s’immergeva nei pensieri del gruppo che era seduto al tavolo. Ascoltare il pensiero dei mortali era una cosa che non faceva da molto tempo.
Tasuki si offrì di andare a prendere il primo giro di drink perché il barista era suo cugino… non avrebbe sprecato la sua unica possibilità di fare colpo su Kyoko. Sapeva che lo considerava solo un amico ma lui voleva essere di più, se solo lei avesse aperto gli occhi e notato la sua devozione. Non sarebbe mai esistito un uomo che potesse amarla più di lui, non era possibile.
Suki sorrise nel sentire che Tasuki conosceva il barista e gli chiese di portare due Long Island Iced Tea per loro. Lui fece l’occhiolino a Kyoko e annuì, dicendo che sarebbe tornato subito. Poi andò subito a ordinare i drink.
Kyoko fissò Suki sbalordita, «Long Island? Ma noi…» iniziò, ma Suki agitò una mano per zittirla e disse: «Dai, Kyoko. Vivi un po’! Gli esami sono finiti e poi… abbiamo già bevuto altre volte.», cercò di sdrammatizzare sorridendo, poi alzò gli occhi al cielo. Sperando di cambiare argomento, aggiunse: «Devo ammettere che vestita così, e con quelle curve, non sembra che non hai l’età per bere qui.», poi rise per lo sguardo sorpreso della sua amica.
Kyoko la guardò scettica e le disse: «Due volte, Suki. Ho bevuto solo due volte e me lo ricordo a stento… e non ho bisogno di vestirmi così per dimostrare che sono maggiorenne.». Poi arrossì per quello che ricordava dell’ultima volta in cui aveva festeggiato il suo compleanno… per colpa di Suki non ricordava molto della sua stessa festa.
Ricordò la gigantesca ciotola di frutta che Suki le aveva passato con un sorriso innocente, sapeva che andava matta per la frutta e ne aveva approfittato. Lei l’aveva finita quasi tutta senza neanche accorgersi che era stata marinata nell’alcol.
“Mi metterà di nuovo nei guai… me lo sento!” pensò Kyoko, abbandonandosi mentalmente alla sconfitta. Gli altri le avevano detto che quella sera non riusciva né a camminare né a parlare.
Suki sogghignò, scrollando le spalle, «Quindi questa è la terza volta.», poi sorrise di gioia quando Tasuki portò i drink, e prese avidamente il suo bicchiere.
Kyoko si morse il labbro e mormorò qualcosa, poi si voltò e sorrise a Tasuki. Dopotutto, capitava a chiunque di essere messi sotto pressione dagli amici e lei, credulona com’era, cedeva sempre.
«Ecco i vostri Long Island Iced Tea.» disse Tasuki mentre si sedeva, bevendo un sorso del suo drink. Sentì il calore aumentare improvvisamente perché la bevanda era forte. Guardò suo cugino dietro il bancone e il suo sorriso birichino gli fece capire che le bevande erano più forti del normale.
Poi scosse la testa e guardò di nuovo le ragazze. «Agli esami, sperando di passarli a pieni voti.» disse per brindare, poi, guardando Kyoko negli occhi, aggiunse: «E speriamo di non perderci mai di vista, qualunque cosa accada.».
Lei arrossì e sorrise timidamente mentre prendeva il suo bicchiere. Bevve subito un sorso e spalancò gli occhi, il sapore le piaceva. “Se non riesci a batterli, unisciti a loro.” pensò, e fece l’occhiolino a Suki.
Immerse una cannuccia nel drink e in dieci minuti di risate e battute, il bicchiere si svuotò. Le guance di Kyoko erano arrossate mentre gli effetti dell’alcol iniziavano lentamente a manifestarsi.
Tasuki, sentendosi più a suo agio e un po’ più coraggioso, chiese alle ragazze se volevano ballare. I suoi occhi si oscurarono in modo attraente quando prese la mano di Kyoko e la condusse verso la pista da ballo, con Suki che le teneva l’altra mano.
Sapeva che quella sarebbe stata la notte migliore di tutto il periodo al college e non se ne sarebbe mai dimenticato.
A poca distanza, Kyou vide il giovane di nome Tasuki che prendeva per mano la ragazza dagli occhi verdi e sentì il bisogno di staccare le dita a quel tipo che osava toccarla. Nei suoi occhi poteva leggere chiaramente i sentimenti puri che provava per la ragazza, ma non si fidava ancora di lui.
Era un qualcosa che accadeva spesso nei locali notturni, un giovane che fa bere una ragazza e poi approfitta della sua ingenuità. I suoi occhi si tinsero di rosso mentre guardava i tre che si avvicinavano alla pista da ballo. Sentiva il bisogno di prendere quella ragazza e nasconderla da chiunque avesse voluto farle del male o possederla.
Si chiese il perché di quella strana sensazione nei suoi confronti. Se era davvero lei ad avere il cristallo, allora che cosa avrebbe dovuto fare? Una cosa era certa… l’avrebbe uccisa a mani nude, piuttosto che permettere a Hyakuhei di averla.
Se la leggenda era vera e il nemico avesse messo le mani sul potere del Cuore di Cristallo Protettore, non ci sarebbe stato modo di fermarlo.
Kamui sedeva invisibile sopra una delle enormi casse davanti al DJ, mentre guardava la pista da ballo dove Kyoko e Suki stavano ballando con un ragazzo. Alzò un sopracciglio quando vide chi era e un sorriso gli apparve sulle labbra quando notò l’aura color ametista che circondava il giovane.
La sua attenzione tornò sull’altro uomo che stava seguendo la sacerdotessa. Aveva già provato a bloccarlo quando Kyoko era ancora in fila all’ingresso, ma il guardiano maggiore era testardo come sempre. Le vibrazioni che Kyou stava emanando erano forti e leggermente contaminate.
«Kyou, a che stai pensando?» si chiese ad alta voce, sapendo che nessuno poteva ascoltarlo né vederlo. Guardando Kyou, che a sua volta stava fissando Kyoko, capì che era opera del destino. Il destino avrebbe sempre condotto i guardiani verso la loro sacerdotessa, in qualsiasi mondo o era.
Kamui avrebbe voluto far incontrare Toya e Kyou, ma sapeva che era meglio cercare di usare qualsiasi potere su Kyou. Sentì i brividi freddi che gli risalivano lungo il braccio al pensiero di far arrabbiare il pericoloso guardiano dorato.
Scrutò di nuovo la folla, sapendo che non era Kyou quello di cui doveva preoccuparsi. All’interno del club c’erano altri non umani, ma la vera oscurità si stava avvicinando sempre di più… chissà se anche Kyou riusciva a sentirla.
La cosa migliore che lui potesse fare, per il momento, era aiutare a nascondere i poteri di Kyoko da occhi indiscreti. Con quel pensiero saltò giù dalla cassa, ma i suoi piedi non toccarono il pavimento.
Capitolo 4
Mentre raggiungevano l’affollata pista da ballo, Suki e Kyoko iniziarono subito a muoversi al ritmo della musica, con Tasuki che le guardava affascinato. I corpi accaldati attorno a loro le facevano sudare mentre l’alcol gli scorreva nelle vene.
Suki si avvicinò a Kyoko, si abbracciarono e iniziarono a strusciarsi a vicenda. Si misero a ridere e continuarono a ballare come se fossero una coppia di fidanzati, perdendosi nella musica. Avevano imparato a ballare così quando erano piccole.
Prese da quell’attimo di puro divertimento, si erano momentaneamente dimenticate del loro accompagnatore.
Tasuki le guardava ballare in quel modo e sentiva il calore affiorargli sulle guance… “Accidenti!”… il suo corpo stava reagendo a quella visione. Gli sembrava di non avere più fiato nei polmoni. Guardare i loro corpi che si sfregavano l’un l’altro mentre le loro mani vagavano su entrambi era quasi difficile da sopportare.
Volendo unirsi al divertimento, decise di muoversi prima di perdere il coraggio.
Fermandosi di fronte a Kyoko, vide che aveva gli occhi chiusi. Poi guardò Suki, che sorrise e si accovacciò dietro la sua amica, per poi alzarsi lentamente mentre le accarezzava le cosce. Sperava che Tasuki avesse il coraggio di ballare allo stesso modo e gli disse: «Perché non balli con noi? È troppo divertente!». Poi sorrise e lo afferrò per la cintura, spingendolo verso Kyoko.
Lei spalancò gli occhi quando si sentì urtare da un corpo maschile e sentì le guance in fiamme quando si rese conto che Tasuki la teneva stretta. «Ehi.» gli sorrise timidamente, le piaceva il modo in cui i loro corpi si stavano toccando. Sapeva di potersi fidare di lui, non avrebbe superato i limiti, era sempre stato un gentiluomo.
Sentendosi un po’ audace, continuò a ballare con Suki, che si muoveva dietro di lei, e posò una mano sulla spalla di Tasuki… incoraggiandolo in silenzio.
Lui non aspettava altro e le afferrò i fianchi, iniziando a muoversi