dei Langley offre qualcosa» disse DeMarco.
«Eppure potrebbe valer la pena fare un giro al laboratorio della scientifica» disse Kate.
«Allora buona fortuna» disse Palmetto. «Quando ho parlato con loro del tessuto dei Nash, non sapevano niente.»
«Lei è stato coinvolto in qualche modo nella scena dai Langley?» chiese Kate.
«No. Sono arrivato subito dopo l’accaduto. Ho visto i corpi e ispezionato il posto, ma non c’era niente. Quando parlate con la scientifica, però, chiedete dei capelli trovati sulla biancheria pulita. Non sembravano appartenere alla signora Langley, così faranno dei test.»
«Prima di andare» disse Kate «vuole proporre qualche teoria?»
«Non ne ho» disse Palmetto seccamente. «Dall’indagine che ho fatto io, pare non esserci assolutamente nessun collegamento tra i Nash e i Langley. Il tessuto in gola, però… qualcosa di così personale ed esplicito per il killer deve collegarli in qualche modo, giusto?»
«È quello che penso io» disse Kate.
Palmetto diede un piccolo schiaffo scherzoso alla porta e poi Kate lo vide sorridere per la prima volta. «Sono sicuro che lo troverà. Ho sentito parlare di lei, sa? Molti di noi del dipartimento hanno sentito parlare di lei.»
«Ne sono sicura» disse lei con una smorfia.
«Più che altro cose belle. E poi ha mollato la pensione per catturare uno qualche mese fa, no?»
«Può dire così.»
Palmetto, vedendo che Kate non aveva intenzione di starsene lì a crogiolarsi nell’adulazione, le fece spallucce. «Chiami i ragazzi dello stato, se ha bisogno di qualcosa per questo caso, agente Wise.»
«Lo farò» disse Kate mentre Palmetto se ne andava.
Quando Palmetto ebbe chiuso la porta alle sue spalle, DeMarco scosse scherzosamente la testa. «Non ti stanchi mai di sentire la gente cantare le tue lodi?»
«Sì, a dire il vero» disse Kate, ma non con maleducazione. Anche se era edificante che le venisse ricordato tutto ciò che aveva fatto durante la carriera, nel profondo sapeva che aveva sempre fatto solo il suo lavoro. Forse con un po’ più di passione degli altri, ma era stato solo quello – un lavoro ben fatto… un lavoro che sembrava non riuscire a lasciarsi alle spalle.
Dopo qualche minuto e un po’ d’aiuto dal sistemista della stazione, Kate e DeMarco ebbero accesso al database della stazione. Lavorarono insieme, esaminando il passato dei Nash e dei Langley. Nessuna famiglia aveva una fedina penale di un qualche tipo. Anzi, entrambe le famiglie avevano dei documenti che rendevano difficile immaginare che qualcuno provasse rancore nei loro confronti. Per quanto riguardava i Langley, erano stati genitori affidatari per qualche anno delle loro vite, quindi si erano sottoposti a controlli rigorosi sul loro passato molte volte. I Nash erano pesantemente coinvolti nella loro chiesa, ed erano stati in molte missioni all’estero negli ultimi vent’anni, soprattutto in Nepal e in Honduras.
Kate abbandonò la cosa dopo un po’ e cominciò ad andare avanti e indietro per la stanza. Usò la lavagna della sala conferenze per annotare appunti, sperando che vedere tutto scritto in un solo posto l’aiutasse a concentrarsi. Ma non c’era niente. Nessun collegamento, nessun indizio, nessuna chiara rotta verso la quale dirigersi.
«Anche tu, eh?» disse DeMarco. «Niente?»
«Finora no. Penso che magari procediamo con quello che abbiamo davvero invece di cercare di trovare qualcosa di nuovo. Penso che dobbiamo rivalutare i tessuti. Anche se i test della scientifica non hanno dato niente, magari il tessuto stesso può portarci da qualche parte.»
«Non ti seguo» disse DeMarco.
«Ok» disse Kate. «Non sono sicura di seguirmi neanch’io. Però spero che lo sapremo quando lo vedremo.»
***
Kate sentì le prime vere fitte di fatica quando lei e DeMarco andarono dalla stazione di polizia al laboratorio della scientifica. Era un severo memento che non dormiva da circa ventisette ore e che la sua giornata lavorativa era cominciata follemente presto. Vent’anni prima la cosa non l’avrebbe disturbata. Ma con cinquantasei anni a guardarla dritta in faccia di lì a poche settimane, le cose adesso erano diverse.
Il viaggio fino al laboratorio fu di soli cinque minuti, dato che si trovava in prossimità di una piccola rete che consisteva nel dipartimento, il tribunale e una prigione di detenzione. Dopo aver mostrato i documenti, furono scortate oltre la reception di un laboratorio di scienze forensi fino a un’area centrale di laboratori. Fu loro chiesto di accomodarsi in un piccolo atrio per un attimo mentre il tecnico che aveva il compito di occuparsi dei campioni di tessuto veniva convocato.
«Pensi che ci sia la possibilità che il tessuto sia una specie di biglietto da visita dell’assassino?» chiese DeMarco.
«Potrebbe essere. Potrebbe non avere niente a che fare con il perché del caso. Potrebbe solo significare qualcosa per l’assassino. Comunque adesso sembra che il tessuto – di una coperta di qualche tipo, ne sono piuttosto sicura – sia il nostro unico reale collegamento con lui.»
A Kate fece venire in mente un caso raccapricciante a cui aveva preso parte all’inizio degli anni Novanta. Un uomo aveva ucciso cinque persone – tutte ex fidanzate. Prima di ucciderle soffocandole, aveva costretto ciascuna di loro a ingoiare un condom. Alla fine non aveva avuto nessuna vera ragione per farlo, tranne l’odio che provava nell’usare i preservativi durante il sesso. Kate non riusciva a evitare di chiedersi se quei frammenti di tessuto non si sarebbero rivelati essere ugualmente insignificanti per il caso.
L’attesa fu breve; un uomo alto e più vecchio si precipitò fuori da una porta che stava proprio davanti a loro. «Siete dell’FBI?» chiese.
«Sì» disse Kate mostrando il documento d’identità. DeMarco fece lo stesso e l’uomo studiò ciascuno con attenzione.
«Piacere di conoscervi, agenti» disse. «Sono Will Reed, e ho condotto io i test sul tessuto dei recenti omicidi. Presumo che sia per questo che siete qui. Agente DeMarco, credo che sia lei la persona a cui prima ho inviato la foto, vero?»
«Esatto» disse DeMarco. «Speravamo che potesse fare un altro po’ di luce su quei frammenti.»
«Be’, sarei più che felice di assistervi in qualunque cosa abbiate bisogno, ma se si tratta di quei due frammenti di tessuto temo che non ci sia niente che io possa offrire. Pare che l’assassino non solo si sia fatto in quattro per ficcare il tessuto nella bocca delle vittime, ma che sia anche stato piuttosto attento a non lasciarsi dietro delle tracce.»
«Sì, questo lo sappiamo» disse Kate. «Ma senza alcun campione biologico sicuro con cui procedere, mi chiedevo se c’era qualcosa che potesse dirmi sul tessuto stesso.»
«Oh» disse Reed. «Con questo posso aiutarvi.»
«Sono dell’opinione che entrambi i frammenti vengano dallo stesso materiale originario» disse Kate. «Molto probabilmente una coperta.»
«Penso che sia sensato dirlo» disse Reed. «Non ne ero sicuro finché non ho visto il secondo frammento. Combaciano piuttosto bene – colore, trama, e via dicendo.»
«C’è modo di dire quanto potrebbe essere vecchia la coperta?» chiese Kate.
«Temo di no. Quello che posso dirvi, però, è di che cosa è fatta. E mi ha colpito, perché, a quanto ne so io, è una combinazione di tessuti strana per una coperta tradizionale, quando ci si pensa. La coperta per gran parte è fatta di lana, il che, certo, è assolutamente comune. Ma il secondo materiale usato nel tessuto è cotone di bambù.»
«È tanto diverso dal cotone normale?» chiese Kate.
«Non ne sono sicuro» disse lui. «Però vediamo passare di qui molti abiti e materiali in tessuto. E posso contare sulle dita di una mano il numero di volte che sono venuto in contatto con qualcosa che contenesse notevoli tracce di cotone di bambù. Non è una fibra molto rara, ma non è