Nonostante gli sballottamenti i bambini hanno continuato a dormire in macchina. Senza mai svegliarsi fino al nostro ritorno a casa alle h.03,00 di notte.
Data la predisposizione di tutta la famiglia per i viaggi, è capitato diverse volte, che alla fine della scuola, per il compleanno di Francesca il 20 giugno, siamo partiti direttamente per le vacanze.
E così abbiamo festeggiato in Calabria, con i bambini che abbiamo trovato nella località di villeggiatura. Come se fosse la cosa più naturale del mondo, spegnere le candeline in compagnia di perfetti estranei, ma lei divertita dispensava allegria e sorrisi.
Francesca è una bambina che ama la socialità e la libertà.
Queste due caratteristiche le coniuga perfettamente in ogni ambiente, ma anche e soprattutto a casa.
Per niente intimidita, dal fatto di dover trascorrere la maggior parte del tempo in compagnia del padre e del fratello, dosa le sue energie, la sua curiosità, la sua intraprendenza, facendo in piccolo tutto ciò che loro fanno, e non tirandosi assolutamente mai indietro.
Non è raro vederla cimentarsi a impastare gli gnocchi insieme a suo padre, o ruotare il mestolo nel tino per far fermentare il vino.
Per niente intimorita la vedi giocare insieme ai gatti o cercare di cavalcare il cane.
Anche di fronte alle abbondanti nevicate, tenendosi alla mano del fratello non desiste per poter giocare a palle di neve.
Costretta a volte dalle situazioni a giocare più con le macchinette, che con le bambole, guarda a volte infastidita ma incuriosita suo fratello che intende cimentarsi a fare il cuoco , rovistando tra i suoi giochi di piccole stoviglie e piattini.
Consapevole del carisma dei più grandi, preferisce affidarcisi, piuttosto che contraddirli.
E' così che guarda a suo fratello Gabriele. Lo vede autorevole, a modo suo, conviene cercare di andarci d'accordo, piuttosto che contrastarlo. In fondo sa che quando sono insieme lui fa sempre del tutto per difenderla e proteggerla.
Francesca crescendo sviluppa anche molta autonomia.
E una perfetta organizzatrice, capisce subito che dovrà crearsi un suo spazio, delle amicizie autonome, non legarsi troppo a nessuno delle figure familiari .
E ben chiaro nella sua mente che non può e soprattutto – non vuole, né vorrà mai- dipendere da qualcuno.
Ogni sua relazione familiare, avrà questa impronta, amore tanto per tutti, affetto grande, ma a nessuno sarà permesso di soffocarla, né tanto meno influenzarla.
L'apporto degli altri, sarà perciò strumentale, i suoi sentimenti saranno diluiti e distribuiti su più persone, per ognuna di loro, e .
Alla vigilia del suo ingresso alle scuole elementari, dopo una bella e lunga parentesi di asilo, Francesca appare curiosa di immergersi, in questa nuova esperienza.
La sua maestra dell'asilo nel congedarsi, quasi con le lacrime agli occhi, mi ha detto: “Peccato se ne va la più affidabile, la più amorosa di tutte, la mia “segretaria” preferita.”
Quando alla fine di ogni anno scolastico si svolge la recita a scuola, Francesca è contesa tra i due contesti. La scuola e la palestra.
Giugno che è anche il suo mese di nascita.
Giugno la travolge sempre di fatica, ma lei imperturbabile porta a compimento con profitto entrambi i saggi ed è raggiante.
Sul palcoscenico del teatro col suo tutù rosa, senza alcuna vanità, ma con grazia e decisione porta a termine le figure che Miriam le ha insegnato con tanta pazienza ed i risultati sono eccellenti.
Alla soglia dei sei anni le estati sono lunghe e noi che dobbiamo sempre organizzarci con i turni di lavoro per riuscire a guardare i figli, cominciamo a guardarci intorno.
Tre mesi senza scuola sono interminabili; Il nostro obiettivo sono i centri estivi.
Ci hanno parlato bene dell'oratorio di Capocroce a Frascati.
Gabriele che sta iniziando il catechismo per la Prima Comunione ha già conosciuto don Vincenzo.– “”E' un personaggio tosto, un trascinatore uno che ci sa fare””– commenta lui. Ed è proprio Gabriele a farsi promotore dell'iniziativa : “”Ogni estate a Capocroce ci sono 15 giorni di vacanza con gli animatori: una specie di giochi senza frontiere, intervallati da gite al mare a Torvaianica, un litorale piatto vicino Roma””.
Tanto entusiasmo da parte di Gabriele quasi sorprende, l'ultima volta che l'ho visto così deciso è stato quando ha scelto come sport la scherma!
Comunque un po’ incuriosita, ma anche disperata dalle circostanze, ho deciso di andare a parlarci. La questione era imponente: come facevo ad iscrivere soltanto Gabriele che ormai aveva 11 anni?
E con Francesca come avremmo fatto? L'idea di lasciarla a Roma dalla nonna non poteva essere una valida alternativa.
All'incontro, -Don Vincenzo mi accoglie con un sorriso enorme e pieno di fiducia- e mi dice, “”Non disperarti fammela conoscere, vediamo- se è una bambina a modo e responsabile si può fare! “”
Incredula torno a casa, e racconto l'accaduto: Francesca pur non avendo compreso completamente la situazione saltellava già di gioia.
Certamente in quel caso suo fratello sarebbe stato il suo alfiere. Durante l'incontro:
Don Vincenzo ci dice “” Me la porto con me al mare, stai tranquilla, questa bambina è meravigliosa ed è più responsabile anche di suo fratello. Iscrivila al centro estivo e prendi per lei la maglietta più piccola che c'è. Semmai , se è troppo lunga faremo un nodo. Sarà la nostra mascotte!”
Il ricordo della gioia di quelle estati ancora mi pervade! La frenesia di preparare gli zaini per andare al mare, vederli tornare stanchi, scottati dal sole, pieni di sabbia, ma felici.
Li sentivi cantare mentre li portavi a casa.
Finalmente qualcosa da condividere: Le rivalità per le gare sempre a cercare strategie per far vincere la competizione alla propria squadra.
I nomi delle squadre erano quelli dei personaggi delle fiabe, oppure dei fumetti, oppure di eroi fantastici. Le magliette tutte di colori diversi erano come una lavagna, piene di scritte di firme di disegni.
Che bella atmosfera. Ricordo la gioia ogni mattina, quando nelle limpide mattine d'estate, li lasciavo mano nella mano, con le promesse di una nuova avventura da vivere.
Li guardavo, mentre mi allontanavo per andare al lavoro, i miei ragazzi, ed ero piena di orgoglio e di gratitudine. Grazie Don Vincenzo!
Al ritorno una volta che ero arrivata in anticipo a riprenderli, mi capitò di assistere alla cerimonia degli oggetti dimenticati. C'era una specie di vendita all'asta.
Solo che chi si era dimenticato oggetti sulla spiaggia, poteva riappropriarsene, con la promessa di maggiore attenzione nel futuro, e recitando qualche preghiera.
Don Vincent l'altro sacerdote giovanissimo, che li accompagnava, era uno specialista del recupero oggetti; e riusciva sempre a raccontare qualche storiella divertente per finire bene la giornata. Altra sua specialità era la chitarra. I ragazzi ne erano entusiasti. Alla conclusione del periodo del centro estivo, dopo due settimane, c'era la festa finale fino a tarda sera.
Il cuore dell'oratorio era il teatro. Lì si svolgeva la cerimonia di premiazione di tutte le squadre.
Ma prima della premiazione, c'era un vero e proprio spettacolo di canti, balli e recite.
Gli animatori davano la loro parte migliore, nell'organizzare tutto, i testi, i costumi, e soprattutto le danze. Indovina un po' chi primeggiava nelle danze?
Francesca ancora così piccola, ma così determinata, svincolata per un po' dalle rigide regole della danza classica, si lanciava in capriole e rullate, quasi che stare con la testa in giù, fosse uguale ad avere i piedi per terra.
Ogni anno in occasione della festa di Capocroce,