Francesca e cercherò di rilassarmi, di occuparmi di altro-.
Il ricordo di quel giorno è così nitido : ero emozionata fissavo tutti gli insegnanti, tutte persone nuove intorno, volevo familiarizzare anche con i genitori dei nuovi compagni di Francesca.
Mentre ero assorta in queste riflessioni, mi viene incontro l'insegnante di lettere di Francesca. “Sono la professoressa Soldano – esordisce- le mie materie sono letterarie, ma seguo i ragazzi anche per il corso pomeridiano attinente al cinema ed al teatro;”
“Signora si sieda- dice ancora- è lei la mamma di Francesca! signora sua figlia è una ragazza meravigliosa;
mi prende la mano e mi dice ancora- “signora io non mi sbaglio mai in queste cose, perché sono una persona che ha superato molte prove ed ho sviluppato una speciale sensibilità ;io le dico che sua figlia ha
Attonita, meravigliata, forse addirittura infastidita . Mi dicevo “ma cosa vuole dire?– come mai non si interessa soltanto del profitto a scuola?.”
Comunque visto che era stata una giornata particolarmente altalenante dal punto di vista emotivo, ho continuato i colloqui con gli altri docenti, ho familiarizzato con alcuni genitori, in particolare con quelli di Flavia e di Martina con i quali avvertivo un forte affiatamento e rientrando a casa cercavo soltanto un po' di serenità.
In fondo era stata una bella esperienza, tutti in qualche modo concordavano sul fatto che Francesca era una ragazza valida, una che ha stoffa e questo mi / ci inorgogliva molto.
Come al solito al Natale si arriva in un baleno. La solita frenesia, ma in fondo un periodo pieno di festa e di preparativi.
Cara Alessandra, ti parlerò dell'amore speciale che Francesca nutre per il Natale!
Inizierò con un suo scritto che definisce fino in fondo il suo sentimento di bambina
Francesca insieme a papà Raffaele e talvolta insieme a suo fratello Gabriele, è artefice della creazione di bellissimi presepi. Di solito nella nicchia accanto al camino.
La base costituita da pezzi di tronchi d'albero, a formare la capanna, un tappeto di muschio autentico preso nel sottobosco di casa, e tanti tanti personaggi, e tanta inarrestabile creatività. Il risultato semplicemente magnifico.
Ma quello che eccitava di più Francesca erano i regali, soprattutto quelli per Natale.
Questa prerogativa la accompagnerà anche quando diventerà più grande.
I preparativi sempre imponenti. Il salvadanaio con i risparmi, preparato da mesi e poi …
Per la prima volta a Natale 2005 a sorpresa mi chiede di poter uscire con le sue amichette per poter comprare lei stessa i regali.
All'inizio sono un po' contrariata, non mi sorride l'idea -così piccola-, di mandarla in giro a fare acquisti.
Poi però cedo, è talmente gioiosa e sorridente, come chi si aspetta tanto da qualsiasi piccola cosa nella vita.
L'unica promessa è che i regali si comprano di mattina, da una certa ora ad una certa ora, e che i soldi messi da parte devono essere esattamente sufficienti per tutti i regali da comprare.
“”D'accordo dice lei”” e si accorda con le sue amiche della scuola media.
Loro sono un bel gruppetto e sembrano proprio affiatate. E così dopo due ore- esattamente come promesso- tornano raggianti piene di pacchettini, puntualissime e sono avanzati alcuni centesimi!
Meravigliata, ma orgogliosa di averle concesso fiducia ho pensato che ne è proprio valsa la pena.
Quel Natale nella prima parte delle festività ci riserva qualcosa di piacevole, ma col passare dei giorni proprio durante la pausa tra il Capodanno e l'Epifania qualche nube comincia ad addensarsi.
Ricordo come fosse ora, la finestra aperta per i fuochi d'artificio a mezzanotte, una fitta in gola, e un brivido di freddo mi percuote .
Il giorno dopo una febbre acuta e mia sorella che telefona e si preoccupa.
Ciò che mi ha colpito, non era tanto l'infreddatura, ma la sensazione profonda di qualcosa di insidioso, che ti fende, ti penetra come !
Pensare che tempo pochi giorni e quella sensazione si concretizza.
E' mia sorella questa volta che si sente male. Sembra una indisposizione, ma col passare dei giorni peggiora, la sento preoccupata .
E' il 9 gennaio 2006, il primo giorno di lavoro dopo le vacanze di Natale, lei che è insegnante elementare , deve rientrare a scuola.
Ma io la dissuado, e le impongo di non essere imprudente. Resiste ancora un paio di giorni, ma non riesce neanche più a ingoiare il cibo . La notte dell'11 gennaio decide di farsi vedere in ospedale.
La doccia fredda terribile, la ricoverano e la operano la notte stessa. La diagnosi post operatoria, non lascia scampo. L'istologia conferma i sospetti.
L'incubo si materializza in nemmeno 15 giorni. Da quel momento la malattia di mia sorella mi assorbe completamente e io cerco disperatamente di vivere il mio dolore e la mia preoccupazione in solitudine. Come fossero due binari paralleli.
La mia realtà fuori casa- comprende l'assistenza, a mia sorella, che vive da sola.
Mi sdoppio e cerco sempre a casa, al lavoro, di far trapelare il meno possibile.
I miei ragazzi sono sensibili e sicuramente sono provati, ma anche per darmi coraggio, non mollano . Cercano di non farsi vedere troppo tristi e preoccupati.
Così quando torno a casa, dopo essere stata in ospedale a trovare mia sorella, cerco di farmi avvolgere dalla confortante chiassosità della mia famiglia.
Mi serve questa doppia dimensione. In qualche modo loro riescono a ricaricarmi.
A darmi una motivazione.
Così se prima , facevo acrobazie tra lavoro, casa e figli; oggi mi tocca quasi l'impossibile.
Devo dire che in questa fase mio marito è stato una roccia e mi ha dato un aiuto enorme.
La sua presenza mi rassicurava. L'ospedale dove era ricoverata mia sorella è lo stesso dove lui lavora.
Non le faceva mai mancare il conforto di medici ed infermieri. Cercavamo di non lasciarla sola, di rassicurarla.
E in qualche modo lei dimostrava coraggio; forse proprio per non rischiare di demolirmi ulteriormente.
Il periodo da metà gennaio a metà febbraio 2006 è talmente intenso e terribile da sembrare un'unica giornata.
Altre nubi offuscano l'orizzonte, in arrivo altri problemi.
Ora ti racconterò l'incidente di Gabriele, il 21 febbraio del 2006.
La giornata, è una bella domenica di febbraio ,Gabriele decide di sistemare il motorino, io sono in ospedale da mia sorella a Roma.
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