i ripiani in disordine e diverse strisciate sul tappeto, a testimonianza della fretta con cui Matt aveva raccolto e impacchettato i suoi possedimenti.
Beh, ora se n'era andato per sempre dalla sua vita. Uno come lui era meglio perderlo che trovarlo.
Trascinò i piedi fino al bagno e buttò giù due Advil con un bicchier d'acqua. Poi tornò sotto le coperte, sperando che avrebbero presto fatto effetto, cercando di pensare il meno possibile, per non far peggiorare il mal di testa.
Per passare il tempo, Olivia prese il telefono e controllò i suoi social media. Era da settimane che non dava un'occhiata a cosa stessero facendo i suoi amici, o che non pubblicava qualcosa di nuovo sul suo profilo.
Aprì Instagram e fu felice di vedere che una sua ex collega aveva adottato due adorabili gattini a pelo rosso. Diversi scatti che li ritraevano giocare, rincorrersi e sonnecchiare occupavano la bacheca di Olivia.
Scorrendo lungo il feed, Olivia rimase incantata dalle foto di un coloratissimo matrimonio alle Hawaii pubblicate da un'altra sua conoscente.
Alla vista dell'immagine successiva, i suoi occhi si spalancarono.
Era una villa toscana di una bellezza disarmante. Ulivi, pietre di un caldo color sabbia e, sullo sfondo, vigneti a perdita d'occhio. Per un attimo le sembrò che si trattasse di un prodotto dalla sua immaginazione.
Vide che era un post di Charlotte.
Charlotte era un'amica di vecchia data. Per la precisione, erano state migliori amiche ai tempi della scuola. Quando erano entrambe delle bambine, si divertivano a fingere di essere sorelle, o addirittura gemelle, e spesso la gente ci cascava. Nel corso degli anni, si erano viste sempre di meno, complice il lavoro che le aveva portate in diverse città. A Olivia venne in mente che, di lì a poco, Charlotte si sarebbe dovuta sposare. Forse era andata in Italia col fidanzato a cercare la location perfetta per il suo matrimonio.
“#VillaVibes,” Aveva scritto Charlotte. “#TuscanSummer #wine #freedom.”
Olivia decise di lasciare un commento.
"Che posto stupendo."
Con sua sorpresa, la risposta dell'amica arrivò quasi subito.
"Vieni a trovarmi! Sono qui da sola e sto cercando qualcuno con cui condividere la casa. Due camere da letto e affittata per tre mesi!"
"Da sola?" chiese Olivia, aggiungendo un emoji sorpresa. "E il matrimonio?"
"Annullato. #singleisfreedom #viverebeneèlamigliorvendetta," fu la risposta di Charlotte, conclusa da un treno di emoji.
Olivia fissò il messaggio in stato di shock. Cosa aveva potuto spingere l’amica ad una decisione tanto drastica? Sentì anche una punta di invidia, perché Charlotte aveva chiaramente deciso di cambiare aria, e si stava ricostruendo una vita in un piccolo paradiso all'estero.
Oliva era nella stessa situazione, ma finora l'unica cosa che aveva fatto era stata procurarsi un gran mal di testa con del vino scadente.
"Se solo potessi! Forse la prossima volta!" rispose.
Chiuse gli occhi. Se solo avesse preso delle decisioni migliori in passato, a quell'ora avrebbe potuto essere seduta su un'altalena di ferro battuto, chiacchierando con Charlotte all'ombra di un ulivo, godendosi la vista dello splendido cortile in pietra affacciato sulle colline e sui vigneti. Poteva quasi immaginare come la brezza leggera le avrebbe accarezzato i capelli, mentre avrebbe sorseggiato un buon Chianti.
La strategia di Charlotte per superare il suo periodo di sofferenza le sembrava decisamente più costruttiva. Però, Charlotte non aveva dovuto avere a che fare con un incubo di campagna pubblicitaria, come invece era stato per lei.
Olivia si ricordo dell'importante riunione di quella mattina. Avrebbe avuto il coraggio di mantenere la promessa fatta la sera prima? Avrebbe avuto il coraggio di prendersi un periodo di ferie e di chiedere a James di farle seguire altri clienti al suo ritorno?
In quel momento, nell'accecante luce del sole, con la testa pulsante di dolore, le sembrava una cosa ridicola. Non poteva di certo prendere una decisione così irresponsabile e avventata. Avrebbe deluso molte persone. Avrebbero pensato male di lei. E, in ogni caso, James non gliel'avrebbe permesso. Le avrebbe probabilmente riso in faccia.
Distogliendo la sua attenzione da Instagram, Olivia notò con orrore che erano già le sei.
Mentre aveva perso tempo a chattare online e a sognare la Toscana, un'altra notifica era apparsa sul suo telefono. Era un messaggio di James.
"Olivia ho bisogno che tu sia qui non più tardi delle sette meno dieci. L'intero team esecutivo della Kansas Food e dei Vini della Valle parteciperà al meeting di stamattina. Dobbiamo vederci almeno dieci minuti prima per fare il punto della situazione."
Anche se fosse uscita di casa in quel preciso momento, Olivia sarebbe comunque arrivata in ritardo per il briefing.
Olivia saltò giù dal letto, imprecando a denti stretti. Agguantò il primo completo da lavoro su cui riuscì a posare le mani e si vestì affannosamente, per poi correre in bagno a truccarsi.
Come premette l'interruttore della luce del bagno, la lampadina si fulminò con un pop.
Olivia imprecò nuovamente. Non era quasi mai in ritardo. Ma quelle rare volte che lo era, la sua vita sembrava cospirare contro di lei.
Si truccò nella semi-oscurità, annotandosi mentalmente di controllare se il mascara fosse sbavato.
Infine, raccolse la borsa e le sue cartelle di lavoro, per poi sfrecciare fuori dalla porta del suo appartamento.
Mentre passava davanti all'appartamento del vicino, la porta si aprì.
"Ehi. Chi non muore si rivede. Avrei bisogno di parlarti."
Era Len, il vicino. Len il Logorroico, come l'aveva soprannominato lei, dato che parlava in continuazione, incapace di chiudere in fretta una conversazione. A dire il vero non riusciva nemmeno ad iniziare in fretta una conversazione. Len era una persona molto eccentrica. Aveva guadagnato una fortuna lavorando nel mondo dell'informatica.
Olivia sorrise, ma più che un sorriso le uscì una smorfia stressata. Con tutti i giorni che c'erano, proprio oggi doveva incrociare Len il logorroico sulla porta di casa?
"Mi dispiace. Sono in super ritardo per il lavoro e—" esordì Olivia.
Len continuò a parlare, aggiustandosi i capelli arruffati, come se non l'avesse sentita. Sembrava che avesse ancora addosso il pigiama. Len aveva sempre quell'aspetto, forse nel suo guardaroba c'erano solo dei pigiami.
"Ti ricordi che l'anno scorso ti avevo chiesto se eri intenzionata a vendere il tuo appartamento? Beh, vorrei solo ricordarti che la mia offerta è sempre valida. Ho bisogno urgente di spazio extra e in questa parte della città c'è la migliore fibra ottica. Mi serve spazio per lo studio e anche per il mio nuovo set di modellismo ferroviario, che occupa un'intera stanza. In più, ho altri due set di modellini in scala ridotta che hanno comunque bisogno di una stanza tutta per loro."
"Ah, sì?" Olivia fece un respiro prima di declinare educatamente l'offerta, ma lui continuò imperterrito a parlare.
"E da poco ho anche tre nuovi gatti, a cui serve un posto per giocare. Non posso lasciarli nella stessa stanza dei modellini." Scosse tristemente la testa. "Ci ho provato e non è andata troppo bene. Forse ti farà piacere sapere che i gatti hanno avuto la meglio."
"Ma che sollievo," fece Olivia.
"Sono pronto ad aumentare la mia offerta."
Olivia si sentiva sul punto di urlare.
"No, Len. Sul serio. Mi dispiace per i tuoi gatti e per i tuoi treni. E per i tuoi nuovi gatti. E per i tuoi treni più piccoli, ma al momento non voglio vendere. Se dovessi cambiare idea, ti assicuro che sarai il primo a saperlo."
Len aveva smesso di ascoltare aveva cominciato a guardarla in modo strano.
"Ti sei fatta male? Hai avuto una discussione violenta col tuo ragazzo?"
Olivia sgranò gli occhi. "No, come mai?"
"Sembra che tu abbia un occhio nero, il sinistro."
"Oh.