Arial Burnz

Conquista Di Mezzanotte


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Afferrandole il posteriore con una mano, Broderick si slacciò i calzoni, lasciando libera l'erezione. Lei era già bagnata e pronta per lui e scivolò sul suo membro con una facilità che fece piegare le ginocchia di Broderick, il quale si lasciò cadere sull'erba umida e se la fece salire a cavalcioni in grembo, mentre si metteva sulle ginocchia. Broderick le afferrò le natiche, muovendola su e giù mentre affondava il membro dentro di lei e guardava le labbra piene della donna che sussurravano il suo nome. Con una salda presa sui suoi fianchi, spinse più a fondo e più forte, tirandola contro di sé, incapace di saziarsi di quella donna e muovendosi sempre più vicino all'apice.

      Lei lo implorò, con il fiato caldo contro l'orecchio. “Dì il mio nome, Broderick.” Lo fissò dritto negli occhi. “Davina,” lo incoraggiò. “Voglio sentire la tua voce piena di passione, mentre pronunci il mio nome.”

      Un sorriso si allargò sulla bocca di Broderick e lui le obbedì prontamente. Chinandosi in avanti, la fece sdraiare sotto di sé, sollevandole i fianchi per avere un accesso migliore, e grugnì tra i suoi capelli.

      “Davina!” Broderick MacDougal saltò su nel buio della grotta, svegliandosi dal sonno e strofinandosi l'erezione. Nell'oscurità, i suoi occhi perlustrarono lo spazio intorno. Mentre la nebbia del sonno diurno svaniva dalla sua mente, si rilassò e si sdraiò di nuovo.

      Il suo corpo era coperto da un manto di sudore e lui era senza fiato. Sogni. Sembravano cose da mortali, eppure, dopo così tanti anni, ne aveva fatto uno. Toccandosi il membro turgido, si rese conto di non avere più avuto un'erezione mattutina da prima della sua trasformazione, circa...

      Si bloccò e fece il calcolo. Sono veramente passati quasi trent'anni, da quando ho fatto questo passo? Il tempo gli sfuggiva così in fretta. Aggrottò la fronte. Avrebbe voluto che qualcuno dei suoi ricordi scomparisse altrettanto velocemente. Tuttavia, nonostante il passare degli anni, il dolore del passato non diminuiva.

      Scuotendo la testa per scacciare i ricordi che minacciavano di riemergere, trasse un respiro profondo per allontanarli e preferì riflettere su quel sogno. Un gemito lungo e sofferto gli sfuggì dalle labbra. Da dove era arrivata quella visione così dettagliata? Rimase sdraiato a sorridere, desiderando che quelle immagini riempissero i suoi sogni ogni volta che dormiva, anche se si rimproverò perché non aveva portato a termine il suo compito e si sentiva così insoddisfatto. Era strano che avesse sognato la ragazzina dal viso lentigginoso alla quale aveva letto la mano l'ultima volta che si erano recati in quella cittadina- e il ricordo della sua giovinezza ed innocenza gli fece afflosciare il membro.

      Broderick scoppiò a ridere per la reazione del suo corpo.

      L'aveva vista abbastanza spesso, durante le numerose visite che la ragazza aveva fatto ad Amice, quindi era improbabile che lui la dimenticasse. Le sue incursioni segrete nella dispensa con il fratello, per rubare il miele, gli solleticarono la mente, insieme al modo in cui il cuore di Davina tambureggiava nel suo petto ogni volta che lo vedeva. Bella e innocente, era destinata a spezzare qualche cuore. Gli sfuggì una lieve risatina, al ricordo dalla predizione di Amice: Hai il suo cuore per sempre, figlio mio.

      Quanti cuori aveva spezzato, dopo così tanti anni? Molti, se si era veramente trasformata nella visione adulta di bellezza del suo sogno. Broderick emise un gemito da predatore e il suo membro si risvegliò per il desiderio. Davina era ancora lì, dopo tutto quel tempo? Probabilmente cresciuta e circondata da una nidiata di marmocchi. Se lei fosse stata sua moglie, e se il suo sogno era un indizio di come sarebbe stata a letto, quella donna sarebbe stata eternamente incinta. Se lui fosse stato mortale.

      Era proprio uno strano sogno, dopo tutti quegli anni. Tornare lì aveva forse scatenato il suo desiderio di proteggere la ragazza, dopo averle letto la sorte? Aveva avuto il futuro tormentato che lui aveva predetto? Quel desiderio di proteggerla doveva essere piuttosto forte, se gli aveva suscitato quel sogno dopo tanti decenni. Interessante.

      Broderick si alzò per vestirsi. La sua spada rivestita d'argento era appoggiata contro il muro di pietra, insieme al rozzo sgabello sul quale erano posati i suoi vestiti, gli stivali e lo sporran- il sacchetto di cuoio che portava appeso alla cintura. Si era fatto preparare appositamente la spada in vista dello scontro con Angus Campbell, con la lama realizzata in argento- l'unica arma che sapeva avere effetto contro un Vamsyriano. Anche se non aveva avuto molti motivi per usare la spada negli ultimi decenni, Broderick si esercitava con la lama, usando la sua forza immortale e la sua velocità per maneggiare quell'arma come non aveva mai imparato a fare da mortale. Tenere la spada nella propria presa, godere del peso dell'arma, gli dava sicurezza nel senso mortale del termine. Tuttavia, la portava raramente con sé al campo e la lasciava appoggiata contro il muro della grotta. Se Angus fosse stato vicino, Broderick l'avrebbe saputo.

      Dopo essersi vestito, uscì dalla grotta e perlustrò con lo sguardo la foresta circostante. Aveva preceduto la carovana degli zingari, conoscendo la loro destinazione, ed aveva trovato la grotta che aveva usato l'ultima volta che erano venuti a Stewart Glen. Le grotte erano l'ideale, ma non abbondavano nei terreni più piatti dell'estremità orientale della Scozia. Per fortuna, quella cittadina si annidava tra le alture di una terra rocciosa ricoperta da una fitta foresta, perfetta per nascondersi nelle ore diurne. Broderick preferiva qualcosa come una grotta o una casa abbandonata, che richiedevano pochi preparativi. Dall'altro lato, se non erano disponibili e la zona non sembrava sicura, scavare diventava necessario, a volte- un compito che Broderick disprezzava perché gli ricordava troppo una tomba. Sapeva di dormire nella trance dei non-morti durante il giorno, ma scavare nella terra a quell'ora non era il promemoria di cui aveva bisogno- troppo da incubo per i suoi gusti.

      Il lento risvegliarsi della Fame gli stuzzicò le viscere. L'immortalità aveva i suoi vantaggi, ma non era priva di tormenti. Anche se poteva ancora mangiare, il cibo normale non gli serviva a niente. I Vamsyriani dovevano cibarsi di sangue umano. Non perché la mancanza di sangue fosse fatale- questo Broderick lo aveva scoperto cinque anni dopo la trasformazione, facendo il suo viaggio personale alla scoperta dei propri limiti nonostante i consigli del suo mentore, Rasheed. Quel viaggio personale aveva dato a Broderick dei vantaggi sul mentore e sugli altri Anziani, quindi aveva scelto di tenere segrete quelle lezioni private, per mantenere tali vantaggi. I Vamsyriani avevano dimostrato di essere una razza sospettosa. Uno stato mentale contagioso, ammise Broderick con riluttanza. Ancora una volta, il passato cercava di riemergere e lui scacciò quel terrore crescente. Ne aveva abbastanza di quel ripasso della propria storia. Era tempo di soddisfare la Fame.

      Broderick sentì rizzarsi i peli dietro la nuca e saettò lo sguardo sulla foresta. Quella sensazione era un'altra cosa che non aveva provato per qualche anno- la presenza di un altro Vamsyriano. Arretrando verso la grotta, sfoderò la spada ed aprì i sensi a quell'esperienza, chiudendo gli occhi e perlustrando la zona intorno a sé. L'aria fresca della notte gli sfiorò le guance e un brivido leggermente familiare gli scese lungo le membra. Angus?

      Broderick localizzò la direzione della presenza e si fiondò nella foresta, con gli alberi e i cespugli che scorrevano in un lampo. Anche se non era l'unico a possedere l'abilità di avvertire la presenza di un proprio simile- perché ogni Vamsyriano poteva percepire lo spirito di un altro- gli ci erano voluti molti anni per aumentare quel raggio più di tutti quelli che conosceva. Era uno dei vantaggi che aveva ottenuto dal suo mentore. Continuando l'inseguimento, si girò da una parte all'altra insieme alla presenza, sicuro che, chiunque fosse, sarebbe rientrato nei limiti di quello che Broderick chiamava confine standard. Invece, fu sorpreso fino a fermarsi gradualmente, avendo perso la percezione di quella presenza. Chiuse gli occhi ed estese la percezione. Ancora niente. Broderick serrò la mascella, sconfitto.

      Una rapida perlustrazione della zona immediatamente circostante rivelò un lair- un buco profondo scavato nel terreno, il cui ingresso era nascosto dietro un grande masso che solo qualcuno dei suoi simili avrebbe avuto la forza di spostare. Broderick poteva stare in piedi nel rifugio a malapena e l'ampiezza era appena sufficiente ad ospitare una zona notte per qualcuno della sua taglia. Osservò la biancheria da letto di lana e lino nella penombra, e la sua vista immortale gli diede la capacità di scorgere i pochi effetti personali. Chiunque fosse il proprietario di quel lair non si era lasciato dietro abbastanza da fornire a Broderick qualche indizio... eccetto uno. L'aroma speziato che veniva dal letto gli sembrava vagamente