che avevo sempre trovato attraente in lei, ma le persone cambiano, e credo che sia successo anche a Trish”.
“È molto triste”, disse Cassie.
Il suo bicchiere era quasi vuoto, e Ryan lo riempì, prima di fare lo stesso con il proprio.
“Fu devastante. Non sono in grado di descrivere il brutto periodo che abbiamo passato. Quando ami qualcuno non lo lasci andare facilmente, e quando l’amore svanisce continui a cercarlo, sperando e pregando di poter riottenere qualcosa a cui davi tanto valore. Ci ho provato, Cassie. Ci ho provato con tutto me stesso, e quando è risultato chiaro che non stesse funzionando, mi sono sentito sconfitto”.
Cassie si rese conto che si stava sporgendo verso di lui.
“È davvero spaventoso pensare che possa succedere una cosa simile”.
“Hai scelto le parole giuste. È terrificante. Mi ha fatto sentire inadeguato e totalmente alla deriva. Non prendo impegni alla leggera. Per me, significa per sempre. Quando Trish se n’è andata, ho dovuto ridefinire la mia opinione su me stesso”.
Cassie sbatté le palpebre con forza. Poteva sentire la sofferenza nella sua voce. Il dolore che stava provando sembrava fresco e puro. Pensò che dovesse volerci un estremo coraggio a nasconderlo sotto una facciata scherzosa e spensierata.
Stava per dire a Ryan quanto lo ammirasse per la forza che stava dimostrando in quel momento difficile, ma si fermò giusto in tempo, rendendosi conto che quel commento sarebbe stato inappropriato. Conosceva appena quell’uomo, e non aveva il diritto di fare delle osservazioni tanto personali al suo datore di lavoro dopo solamente qualche ora in sua compagnia.
A cosa stava pensando? Anzi, probabilmente il problema era che non lo stesse proprio facendo.
Si rese conto che l’alcool iniziava a darle alla testa e che avrebbe dovuto scegliere le parole con molta attenzione. Il fatto che Ryan fosse così bello, intelligente e gentile, non era un motivo per comportarsi come un’adolescente emozionata quando gli stava intorno, perché ciò l’avrebbe solamente portata a comportarsi in modo terribilmente imbarazzante, se non peggio.
“Credo che sia meglio che ti lasci andare a dormire ora”, disse Ryan, posando il suo bicchiere vuoto. “Sarai esausta dopo aver guidato tante ore e aver conosciuto i miei due delinquenti. Grazie per avermi fatto compagnia qui fuori. È molto importante per me essere in grado di parlarti così apertamente”.
“È stata una bellissima conclusione per questa giornata, e un modo delizioso per rilassarsi”, fu d’accordo Cassie.
Non si sentiva per niente rilassata, però. Si sentiva su di giri per l’intimità di quella conversazione. Quando si alzarono per rientrare, non riuscì a smettere di pensare a quanto lui avesse condiviso con lei.
Quando fu in camera, diede una breve occhiata ai suoi messaggi, grata per il fatto che quella casa fosse connessa ad internet. Nel suo ultimo luogo di lavoro, non vi era segnale e ciò l’aveva portata ad essere totalmente isolata. Non si era mai resa conto fino a quel momento di quanto fosse spaventoso non poter comunicare con il mondo esterno in caso di necessità.
Sul telefono, Cassie vide alcuni messaggi di saluti e qualche meme divertente che le avevano inviato i suoi amici negli USA.
Poi vide un altro messaggio che le era arrivato qualche ora prima. Era stato inviato da un numero inglese sconosciuto, cosa che la fece allarmare non appena lo vide, e quando lo aprì sentì il terrore stringerle lo stomaco.
“Stai attenta”, diceva il breve messaggio.
CAPITOLO CINQUE
Cassie era certa che avrebbe dormito bene in quella camera confortevole, cullata dal solo rumore delle onde proveniente dall’esterno. Ne era sicura, prima di aver letto quel messaggio preoccupante che le era stato inviato da un numero sconosciuto mentre lei era seduta sulla veranda esterna con Ryan.
Il suo primo pensiero, presa dal panico, fu che si trattasse del processo del suo ex datore di lavoro; che in qualche modo l’avessero coinvolta e che qualcuno la stesse cercando. Provò a controllare le ultime notizie, ma si rese conto, delusa, che Ryan aveva già spento il Wi-Fi.
Continuò a rigirarsi nel letto, cercando di capire cosa volesse dire e chi lo avesse inviato, cercando di convincersi del fatto che probabilmente avessero sbagliato numero e il messaggio fosse per qualcun altro.
*
Dopo una notte insonne, Cassie riuscì finalmente a cadere in un sonno inquieto, e fu svegliata dal suono fastidioso dell’allarme del telefono. Lo prese in mano e, con sollievo, si accorse che vi era nuovamente segnale Wi-Fi.
Prima di alzarsi, cercò alcune informazioni sul processo.
Cassie scoprì che era stato richiesto un rinvio, e il processo sarebbe ricominciato dopo due settimane. Facendo ulteriori ricerche, capì che il motivo era dovuto al fatto che la difesa necessitava di maggior tempo per contattare ulteriori testimoni.
Si sentì male per la paura.
Guardò nuovamente lo strano messaggio, “Stai attenta”, chiedendosi se fosse il caso di rispondere. Durante la notte, però, il mittente doveva aver bloccato il suo numero, perché Cassie scoprì di non riuscire a inviargli messaggi.
In preda alla disperazione, provò a telefonare.
La linea cadde immediatamente, e lei si rese conto che il suo numero era stato completamente bloccato, anche per le chiamate.
Cassie sospirò frustrata. Il fatto di impedirle di poter avere una conversazione faceva sembrare il messaggio più una minaccia che un avvertimento. Decise che sicuramente chi lo aveva inviato aveva sbagliato numero, e quando se ne era accorto, aveva deciso di bloccarla.
Sentendosi leggermente meglio, la ragazza si alzò dal letto e andò a svegliare i bambini.
Dylan era già in piedi - Cassie intuì che fosse uscito in bici. Sperando che lui non vedesse la cosa come un’intrusione, entrò in camera, rifece il letto e raccolse i vestiti sparsi in giro.
Sulle mensole vi erano una miriade di libri, tra cui alcuni sul ciclismo. In cima alla libreria c’era una vasca con due pesci rossi, e su un tavolo vicino alla finestra vi era la gabbietta di un coniglio. Un coniglietto grigio stava mangiando lattuga per colazione e Cassie lo osservò felice per qualche minuto.
Quando uscì dalla stanza, bussò alla porta di Madison.
“Dammi dieci minuti”, rispose la ragazzina ancora mezza addormentata. Cassie perciò si diresse in cucina per iniziare a preparare la colazione.
Una volta entrata, vide che Ryan aveva lasciato un fascio di banconote sotto la saliera, con un messaggio scritto a mano. “Sono andato al lavoro. Esci coi ragazzi e divertitevi! Io torno stasera”.
Cassie mise le prime fette di pane nel tostapane con motivo floreale, e riempì il bollitore. Mentre stava preparando il caffè, Madison entrò, avvolta in un accappatoio rosa e in preda a qualche sbadiglio.
“Buongiorno”, la salutò Cassie.
“Buongiorno, sono felice tu sia qui. Tutti gli altri qui dentro si svegliano sempre prestissimo”, si lamentò.
“Vuoi del caffè? Tè? Succo?”
“Del tè, grazie”.
“Un toast?”
Madison scosse la testa. “Non ho fame per ora, grazie”.
“Cosa ti andrebbe di fare oggi? Vostro padre ha detto di andare da qualche parte”, disse Cassie, mentre versava a Madison del tè, come lei aveva chiesto, con un po’ di latte e di zucchero.
“Andiamo in paese!”, disse Madison. “È divertente nel fine settimana, ci sono un sacco di cose da fare”.
“Buona idea. Sai quando torna Dylan?”
“Di solito esce