Brenda Trim

Svelare Il Re Dei Fae


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un rischio per Ryker” aggiunse Sol.

      “E gliela faremo pagare per aver fatto del male a Maurelle. Nessuno la fa franca se la fa sanguinare” promise Daine.

      Ryker desiderava vendetta quanto lo voleva Daine. Era per questo che voleva così tanto trovare quel tizio? No. Era perché si rifiutava di far soffrire ulteriormente il proprio popolo. Chiunque fosse quel Savelle era malvagio e voleva controllare l’intero reame. Si trattava di qualcosa che aveva fatto per quasi due decenni, facendo sembrare che fossero stati gli umani ad appropriarsi di tutto ciò che serviva ai Fae.

      “La pagherà” promise Ryker. “Per tutto ciò che ha fatto. Dobbiamo sapere dove si trova, ma anche che ruolo abbiano gli umani nel suo piano. Dall’esterno sembra che siano loro a gestire il reame. Hanno rubato le terre che appartenevano di diritto ai Fae. È per questo che siamo deboli come non lo siamo mai stati”.

      “Ci ha estirpati delle nostre aree in modo da essere l’unico ad avere accesso agli elementi presenti lì. Così, non solo noi ci siamo indeboliti, ma lui è diventato più forte. Si trovava nella posizione perfetta per utilizzare delle pozioni per controllarci a proprio vantaggio. Questa cosa finisce adesso. Non saremo più relegati nel ghetto”.

      “Come possiamo farlo se gli umani lo supportano?” domandò Shiloh. “Lo voglio più di qualsiasi altra cosa, ma non voglio che tu resti ferito o peggio. I tuoi genitori volevano che tu vivessi”.

      “Per questo sono qui. Ho bisogno del vostro aiuto” ammise Ryker.

      I membri del gruppo si guardarono a vicenda, quindi Phoebe prese l’iniziativa. “Uno di noi si deve infiltrare nel Consiglio. Considerata la perdita dei membri ne dovranno convocare altri. Nessuno è felice del fatto che gli umani continuino ad occupare le nostre terre. Savelle dovrà arrendersi quando inizieremo ad avanzare delle richieste”.

      “Speri che lo faccia. Ma forse non gli servirà più un Consiglio” commentò Maurelle. “È in grado di manipolare la mente della maggior parte della popolazione, ed il nostro gruppo ridotto non ha possibilità di vincere contro gli umani. Di cui la maggior parte sono innocenti”.

      Galina annuì. “Hai ragione, ma è l’unico modo in cui possiamo cominciare. Se vogliamo riprenderci il reame con il minimo dei danni ci servono ulteriori informazioni circa la dinamica delle cose”.

      “Stai dando per scontato che riusciremo a rimuovere gli umani dal reame quando Ryker salirà al trono. Hanno armi da fuoco che ci possono annientare senza troppo sforzo” aggiunse Oberon dando un’alzata di spalle.

      “Stai suggerendo di non fare niente?” ribatté la mamma di Ryker.

      Il ragazzo si portò la mano in tasca e vi estrasse il talismano datogli da Shineah. Quindi lo porse a Maurelle. “Basta” esclamò lui. I presenti rimasero subito in silenzio, e portarono tutti lo sguardo su di lui. Ryker allargò le proprie ali rosse e nere, ed incrociò le braccia al petto.

      “Chi vuole infiltrarsi nel Consiglio? Porteremo avanti questo piano. Non possiamo restare fermi. Ci sono molte incognite, ma ciò che so è che Savelle verrà eliminato, e i Fae ricostruiranno il loro reame in modo da portarci più beneficio”.

      “Cercherò una pozione” gli disse Oberon.

      “Posso farlo anch’io” commentò un maschio dagli occhi color ambra e dalle ali dorate e color granata.

      “Sei sicuro, Devon? Ci servi in una posizione di controllo nei confronti delle forze dell’ordine” gli chiese Galina quando si allungò verso un calice vuoto, con l’intento di versarsi del vino. Ryker l’anticipò, servendole il vino e porgendole il calice. La donna gli sorrise e gli accarezzò una guancia con la mano, come a volergli ricordare quanto gli avesse voluto bene per tutta la sua vita.

      Ryker doveva ringraziare Galina poiché l’aveva cresciuto facendolo diventare il maschio forte e determinato che era. La donna aveva dedicato la propria vita a lui, ed il Fae avrebbe fatto in modo di assicurarsi che la propria madre avrebbe avuto una vita migliore da quel momento in poi. Si meritava di vivere nel lusso; il ragazzo era però al corrente che Galina non avrebbe mai voluto una vita simile se gli altri non avessero avuto il necessario per sopravvivere.

      “Manterrò la mia posizione, nonostante lui molto tempo fa mi chiese di unirmi al Consiglio. Non capii perché, quindi all’epoca mi rifiutai. Adesso non posso fare a meno di chiedermi se avessi invece percepito qualcosa del genere” ammise Devon.

      “Dobbiamo collaborare per fare in modo che Ryker prenda il potere” li informò Shineah. “Il destino del nostro reame è nelle nostre mani. Raccogliete quante più informazioni possibili in modo da essere pronti per aiutare quando verremo chiamati”.

      Il gruppo accettò il piano, e Ryker abbracciò Maurelle quando si rese conto della loro posizione precaria. Odiava che la propria compagna e Guardia reale fossero al centro della questione. Erano più in pericolo di quanto lo fossero stati durante l’anno precedente, quando erano quasi morti per mano dei suoi nemici.

      Se solo Ryker avesse potuto fare questa cosa da solo. Shineah incrociò lo sguardo di lui e scosse il capo. ‘Hai bisogno di loro. Fallirai se cercherai di affrontare Savelle senza i tuoi alleati al tuo fianco’.

      A Ryker vennero le vertigini quando la Peridun comunicò telepaticamente con lui. Sapeva che la donna aveva ragione. Ciò non rendeva però il tutto più facile da accettare. A prescindere da qualsiasi altra cosa, Ryker avrebbe fatto tutto il possibile per assicurarsi che i suoi alleati fossero al sicuro quando sarebbe giunto il momento. La priorità era trovare il Fae Oscuro ed eliminarlo. E non vedeva l’ora di farlo.

      Capitolo Due

      Maurelle si spostava avanti e indietro nella stanza dei ragazzi. Il loro terzo ed ultimo anno aveva avuto inizio poco tempo prima. La Fae credeva che dopo tutto ciò che avevano passato sarebbe stata in grado di gestire quello che avrebbero dovuto affrontare.

      La ragazza si ritrovava invece con i nervi a fior di pelle, e si sentiva come se stesse per vomitare. Nelle due settimane precedenti non aveva avuto appetito, e non riusciva a dormire. Doveva fare qualcosa al riguardo. Non avevano fatto progressi nel trovare Savelle e nemmeno nell’infiltrarsi nel Consiglio.

      “Non mi sorprende che il bastardo non stia facendo nulla per rimpiazzare i membri persi del Consiglio. Ha quello che gli serve. Il controllo sulla maggior parte del reame. Quelli per cui lui non tira le fila possono morire. Perché far entrare membri sconosciuti nella mischia? Dovrebbe accaparrarsi la loro simpatia” disse Daine. Questi sedeva sul divano, sfogliando le pagine del loro libro di storia.

      Brokk mise da parte il libro e si appoggiò con i gomiti alle ginocchia. “Già, ma potrebbe anche usare le sue pozioni sui nuovi membri. Sta perdendo il controllo dei suoi adepti. Non sarà in grado di resistere ancora a lungo. Di sicuro lo sa”.

      Ryker scosse il capo ed afferrò la mano di Maurelle quando la ragazza gli camminò accanto. “Non è detto. Ha perso un po’ di terre, ma non tante. Ci siamo presi i membri del suo Consiglio, ma non siamo riusciti a rimuovere la pozione che influenza la scuola. Savelle ha già infettato la maggior parte della popolazione Fae, e ha il dominio sugli umani. Non abbiamo nemmeno toccato uno di quei gruppi”.

      Maurelle sospirò e decise di dover condividere la propria opinione, e pensò che avrebbe anche dovuto fare delle ricerche, dato che il loro ultimo anno aveva avuto inizio qualche settimana prima. Non avevano ancora ricevuto notizie dai membri della ribellione che si sarebbero infiltrati nel Consiglio per raccogliere informazioni sul loro nemico. Savelle, che gran pezzo di merda di Fae Oscuro.

      “Siamo in inferiorità numerica, e non avremmo un impatto importante nemmeno se riuscissimo ad uccidere Savelle” sbottò lei, guardando ogni ragazzo negli occhi. Maurelle si era ritrovata a tenere a quei quattro maschi molto più di quanto riteneva possibile. Non si sarebbe mai immaginata di avere un vero compagno, figurarsi quattro. La Fae aveva però intenzione di accettare che quella fosse la propria realtà.

      “In che senso?” domandò Sol.