“E … sacrifichiamo semplicemente Apollo invece di trovare un modo per aggirarlo?” Nessuna grande perdita, ma senza Helios di nuovo nel suo carro, la cosa diventava problematica. Non che Hermes potesse biasimarlo per l’emancipazione auto-dichiarata. Se non fosse stato per il destino incombente, gli avrebbe organizzato una festa. Sfortunatamente, nessun Dio poteva sostituirlo a lungo termine e questo era il problema. Apollo era l’unico rimpiazzo fino a quando una nuova era di immortali sarebbe nata. Finora non era successo.
“Non ho intenzione di rischiare mia moglie” iniziò Zeus.
Anche se lui l’aveva tradita con metà della popolazione del mondo. Ben detto, papà.
“… Quindi ho bisogno che tu trovi Helios e lo riporti qui”.
Ovviamente. Sbatté le palpebre. “Aspetta! Davvero vuoi che lo trovi?” Finalmente! Qualcosa che poteva fare con i suoi poteri oltre a girarsi i pollici. Zeus annuì e questo lo rese sospettoso. Hermes incrociò le braccia e aggiunse: “Fammi indovinare, cercare Apollo, che è l’unico che hai localizzato, significa interferire con qualcosa che coinvolge i Satiri, non è vero?” Che intenzioni aveva Apollo in quel momento? Lui digrignò i denti. “Lo giuro, se cerca di nuovo Melancton e Daphne, io …”.
“Non farai nulla perché tu non stai interferendo con i Satiri, ricordi?” Zeus sciolse il suo fulmine con un sospiro. “Apollo ha scoperto di non aver ucciso Echidna a Delfi in passato. Lo sciocco ha deciso di finire il lavoro prima che io scoprissi che si era nascosta e non era morta”.
Hermes alzò una mano per fermarlo. “Un po’ come sta facendo Helios adesso. Come facciamo a sapere che non è con lei? Sono entrambi Titani, dopo tutto”.
“Se lo è, scopriremo cosa fare quando sarai lì. Non avvicinarti a lui in tal caso. Non voglio che tu sia attaccato e preso in ostaggio”.
“Ah! Se qualcuno riesce a prendermi, merito di essere fatto prigioniero”.
Zeus lo fissò con uno sguardo duro. “Hanno un esercito di Vrykolakas. Uno di cui non conoscevo l’esistenza fino a quando non ho iniziato a cercare Helios. Non è grande, intendiamoci, ma sono formidabili”.
Beh, questa è sfortuna. Mentre Hermes aveva dubitato di poter essere catturato a meno di restare in quel luogo abbastanza a lungo, loro avrebbero intercettato Hermes mentre attraversava i loro territori. “Molti di quelli che escono dalla falegnameria ultimamente”, disse lui. “Ricorda come Apollo ha trovato l’ascia che ti ha mostrato e poi ha dato a Dioniso”. Aveva usato un Vrykolakas di nome Bremusa per rintracciare il sangue di Daphne e ora quella creatura vampira aveva una strana fissazione su un Satiro di nome Vander. Hermes aveva tentato di metterlo in guardia dall’Arcadiano e ora c’era un loro esercito con Apollo.
Coincidenza? Ne dubito.
Da tutto questo scaturiva un’ultima domanda: Dioniso avrebbe potuto giocare contro il Dio dell’Olimpo aiutando Helios in qualche modo? Con Zeus e gli Dei che si affrettavano a cercare una soluzione per la situazione del carro del Sole, era un diversivo perfetto. Quindi, quando sarebbe arrivato il primo colpo e a chi sarebbe stato destinato?
CAPITOLO 2
Se ci fosse mai stata una volta in cui Hybris avesse avuto bisogno della sua immortalità e dei suoi pieni poteri, quel momento era ora. Quando poteva essere utile. Il carro del Sole era andato fuori orbita e, da quello che aveva ascoltato attraverso la video chat al computer con i Satiri a casa di Pan nel New Jersey, anche Apollo era scomparso. Il segnale era andato perduto quando avevano catturato un Vrykolakas che poteva sapere la posizione del Dio. Se erano coinvolti i vampiri, non si metteva bene per lui.
Hybris si adagiò di nuovo sul divanetto nel caratteristico salotto di Ariston e Lily. Ariston aveva ricostruito la fattoria della sua famiglia vicino alla base del Monte Helicon in Grecia. La casa era accogliente e la compagnia piacevole, eppure stava ancora impazzendo per la noia.
Trascorrere del tempo con Pan, Kat e Leonida la riempiva di felicità ma Pan era andato a combattere una qualche battaglia per salvare un amico ed era inutile aiutarlo. Avrebbe preferito fare qualcosa piuttosto che rimanere sdraiata tutto il tempo mentre gli uomini si occupavano di tutto. Hermes non avrebbe permesso a Pan di considerarla una risorsa poiché gli unici poteri che aveva mantenuto erano quelli direttamente collegati all’arroganza. Gli unici che erano rimasti che poteva usare, e nel suo desiderio di tenerla a distanza, Hermes aveva dimenticato di cosa era capace quel potere in un combattimento.
Ah, insolenza … L’insolenza di Apollo doveva essere smisurata. Hybris avrebbe potuto riattivare i suoi poteri e dare uno schiaffo ai suoi rapitori. Avrebbe potuto perdere un po’ di sangue nella trasformazione, ma l’impulso del potere le avrebbe impedito di essere catturata come quell’idiota. Che patetica scusa per un Dio dell’Olimpo. Uccidere Satiri senza motivo se non quello di dimostrare che aveva le palle. Non poteva nemmeno avere una ragazza senza tenerla prigioniera. Spregevole.
Ma no, Hybris era in panchina perché a Nemesis era stata finalmente concessa l’approvazione per punirla per la sua arroganza – che non era assolutamente colpa di Hybris visto che era la sua fonte di energia! Quindi ora Hybris era mortale e priva della maggior parte dei suoi poteri, dicendole che avrebbe conservato solo quelli utili per continuare a vivere. Sarebbe invecchiata normalmente e poi sarebbe morta. Non mostrava ancora segnali d’invecchiamento, ma il suo orgoglio la metteva in piedi davanti allo specchio ogni mattina per controllare. Ieri aveva creduto di trovare un capello grigio nelle ciocche di ebano, ma era stato solo dentifricio perché adesso doveva anche lavarsi i denti. L’immortalità la congelava in uno stato perfetto e la mortalità l’avrebbe fatta a pezzi. Così all’inizio aveva deciso che una carie non sarebbe stato il suo primo errore mortale.
Sempre irrequieta, Hybris si alzò e vagò per la casa finché non raggiunse la nursery di Leonida. Il dolce bambino dormiva nella sua culla, con la bocca spalancata in un sonno beato. Allungò una mano e la passò nei capelli morbidi e scuri sulla sua fronte. Hybris aveva visto Pan bambino per un breve periodo, a causa del suo stupido orgoglio. Spaventata dalla maternità, aveva parlato di come non fosse adatta per quel ruolo. A causa dei suoi poteri, non poteva rimangiarsi le parole e aveva scoperto che non sarebbe potuta ritornare qualora se ne fosse andata.
Hybris doveva ancora controllare le sue parole o avrebbe condannato se stessa un’altra volta. Avvicinò il peluche Pegaso al bambino, così lo avrebbe preso quando si fosse svegliato. Era il suo giocattolo preferito. Non aveva dubbi sul fatto che quando la cavalla avrebbe dato alla luce il puledro di Pegaso, i due giovani sarebbero diventati rapidamente amici. Rimaneva da vedere se il puledro avrebbe avuto le ali di suo padre.
Nella pace della nursery, Hybris strinse le dita e imprecò sottovoce. Doveva fare qualcosa. Con Pan che si occupava di Dioniso e l’anomalia del Sole che creava una notte eterna e senza stelle, si sentiva così inutile. Così mortale. Che cosa avrebbe potuto fare per aiutare? Adesso era vulnerabile, ma a parte Dioniso e Apollo, i nemici di suo figlio non sapevano chi fosse. I Satiri Beoziani non avevano mai visto la sua faccia né sapevano della sua relazione con Pan. Hermes non aveva mai condiviso l’informazione di chi fosse la madre di Pan con nessuno e aveva fatto di tutto per creare voci multiple in modo che gli umani non potessero nemmeno trascriverlo nei loro libri di mitologia.
Chiuse gli occhi e si fermò nel mezzo della stanza. Hermes. Non si era resa conto di quanto le mancasse fino a quando non aveva trascorso del tempo con lui. Fino a quando non lo aveva visto tutte le settimane, a volte tutti i giorni, e lui le aveva concesso a malapena uno sguardo. Faceva male, ma se lo era meritato.
Cos’altro poteva aspettarsi dopo aver rinunciato ad impegnarsi, di sapere che avrebbe fallito e di averlo fatto senza avergli dato una possibilità? Aveva lasciato Hermes con un bambino e non era tornata indietro, relegata nel guardare di nascosto Pan che cresceva.
Aveva deciso di fare ammenda prima di diventare mortale, ma il tempo non era stato proprio dei migliori. Pan aveva impiegato due mesi per lasciarsi andare, con l’aiuto della sua fidanzata. Pan aveva perdonato Hybris ma Hermes si era rifiutato. Un fatto che aveva incuriosito molto il loro figlio, anche se non era sicura del perché.
“Devo