Блейк Пирс

Se lei vedesse


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      C’erano molti modi di procedere con gli indizi che avevano. Ma prima che Kate potesse concentrarsi su uno solo per metterlo insieme, DeMarco stava parlando.

      «Lì» disse indicando una piccola casa di mattoni sulla destra.

      Kate accostò lungo il bordo del marciapiede. La casa si trovava su una via stretta, del tipo che collegava due strade principali. Era una strada silenziosa con poche altre casette a occupare lo spazio. La strada aveva quasi un sentore storico, i marciapiedi stinti e rotti, le case in uno stato simile.

      Le bianche lettere sbiadite della cassetta della posta dicevano LANGLEY. Kate notò anche una L decorativa appesa al portone principale, fatta di legno stagionato. Spiccava contro il giallo brillante del nastro della scena del crimine appeso dalle ringhiere del portico.

      Mentre Kate e DeMarco andavano al portico, DeMarco un po’ lesse un po’ recitò le informazioni che avevano nei rapporti sulla famiglia Langley.

      «Scott e Bethany Langley – Scott cinquantanove anni di età, Bethany sessantuno. Scott è stato trovato morto in cucina e Bethany in lavanderia. Sono stati trovati da un quindicenne che prendeva lezioni private di chitarra da Scott. È stato stimato che siano stati uccisi solo poche ore prima del ritrovamento dei corpi.»

      Quando entrarono nella residenza dei Langley, Kate rimase in ingresso un momento, ad analizzare la struttura del posto. Era una casa piccola, ma ben tenuta. Il portone si apriva su un ingresso piccolissimo che poi diventava il soggiorno. Da lì, un piccolo mobile bar separava la cucina dal soggiorno. Un corridoio si apriva sulla destra, per portare al resto della casa.

      La sola struttura della casa disse a Kate che il marito probabilmente era stato ucciso per primo. Ma dal portone c’era una visuale piuttosto chiara in cucina. Scott Langley avrebbe dovuto essere davvero occupato per non notare che qualcuno entrava dalla porta principale.

      Magari il killer è entrato in un altro modo, pensò Kate.

      Entrarono in cucina, dove delle macchie di sangue spiccavano ancora violentemente sul pavimento di laminato. Una padella e un barattolo di olio spray si trovavano a margine dei fornelli.

      Stava per cucinare qualcosa, pensò Kate. Allora forse sono stati uccisi verso l’ora di cena.

      DeMarco fece per andare in corridoio, e Kate la seguì. C’era una piccola stanza immediatamente a sinistra, la porta si aprì per rivelare una lavanderia strapiena. Lì lo spargimento di sangue era stato ben peggiore. C’erano macchie di sangue sulla lavatrice, sull’asciugatrice, sui muri, sul pavimento e su una gran quantità di abiti puliti ordinatamente piegati riposti in un cesto per la biancheria.

      Con i corpi già rimossi, sembrava essere pochissimo ciò che la residenza dei Langley poteva offrire loro. Ma c’era un’altra cosa che Kate voleva controllare. Tornò di nuovo in soggiorno e guardò le foto sulle pareti e in cima al televisore. Vide i Langley sorridenti e felici. In una fotografia, vide una coppia anziana con i Langley posare alla fine di un pontile in spiaggia.

      «Abbiamo un’analisi dettagliata della vita della famiglia Langley?» chiese Kate.

      DeMarco, sempre con l’iPad nella mano destra, scorse le informazioni e cominciò a leggere i dettagli che avevano. A ciascuno, Kate scopriva che il presentimento che sentiva da qualche minuto probabilmente era vero.

      «Erano sposati da venticinque anni. Bethany Langley aveva una sorella che è morta in un incidente d’auto dodici anni fa e nessuno dei due ha genitori ancora in vita. Il padre di Scott Langley è deceduto di recente, appena sei mesi fa, per una forma aggressiva di cancro alla prostata.»

      «Accenni a figli?»

      «No. Nessun figlio.» DeMarco allora fece una pausa, e parve cogliere ciò su cui stava speculando Kate. «Stai pensando al tessuto, giusto? Che sembra una specie di coperta da bambini.»

      «Sì, è quello che stavo pensando. Ma se i Langley non avevano figli, non penso che ci siano dei collegamenti ovvi da scovare.»

      «Non credo di aver mai visto un collegamento ovvio con qualcosa» disse DeMarco con una risatina incerta.

      «È vero» disse Kate, però sentiva che uno ce ne doveva essere. Persino con le vittime apparentemente casuali, c’erano delle cose che avevano in comune.

      Entrambe le coppie erano sul finire dei cinquant’anni, all’inizio dei sessanta. Entrambe erano sposate. La moglie di ciascuna coppia aveva un pezzo di quella che sembra essere una coperta ficcato in gola.

      Perciò sì… c’erano delle similarità, ma non portavano ad alcun vero collegamento. Non ancora, comunque.

      «Agente DeMarco, pensi di poter fare una o due telefonate per assicurarti che possiamo avere un ufficio al dipartimento di polizia locale?»

      «Già fatto» disse lei. «Sono piuttosto sicura che Duran si sia occupato di tutto prima ancora che arrivassimo qui.»

      Duran pensa di conoscermi così bene, pensò Kate, un po’ irritata. Però, d’altra parte, pareva che la conoscesse davvero maledettamente bene.

      Kate guardò ancora la casa, le foto, le macchie di sangue. Avrebbe dovuto scendere di più nei dettagli di ciascuna coppia se voleva andare da qualche parte. E avrebbe avuto bisogno di un qualche risultato della scientifica sui pezzi di tessuto. Date le similarità tra le due scene, presumeva che una buona vecchia ricerca di base, più di tutto, avrebbe scoperto piste e indizi.

      Tornarono alla macchina, Kate ricordò di nuovo che avevano cominciato la giornata esageratamente presto. Quando vide che erano appena passate le dieci del mattino, ne fu in qualche modo rinvigorita. Avevano ancora la maggior parte della giornata davanti a loro. Magari, se fosse stata fortunata e il caso si fosse evoluto come pensava che potesse fare, sarebbe stata di ritorno a Richmond entro la fine del weekend per vedere Michelle un’altra volta – se, ovviamente, Melissa l’avesse permesso.

      Vedi, prese la parola la parte più saggia di lei mentre si rimetteva dietro al volante della macchina. Persino nel bel mezzo di sanguinosi omicidi multipli, stai pensando a tua nipote – alla tua famiglia. La cosa non ti dice niente?

      Immaginava di sì. Ma persino mentre metteva piede nell’ultimo quarto della sua vita, era ancora molto difficile ammettere che nella vita c’era qualcosa di più del suo lavoro. Particolarmente difficile quando si trovava sulle tracce di un assassino che, sapeva, in ogni momento avrebbe potuto uccidere ancora.

      CAPITOLO SEI

      Era stata organizzata per Kate e DeMarco una piccola sala conferenze in fondo al dipartimento di polizia della città di Roanoke. Una volta arrivate alla stazione, una piccola e corpulenta donna alla portineria le accompagnò attraverso l’edificio fino alla stanza. Non appena sedettero e cominciarono a installare una postazione di lavoro di fortuna, si sentì bussare alla porta.

      «Avanti» disse Kate.

      Quando la porta si aprì, videro una faccia familiare – Palmetto del dipartimento di polizia di stato, l’uomo un po’ torvo che le aveva accolte davanti alla residenza dei Nash molte ore prima quello stesso giorno.

      «Vi ho viste tornare per di qua mentre firmavo tutti i documenti» disse Palmetto. «Sto uscendo, per tornare a Chesterfield tra qualche ora. Ho pensato di venire a vedere se c’era altro con cui potevo aiutarvi.»

      «Niente di grosso» disse Kate. «Per caso ha saputo che è stato trovato un pezzo dello stesso tessuto nella gola di Bethany Langley?»

      «Non l’ho saputo prima di mezz’ora fa. Apparentemente una di voi ha chiamato il laboratorio per chiedere una foto.»

      «Sì» disse DeMarco. «E pare che corrisponda a quello che ci ha dato lei.»

      Al sentir menzionare il pezzo di tessuto, Kate sistemò la busta di plastica datale da Palmetto sulla tavola. «Per come stanno le cose adesso, è l’unica prova solida che abbiamo che colleghi gli omicidi in modo concreto.»

      «E la scientifica