spaccate e sanguinanti. La Fame si risvegliò, ma Broderick tenne sotto controllo la brama di sangue.
Anche se aveva assistito molte volte a quel genere di abuso, i risultati di quella brutalità riuscivano ancora a scioccare Broderick. Entrò nel vicolo e si fermò imponente davanti all'uomo.
Ascoltò i pensieri di quel tipo. Dopo essersi ripreso dallo shock di essere sfidato da qualcuno, lui notò la struttura massiccia di Broderick e si spaventò. Posso farcela, pensò. Gonfiò il petto e ficcò un dito nella spalla di Broderick. “Non sono assolutamente affari tuoi! Ora girati e dimentica questa faccenda, oppure...”
Broderick afferrò la mano dell'uomo che lo toccava, spezzandogli le ossa come delle ali secche e facendolo cadere in ginocchio. Lo fulminò con lo sguardo, disgustato. Due istanti prima, quel tipo faceva il prepotente con un bambino indifeso, senza alcun riguardo. Ora il codardo piagnucolava e implorava di avere salva la vita, ricevendo un assaggio della sua stessa brutalità.
Broderick lasciò andare la mano, lo afferrò per il colletto della camicia macchiata di grasso e lo sollevò da terra, avvicinando il viso dell'uomo al suo. I suoni e gli odori della paura sembravano una sinfonia per i sensi di Broderick. Chiuse gli occhi e si godette la melodia. Il cuore dell'uomo batteva con una cadenza colma di paura; il suo sangue faceva il coro attraverso il suo corpo, riscaldando la pelle. Inalando a fondo il calore che gli accarezzava il viso e le narici, Broderick accolse la Fame che cresceva dentro di lui, mentre un prurito familiare gli solleticava le gengive e gli incisivi si allungavano. Il suo corpo tremava dal desiderio di sangue. Broderick ringhiò contro quell'uomo, fin troppo bramoso di soddisfare la Fame. Sorridendo soddisfatto, mostrò le zanne perché il tipo le vedesse.
Il codardo spalancò gli occhi, spinse e scalciò contro Broderick, cercando di scappare, mentre le sue grida agghiaccianti vibravano nel vicolo. Tuttavia, non appena iniziarono le urla, Broderick lanciò l'uomo contro il muro, riducendolo al silenzio. Gemendo per l'impatto, quest'ultimo si contorse agonizzante sul pavimento del vicolo. Broderick lo rimise in piedi: adesso la sua vittima era più arrendevole, quindi gli afferrò il viso, costringendolo a fissarlo negli occhi. Girandogli il volto da un lato, affondò le zanne nella gola dell'uomo.
Nutrirsi delle sue vittime gli concedeva l'accesso completo ai ricordi delle loro vite.
Una volta che Broderick si era cibato di qualcuno, non c'erano più segreti. Veniva a sapere tutto di loro, fino al momento in cui si era nutrito... e in quegli istanti, avrebbe voluto bloccare alcune delle loro esperienze. Broderick era spettatore di immagini orribili! Anche se quell'uomo era stato una vittima da bambino, una volta cresciuto aveva molestato abbondantemente ed abusato di bambini di ogni età e di entrambi i sessi. E peggio ancora, regnava su un gruppetto di bambini provenienti da Strathbogie, una città più grande, e vendeva i loro corpi in cambio di denaro a uomini e donne perversi della Corte, aristocratici che si eccitavano per il piacere di conoscere il corpo di un bambino. Il bambino di quella sera, nel vicolo, era uno dei pochi che facevano parte del nuovo gruppo organizzato a Stewart Glen.
Broderick riempì la mente dell'uomo con immagini terrificanti dell'inferno, dei demoni e della tortura eterna- quel tipo di tortura e abuso che l'uomo infliggeva a quei bambini. Lo avrebbe voluto prosciugare del sangue che ancora rimaneva nel suo corpo. Tuttavia, prima di reclamare la sua vita, riuscì a controllare la Fame e si costrinse a fermarsi, lasciando cadere l'uomo tra la sporcizia.
Broderick aveva già prosciugato l'uomo più del dovuto e immaginava che la guarigione sarebbe stata più lenta del solito, ma aveva smesso di nutrirsi in tempo. Non aveva ancora raggiunto il punto di non-ritorno. Se l'uomo temeva un possibile futuro, come Broderick sperava, si sarebbe nascosto per un po', per rimettersi in salute. Sarebbe sopravvissuto. Broderick sbuffò. Se la fortuna avesse avuto qualche influenza, quell'uomo non sarebbe riuscito a sopravvivere ai propri peccati e si sarebbe tolto la vita. Ma anche se Broderick pensava che la morte di quell'uomo sarebbe stata un atto di giustizia, non aveva il diritto di porre fine alla sua esistenza pietosa.
Voltandosi verso il bambino, Broderick gli si avvicinò, ma quello si rannicchiò ancora di più nell'angolo. “So che sei terrorizzato. Per favore, devi credermi se ti dico che non ti farò del male.”
Il bimbo rimase al suo posto.
Broderick provò per la seconda volta, ma nessuno dei suoi tentativi di convincere il bambino ebbe successo. Tuttavia, non poteva lasciarlo con quei terribili ricordi. Come un serpente che si avventa sulla preda, Broderick strappò il ragazzino dalle ombre e lo tenne tra le braccia. Prima che il bambino potesse capire cos'era successo e iniziasse a gridare, gli premette il palmo sulla fronte e chiuse gli occhi. Concentrandosi profondamente, cullò il bambino fino a farlo scivolare in un sonno profondo.
“Non ricordare nulla, piccolo,” sussurrò Broderick, cancellandogli quell'esperienza dalla mente.
Posò poi il corpo zoppicante del bimbo in terra, nel vicolo, e controllò le sue ferite. Estrasse il pugnale dallo sporran, si incise il palmo e premette il suo sangue immortale sulle piaghe del bambino, come un unguento. Le ferite guarirono in pochi istanti, come se non ci fossero mai state. Anche il taglio di Broderick guarì alla stessa velocità e lui riaprì la lesione più di una volta, per continuare a versare il sangue sulle ferite. Quando ebbe terminato, sistemò di nuovo il bimbo nell'angolo con gentilezza, rannicchiandolo in una posizione adatta al sonno, poi gli mise qualche billon penny nella tasca. Il ragazzino si sarebbe risvegliato da quella prova come se quell'esperienza fosse stata un terribile incubo. Si sarebbe solo chiesto da dove venivano le monete che aveva in tasca.
Broderick si voltò quindi verso il codardo che giaceva inerme nel vicolo, immerse un pollice e spalmò il suo sangue immortale sulle due piccole ferite sul collo dell'uomo. Si caricò quel tipo sulla spalla e lo trasportò fino ai margini della cittadina. Non voleva che fosse nei dintorni del bambino, quando si fosse svegliato. Provando ben pochi rimorsi gettò l'uomo tra i cespugli lungo la strada che conduceva a nord, verso Strathbogie.
Quando Broderick tornò all'accampamento degli zingari, Amice lo accolse con la fronte aggrottata. “Va tutto bene, figlio mio? Sembri scosso.”
“Sì, Amice. Tutto bene.” Broderick si costrinse a sorridere e baciò Amice sulla testa, poi scomparve nella tenda. Amice conosceva il suo umore, ma sapeva anche quando era meglio tenersi a distanza. Non l'avrebbe seguito nella tenda e non avrebbe insistito per avere più informazioni.
Broderick chiuse gli occhi, maledicendo le proprie emozioni. L'ira che aveva liberamente sfogato sulla sua vittima, quella sera, era una conseguenza del suo fallimento nell'inseguire la persona di cui aveva avvertito la presenza. Si meritava quello che aveva ottenuto. Riaprì gli occhi e camminò avanti e indietro nella tenda, mentre un malessere gli formicolava nelle membra. Un uomo della sua taglia così meditabondo, non sarebbe riuscito a spingere i clienti ad essere generosi con il denaro, quindi si concesse un attimo per calmarsi e prepararsi a quella serata di previsioni del futuro, assicurandosi di mantenere i sensi in allerta. Si sedette dietro il tavolino sul cavalletto, con gli occhi chiusi e le braccia conserte. Fece un respiro profondo e confortante ed immaginò la tensione abbandonare il suo corpo come la sabbia attraverso un setaccio.
Sì, lascia andare tutto quanto. Meditare sul suo sogno sarebbe stata una piacevole distrazione. Un sorriso si formò sulle sue labbra.
“Davina!” chiamò Lilias, distogliendo l'attenzione della figlia dallo spettacolo sbalorditivo di un uomo che si metteva una torcia infuocata in bocca. Lilias era ferma davanti a uno zingaro che aveva le braccia traboccanti di nastri e fece cenno a Davina si andare da lei.
Davina si allontanò dallo spettacolo con molta riluttanza e si spostò nel punto in cui Lilias stava parlando con lo zingaro carico di nastri. “Oh, questi sembrano molto meglio di quelli che abbiamo visto questo pomeriggio,” concordò Davina.
Lilias era in estasi davanti a quella ricchezza di colori, alla varietà dei materiali e dei modelli e prese tutti quelli che riuscì ad infilare nella borsa. Pagò il mercante, poi lei e Davina si avviarono verso le altre tende, ammirando i gingilli e le merci provenienti da ogni angolo della terra. Davina tenne gli occhi ben aperti per tutto il tempo, cercando la vecchia zingara e il suo carrozzone