suo nome nel giardino del villaggio.”
“Esatto,” rispose Harris. “Vive in un grande castello a sud-est del territorio. Manda i suoi uomini a impiccare i ladri e si assicura che tutti sappiano chi comanda da queste parti.”
A Erin non sembrava diverso dalla metà dei signori del regno. Suo padre aveva cercato di circondarsi di uomini per bene, ma nessuno riusciva a tenersi le terre a meno che non riservasse un pugno duro a banditi e rivolte. Tuttavia, poteva vedere Lenore rimuginarci, e lei stessa stava riflettendo allo stesso tempo.
“Credo di aver sentito parlare di questo Carrick,” affermò Odd. “È, come si dice, un uomo duro, forse anche crudele. Ma una volta era fedele alla corona, quando io ero… beh, prima di diventare questo.”
Si vergognava così tanto di chi era stato? Era così spaventato dalla rabbia che aveva provato? Per Erin, l’ira era l’unica cosa che la faceva muovere in quel momento.
Lenore prese una decisione. “Dobbiamo andare a trovarlo,” disse. “Parlerò con lui e farò tutto il possibile per ottenere il suo sostegno. Se riuscirò a ricordargli la sua lealtà, allora forse avremo i suoi uomini a nostra disposizione.”
“Sarebbe comunque un solo signore,” sottolineò Erin.
Sua sorella annuì. “Lo so, ma dovremo pur cominciare da qualche parte con i lord, proprio come stiamo facendo per radunare un esercito. Una volta che avremo un lord, gli altri seguiranno.”
“Nessuno vuole essere il primo a fare qualcosa,” intervenne Odd. “L’abate diceva che una diga può rimanere intatta per anni, ma una volta che compare la prima goccia, è solo questione di tempo prima che si scateni un’alluvione.”
Erin non sapeva se si trattasse di saggezza, ma per lei era semplicemente irritante. Odd poteva anche indossare le vesti di monaco, ma non c’era nulla di sacro in lui, qualunque cosa fingesse di essere.
“Mentre saremo via, le persone potranno continuare ad aggregarsi,” affermò Lenore. “Questo sarà un luogo di ritrovo e un posto dove potranno iniziare ad allenarsi.” Guardò Harris e Tess. “Se a voi due sta bene. Non voglio mettervi in pericolo.”
“Non ci saremmo offerti se non fossimo stati disposti a correre il rischio,” replicò Tess. “Lasceremo che la gente si riunisca qui, e potranno usare i campi per fare pratica, ma non sono sicura che sapranno come esercitarsi dato che vi sono solo pochi soldati veri.”
Erin colse la sua occasione. “Io resterò.”
Lenore la guardò. “Non vuoi venire?”
“Ci sarà Odd a proteggerti,” replicò Erin, sperando che almeno per quello potesse fidarsi di lui. Era un buon combattente, a prescindere da tutto. “E non c’è bisogno che venga anche io a supplicare qualche nobile per ottenere il suo favore.”
Vide Lenore rifletterci su, ed Erin sapeva il perché. Probabilmente stava pensando a quanto sarebbe stato più cordiale un discorso dove Erin non attaccasse nessuno.
“Potrei iniziare ad addestrare le persone che arrivano,” aggiunse Erin. “I Cavalieri dello Sperone mi hanno cacciata, ma mi sono comunque allenata con loro.”
Lenore non sembrava ancora convinta.
“Almeno una di noi due dovrebbe restare qui,” proseguì Erin. “Solo perché la gente sappia che è tutto reale. Inoltre, questo è il posto dove posso dare il meglio di me. Tu… tu sei abituata a parlare con la gente, sei stata educata a trattare con nobili e cortigiani. Beh, questo è quello in cui sono brava io.”
Alla fine, Lenore annuì. “Se ne sei sicura.”
“Sono sicura,” rispose Erin. Non era mai stata così sicura di qualcosa in vita sua, ma non aveva nulla a che fare con l’eventuale arrivo di altri agricoltori. Aveva un suo piano e se lo avesse applicato bene, avrebbe messo fine a tutto questo, una volta per tutte.
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