l’avessi fatto poi me ne sarei pentita amaramente.

      Stava diventanto un’abitudine andare incontro alla morte.

      â€¹â€¹Stai bene? Sofia, apri gli occhi. Ti prego, apri gli occhi, respira!››.

      Respira!

      Solo allora mi accorsi di aver trattenuto il fiato.

      Presi un respiro profondo e aprii gli occhi.

      Fui accolta per la seconda volta dal viso di Gabriel. I suoi occhi neri erano visibilmente terrorizzati.

      Rimasi a guardarlo come se fosse la prima volta che lo vedevo e notai diverse cose. La fronte coperta da riccioli neri che arrivavano a coprire le sopracciglia folte e dritte, il naso piccolo e leggermente schiacciato, la bocca carnosa e uno sguardo intenso.

      Troppo intenso.

      Avrei potuto perdermici dentro.

      Ti sta ingannando, vuole controllare la tua mente.

      La vocina pungente mi parlò di nuovo.

      Ma da dove proveniva?

      Erano i miei pensieri?

      Mi risvegliai da quella specie di stato di trance in cui ero caduta.

      â€¹â€¹Sofia, parlami! Stai bene?›› Gabriel quasi urlò.

      â€¹â€¹Sì sì, sto bene››, dissi alzandomi più in fretta che potevo. Era troppo vicino e la sua vicinanza mi metteva a disagio, mi spaventava.

      Gabriel mi bloccò per un polso e mi fece voltare verso di lui. ‹‹Cos’è successo?››

      â€¹â€¹Lasciami stare››, dissi staccando il braccio dalla sua presa, ‹‹Non è successo niente, andiamo››.

      Non potevo certo dire di aver visto la Dea.

      O almeno, non con Gabriel lì.

      Non ero sicura della sua innocenza, anzi, ero quasi completamente convinta del contrario.

      â€¹â€¹Sofia, cos’è successo? Dimmelo! Mefisto potrebbe usare qualche trucchetto per manipolare la tua mente. Devo saperlo. Devono saperlo anche loro››, e indicò le mie sorelle a cavallo, dietro di me.