Brenda Trim

Il Guerriero Depravato


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fine alle occhiate di lei.

      “Fottiti, sanguisuga”. Vero, era bello, ma voleva ancora ucciderlo.

      Kyran la squadrò per bene dalla testa ai piedi, indugiando sul seno e su altre aree simili, mettendola a disagio. La stava fissando, e Mackendra non sapeva come reagire. Non avrebbe dovuto sorprendersi, dopo tutto era un maschio. La ragazza non credeva però che i vampiri provassero desiderio sessuale dato che erano non-morti, eppure il modo in cui la guardava non lasciava spazio ad altre interpretazioni. “Attenta a cosa desideri, bella”.

      “Non...Non è quello che…” la ragazza si sentì arrossire dall’imbarazzo. “Sai cosa voglio dire” ribatté scioccamente. Mackendra si rese conto che le risultava relativamente semplice restargli al passo, a differenza di poco prima. Si sentiva molto bene e si chiese come avesse fatto a sopravvivere all’attacco dei ragni velenosi.

      “Ehi, ti senti diverso, come se avessi più energia? Mi sento benissimo e non dovrei. In realtà dovrei essere morta. Credo sia l’effetto di questo posto”.

      “Wow, per qualcuno talmente abile nella caccia agli Skirm non sai niente di esseri soprannaturali. Il motivo per cui ti senti così bene è perché ti ho dato il mio sangue”.

      “Che cos’hai fatto?” Strillò lei fermandosi sui propri passi. “Mi hai trasformata in un fottuto succhia-sangue come te?” Strinse la presa sul coltello in mano, e per poco non lo pugnalò ancora.

      Kyran non sembrava per niente turbato dall’affermazione di lei quando la guardò. “No, non ti trasformerai in un vampiro. Lezione numero due, non ci si trasforma in vampiri, vampiri si nasce. Ecco un altro mito sbagliato che conoscono gli umani. Il tuo corpo però sta cambiando”.

      “In che senso il mio corpo sta cambiando? Se non sto diventando un vampiro, che cosa mi sta succedendo?” Mackendra stava impazzendo ed era infuriata con Kyran, il quale se ne stava immobile con espressione neutra in viso.

      “Ti ho salvato la vita. Non c’è di che” disse lui prima di riprendere a camminare.

      Mackendra lo guardò allontanarsi. Come diavolo faceva a comportarsi in modo talmente apatico e pensare che quello che le aveva detto fosse abbastanza? Non gli avrebbe permesso di cavarsela così facilmente, e si affrettò per recuperare terreno. “Forse non sono stata chiara. Esattamente che cosa intendi quando dici che il mio corpo sta cambiando? Voglio altri dettagli”.

      Kyran sbuffò con fare esasperato e si voltò verso di lei senza smettere di camminare. “Il sangue dei vampiri guarisce le ferite umane. Normalmente è tutto ciò che fa. Ma tu sei diversa, Mackendra. Nel tuo caso il tuo DNA si sta modificando per renderti immortale. È il modo della Dea per assicurare ai Prescelti una vita della durata simile”.

      La ragazza rimpianse di avergli posto quella domanda. Prescelti? Roba forte. Doveva tenere la bocca chiusa e allontanarsi da lui per trovare la strada di casa. Non voleva assolutamente saperne di più, nonostante la forse curiosità. “Di cosa stai parlando?” La ragazza si ammonì mentalmente quando le parole le sfuggirono di bocca. Era assurdo ma voleva coprirsi le orecchie come facevano i bambini, in modo da evitare di ascoltarlo.

      Kyran non distolse lo sguardo da Mackendra per qualche secondo, facendole venire i brividi lungo la schiena. “Sto dicendo che tu sei la mia Prescelta, bella” rispose lui. Il suo tono era distaccato quando scagliò quella bomba sulla ragazza, la quale si ritrovò a chiedersi se per lui il fatto avesse importanza o no. Per lei si trattava di qualcosa che ti cambia la vita.

      “Non è possibile che io sia la tua Prescelta, succhia-sangue” negò lei. Quel vampiro era pazzo. Forse quel luogo stava agendo sulla sua psiche.

      Kyran afferrò immediatamente un lembo della propria maglietta e se la portò sopra la testa. “Questo marchio decreta che sono tuo” le disse indicandosi il petto, poi le portò un dito dietro l’orecchio sinistro. “Ed è uguale al marchio che hai tu qui. Adesso il tuo è visibile solamente agli esseri soprannaturali, ma una volta completato il nostro accoppiamento sarà come qualsiasi altro tatuaggio”.

      Mackendra era sconvolta. Kyran era completamente pazzo, e la ragazza ne rimase sbalordita. Si ritrovò come attirata di forza al petto di lui, e gli toccò la croce celtica, ma consisteva in un rivolo rosso. Fu incapace di resistere al bisogno di toccargli la carne con il dito. Kyran si ritrovò a prendere un respiro in modo repentino, e le immobilizzò immediatamente la mano. “Ti fa male?” Domandò Mackendra. Sembrava che fosse stato marchiato a caldo da poco.

      “Eccome se fa male, ma non è per questo che ti ho fermata. Il tuo tocco mi fa venir voglia di legarti a quell’albero e scoparti fino a farti perdere i sensi” ringhiò Kyran. Non aggiunse altro e si rimise la maglietta prima di riprendere a camminare.

      Il suo commento osceno avrebbe dovuto disgustarla. Non aveva mai sopportato gli uomini volgari, e odiava i vampiri, quindi odiava lui. Quella sanguisuga era un tipo freddo e assolutamente menefreghista. Era il suo nemico, e la reazione di lei non fu eccitazione sessuale, era solamente disgustata. Si impose di mentirsi ripetutamente, non volendo credere di trovarlo attraente.

      La raggiunsero una serie di emozioni che la fecero inciampare sui propri passi. Solitamente era in grado di comprendere i propri sentimenti e di gestirli, ma si trattava di una situazione troppo caotica e sconosciuta. No, non era completamente vero. Mackendra si rese conto che sotto sotto condivideva ciò che provava Kyran. Si trattava di qualcosa di assolutamente ingiusto e che minacciava i muri che la ragazza aveva costruito attorno al proprio cuore. Poteva sembrare distaccato, ma nel cervello di lei echeggiavano l’eccitazione, la frustrazione e l’impazienza di lui. Era un po’ snervante condividere un legame talmente intenso con qualcuno.

      “Non mi accoppierò mai con te, sanguisuga” dichiarò lei nel tentativo disperato di distaccarsi dalla connessione. “Non avresti mai dovuto fare questa cosa senza il mio permesso. Hai scelto la ragazza sbagliata”. La sua protesta sarebbe stata più credibile se non l’avesse detto con voce ansimante.

      “Non ti ho obbligata a fare niente, e puoi scommettere che non ti ho scelta. Forse non sono stato chiaro. La Dea ci ha resi Prescelti, non sono stato io. Ecco, trascorreremo la giornata in questa caverna”. Il suo cambio improvviso di argomento la confuse, e poi lo vide abbassarsi in un’apertura che la ragazza non aveva notato. Proprio in quel momento il sole fece capolino all’orizzonte.

      Mackendra indugiò sulla soglia della caverna, lasciando che il sole le accarezzasse la pelle; per poco si aspettò di prendere fuoco, nonostante Kyran avesse detto che non si stava trasformando in un vampiro. Si concesse un istante per godere del calore dei raggi solari e per osservare la bellezza circostante. Apprezzò la normalità del cielo terso e soleggiato, che era apparso dopo una notte caratterizzata dalla luna violacea.

      “Adesso sei convinta che non ti trasformerai in un cumulo di ceneri? Sono molte cose, Mackendra, ma non un bugiardo” esordì dal buio della caverna.

      Le si gelò il sangue nelle vene quando le sovvenne un pensiero. “Mi leggi la mente?”

      Kyran ridacchiò oscuramente, il che la disturbò ulteriormente. “I vampiri riescono a leggere la mente degli umani...ma dato che sei la mia Prescelta non sono in grado di leggere la tua. Sei semplicemente prevedibile, Mackendra”.

      La ragazza entrò nella grotta e incespicò quando il cambio repentino di luce l’accecò momentaneamente. Sentì il calore della mano di Kyran sul braccio quando la aiutò ad addentrarsi nella caverna. Il calore della pelle di lui la spaventò. Mackendra si aspettava che l’uomo fosse ghiacciato, come si vedeva nei film. “Sei un non morto o qualcosa di simile?”

      Il respiro di lui la spaventò quando lo percepì aleggiarle sul volto. “Non sono uno zombie, bella. Devi smettere di guardare così tanti film. Sono raramente corretti”.

      “Esistono veramente gli zombie? Adoro la serie The Walking Dead” rispose lei ignorando la sensualità di lui. Era fin troppo attraente, il che aveva un effetto preponderante su di sé.

      “Anche a me piace molto, mi fa ridere. Devo dire che gli attori fanno un ottimo lavoro nel fingere di combattere”. Aveva smesso di guidarla