ma le giurisdizioni servono comunque. Possono aiutarci a riprenderci le nostre terre dagli umani. Siamo troppo pochi per gestire un’impresa del genere”.
“Ha senso. Non possiamo basarci sul fatto che la ribellione faccia tutto al posto nostro. Dobbiamo fidarci del fatto che proveranno ad avere la meglio sul Fae Oscuro e che qualcuno al potere organizzerà e gestirà le iniziative” disse Sol quando elaborò ciò che Maurelle aveva appena detto.
“Esatto. Si tratta di un processo massiccio. Gli umani si sono infiltrati in tutti i settori, e non sarà facile rimuovere chi si trova al potere. Sono qui per aiutare, e so che anche per loro è lo stesso” disse la ragazza quando indicò gli altri ragazzi. “Ma ti servirà ben altro che il nostro aiuto per reclamare il tuo regno. Le forze dell’ordine degli umani rappresentano solamente uno degli ostacoli che dovrai superare”.
Ryker si mise al fianco di lei e le prese le mani nelle proprie. “Non sono coinvolto solo io. Si, sono l’Alto Re, ma non sono niente senza te e gli altri. Dicevo sul serio quando ti ho detto che voglio rivendicarti come mia compagna. Mi gira la testa se solo penso a tutto ciò che devo esaminare. Non ho modo di sapere quale sia la risposta in questa situazione, o quale sia il miglior modo di procedere”.
“Ti amo” gli disse Maurelle quando le si strinse la gola dall’emozione.
“Hai ragione. Dobbiamo affrontare insieme questa cosa” esordì Brokk quando si alzò in piedi e si sedette sul tavolino da caffè di fronte a loro. “Credo che Maurelle non abbia tutti i torti. Si tratta di qualcosa che va alle radici dei Fae. C’è un motivo per cui gli Dèi fondarono la nostra società tramite tali strutture. Forse la nostra situazione attuale rappresenta una punizione per non aver seguito i piani”.
“Dubito che gli Dèi siano esseri vendicativi” commentò Sol. “Sicuramente non sono soggetti alle nostre carenze. Ad ogni modo dobbiamo raccogliere ulteriori informazioni su come creare tali giurisdizioni, e a chi attribuire i ruoli di potere”.
“Non sono così sicuro sugli Dèi. I miei genitori non si meritavano di venire uccisi, e la loro gente non meritava di venir schiavizzata da uno stronzo assetato di potere. Hai letto qualcosa sui principi e le principesse? Sarebbe d’aiuto se i loro discendenti portassero un’identità reale che potessi riportare alla luce” rifletté Ryker.
Maurelle ripensò ad alcuni passaggi che aveva letto durante la pausa estiva. “Non ne ho idea. Ho letto che si sono dispersi. Potrebbe essere chiunque. Dovrò svolgere ulteriori ricerche sulle identità degli ultimi aristocratici di cui vi è notizia. In tal modo, quando saremo a conoscenza delle loro identità, dovremmo poter risalire ai membri delle loro famiglie”.
“Credi davvero che sia necessario?” domandò Daine quando le accarezzò la schiena con le dita. La ragazza si era appoggiata al petto solido di lui, ed era circondata dal calore emanato dal Fae. Il suo profumo delizioso le faceva venire i brividi di piacere. Le risultava sempre più difficile concentrarsi sullo scambio che stavano intrattenendo. Era però di vitale importanza. Eppure Maurelle faticava a formare un pensiero sensato.
“Non ne ho idea. Non mi ricordo di nessun documento che tratti di come abbiano ottenuto le loro posizioni. È qualcosa che si mette per iscritto? Voglio dire, non ho mai ricercato il tuo ruolo, ma ora mi chiedo se per caso fosse specificato da qualche parte come gestire l’identità che viene tramandata da genitore a figlio”.
Ryker accorciò ulteriormente la distanza fra sé stesso e la Fae, la quale si ritrovava immersa anche nell’odore di lui. L’elettricità le pulsava nelle vene mentre cercava di restare concentrata sulla conversazione. Voleva smettere di parlare ed iniziare a baciarlo.
“Qualcuno sa qualcosa che ci aiuterà. Grazie per avermi aiutato a trovare una possibile soluzione a qualcosa, tranne che a come trovare ed uccidere Savelle. È quello che non mi fa dormire la notte” mormorò Ryker all’orecchio di lei.
Il respiro caldo di lui sulla guancia di lei le faceva venire la pelle d’oca. Maurelle s’inumidì le labbra, era desiderosa di assaggiare il maschio che aveva davanti a sé. “Figurati” sussurrò, sforzandosi di restare ferma; non sarebbe stato d’aiuto se si fosse appoggiata ulteriormente a Daine o a Ryker. Avevano delle cose da fare, e sfortunatamente il farsi a vicenda non era tra queste.
“Uno dei Professori qui deve sapere qualcosa” aggiunse Brokk quando si avvicinò ai tre. “Sono vecchissimi e forse all’epoca erano già nati. Io direi di tenere queste domande per domani, e di concentrarsi su cose migliori adesso”.
Le labbra di Ryker furono sull’angolo della bocca di Maurelle. La lingua di lui le provocò le labbra prima di allontanarsi. La ragazza emise un grugnito appena accennato, in segno di protesta. “Hai ragione, Brokk. Mi vengono in mente delle cose migliori da fare insieme piuttosto che preoccuparci, perché non ci porterà alle risposte che cerchiamo”.
Maurelle non poté rispondere poiché Ryker rivendicò subito le sue labbra in un bacio che iniziò delicato ed amorevole, ma che si fece velocemente appassionato. La ragazza gemette ed inarcò la schiena, esprimendo ciò che le faceva provare il fervore della lingua di lui. Nel fare ciò premette il sedere contro ai fianchi di Daine, ed il seno contro al petto di Ryker.
Quando diverse mani le accarezzarono i fianchi e la schiena, Maurelle si dimenticò delle questioni urgenti, concedendosi di godere dei propri compagni. Ryker era stato l’unico ad aver espresso il desiderio di volerla rivendicare, ma anche gli altri appartenevano a lei.
Capitolo Tre
“Il Preside ci ha dato il permesso di riprendere le lezioni nella grotta sotterranea, grazie ad alcuni dei vostri compagni di classe” annunciò il Professor Desirata agitando appena le mani. L’acqua gli si raccolse nel palmo, ed indirizzò qualche gocciolina verso la libreria a muro.
Come l’ultima volta in cui Ryker aveva scoperto l’ingresso, una nebbiolina formò un rettangolo che si librò nell’aria prima di ricadere sul legno della mensola. Un secondo più tardi una luce verde acqua venne irradiata dalla medesima posizione.
Il Professore si allungò verso il barattolo brillante e lo rimosse dalla mensola. I ripiani scivolarono immediatamente, rivelando l’apertura. Il corridoio esposto era ancora stretto ed il pavimento del passaggio era ancora di terra, mentre i muri erano levigati dalla pietra, ma quella volta delle torce affisse a dei sostegni illuminavano il percorso.
L’ultima volta in cui Ryker era entrato in quel passaggio era buio pesto e non sembrava rappresentare un presagio favorevole. In quel momento invece la situazione era carica di entusiasmo da parte degli studenti, energia che raggiunse anche Ryker, rendendolo ansioso di vedere che aspetto avesse la grotta dopo il suo intervento. Si ricordò di aver prosciugato il lago per rimuovere l’oggetto oscuro che stava infettando l’area e che minacciava di trasformare tutti gli occupanti del campus in spettri.
Quando Ryker aveva attraversato il portale la volta precedente gli erano venuti i brividi. Quella volta invece si rese conto a malapena di essere entrato in contatto con una barriera magica. Guardò gli altri studenti sfregarsi le braccia e guardarsi attorno. L’identità nel suo petto si stava facendo sempre più forte con ogni giorno che passava. Indubbiamente era stato il potere reale a fare in modo che Ryker attraversasse il portale senza farci nemmeno caso. Il ragazzo era collegato intrinsecamente con tutto quanto di magico nel reame.
Percorsero la medesima strada, e Ryker apprese felicemente che le torce proseguivano ad illuminare il tragitto. Questa volta non rimasero però al buio quando svoltarono l’angolo. Ryker trasalì allo stesso modo degli studenti quando si ritrovarono in un’ampia caverna.
Non aveva affatto lo stesso aspetto di quando vi si era recato il ragazzo. Ovviamente questi aveva impiegato tutte le proprie energie nell’eliminazione dell’oggetto oscuro, quindi non si era nemmeno accorto della trasformazione che l’area aveva subito dopo la distruzione dello stesso.
La grotta era illuminata da esseri magici, ed il lago era circondato da diversi alberi floridi e sottobosco. I fiori sbocciati diffondevano una gradevole fragranza nell’aria. L’acqua azzurra lambiva dolcemente