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Fiore di leggende


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gli arrivava davanti al re e gli altri suoi baroni; e, quando il re costei si riguardava, che l'era tanto bella di fazzione, inverso Liombruno egli parlava: —È questa moglie tua, gentil campione?— Liombrun disse con dolce favelle: —Signor mio no, ma ambedue son donzelle.—

      46

      E madonna Aquilina fu arrivata col suo bel viso, che rendea splendore: davanti al re si fu appresentata, poi di lí si partí senza tenore. E, quando il re costei ebbe guardata —Liombrun—disse,—nobile signore, or mi perdona per tua cortesia! —Perdonate a me voi!—Liombrun dicea.

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      E Liombrun da lui prese commiato,

       e dietro la sua donna se ne gia.

       Ella l'aspettò suso in un bel prato;

       Liombrun perdonanza gli chiedia.

       Ed ella disse:—Falso rinnegato,

       della tua morte non m'incresceria!—

       Per altra via la donna se n'andava,

       né arme né caval non gli lasciava.

      48

      Né arme né caval non gli lasciòe.

       Liombruno in un bosco ne fu entrato:

       tre malandrini dentro vi trovòe,

       che ciaschedun pareva disperato.

       Nel secondo cantare i' vel diròe,

       ciò che al cavalier gli fu incontrato.

       Di Liombruno è giá detto un cantare.

       Darem principio l'altro, a cominciare.

       Indice

      1

      Imperador de' regni sempiterni, luce del mondo e bontade infinita, che tutto il mondo mantieni e governi ed incarnasti in la Madre gradita, donami grazia, Dio, tal ch' i' discerni la bella istoria con rima fiorita. Al nome di Dio voglio cominciare di Liombruno il secondo cantare.

      2

      Signori, io dissi giá nell'altra rima come Liombrun del demonio scampòe; di punto in punto vi contai da prima, con grande onore al padre ritornòe; e sí vi dissi, come il libro stima, come madonna Aquilina il lasciòe, e non gli lasciò arme né cavallo, e come si scontrò in un gran fallo.

      3

      Tre malandrini avevano rubato due mercatanti e morti a gran furore, e' lor denari avevano in un prato sopra una pietra, a partirli in quell'ore; e ciascuno pareva disperato, insieme si facevan gran rumore; per darsi morte avean tratti i pugnali, per un mantello ed un par di stivali.

      4

      Perché il mantello lo voleva l'uno, l'altro gli usatti non potea accordare, il terzo, disse, rimaneva al bruno; e tutti se n'avevano a crucciare. Intanto li passava Liombruno. Quando lo vidder, tutti hanno a gridare, e il piú antico di loro lo chiamòe, e Liombruno prestamente andòe.

      5

      E sí gli disse:—Amico valoroso, in queste cose ponci providenza. Questo mantello è tanto grazioso; di questi usatti sappi la credenza.— E Liombruno a lor ebbe risposto: —Acciò che possa dar giusta sentenza, la virtú del mantel voi mi direte e degli usatti, poi che lo sapete.—

      6

      Un di lor due, ch'era il piú saputo, a Liombruno sí prese a parlare, e sí gli disse:—Tu sei proveduto: chi lo mantello adosso avrá a portare da uom del mondo non sará veduto; di questi usatti ti voglio contare: e chi gli ha in piè, cammina come il vento, perché son fatti per incantamento.

      7

      Liombrun disse:—Giá nol crederia,

       se primamente non gli ho a provare.—

       Il piú antico sí gli rispondia:

       —Or te gli metti, e sí comincia andare,

       alquanti passi fa' per questa via.—

       Ei se gli messe senza dimorare.

       Da poi che fu calzato Liombruno,

       ei del mantello domandava ad uno.

      8

      —Sed egli è ver quel che voi detto avete,

       un gran tesoro vale, in fede mia.—

       Ed il piú antico disse:—Or vel mettete,

       voi vederete s'ella cosí sia.—

       Ed ei sel misse e disse:—Or mi vedete?—

       —Non ti vediamo—il malandrin dicía.

       Prese di quei fiorini a suo piacere,

       di niuna parte lo potean vedere.

      9

      E Liombruno non tardò niente, el mantello e gli usatti n'ha portati. Ciascun de' malandrin restò dolente: sopra el piú antico si fûrno crucciati, dicendo:—Gli è tuo amico o tuo parente, che per tal modo via ne l'hai cacciato.— Il piú antico disse:—Nol conosco, nol viddi mai, se non in questo bosco.—

      10

      E non gli valse scusa ch'e' facía, che pur al tutto non volson udire, dicendo:—Pur tu l'hai mandato via, per ritrovarlo poi al tuo desire!— Forte infiammato, ciascuno venía, con le spade il cominciono a ferire, in cotal modo che costui moríe suso quel prato e sua vita finíe.

      11

      E, fatto questo, si furon voltati suso la pietra, ov'erano i danari, e, vedendo com'erano scemati, tutti a due se n'ebbono a crucciare, dicendo l'uno a l'altro:—Gli hai rubati!— e con le spade comincionsi a dare. Li colpi furon valorosi e forti ché in quel prato ambidue restaron morti.

      12

      E Liombruno udiva il gran rumore, voltossi indietro e stavasi a vedere, e vidde i crudi colpi di valore che ciaschedun si dá di mal volere; indietro ritornò, senza timore, e prese quei fiorini a suo piacere, ch'eran piú di tremila settecento, poi camminava piú che non fa il vento.

      13

      E Liombruno tanto camminòe, che presso a un'osteria ne fu arrivato e dentro quella prestamente entròe; tre mercatanti v'ebbe ritrovato, e messer Liombrun gli salutòe. Ed il saluto a quello han raddoppiato; per lo saluto fece Liombruno, in piedi fu levato ciascheduno.

      14

      Vedendo Liombruno i mercatanti che ciaschedun gli facea grand'onore, a lor parlava con dolci sembianti: —Sedete giuso, o caro mio signore!— E Liombruno disse a l'oste:—Avanti, reca del vino e togli del migliore, a questi mercatanti date bere, chè voglio star con lor di buon volere.—

      15

      E, cosí stando, il vino fu recato. Poiché ebbono bevuto lí davanti, Liombruno allora si ebbe parlato, ed a lor disse:—O degni mercatanti, voi che cercate il mondo in ogni lato, li regni e li paesi tutti quanti, deh, ditemi la terra oltramarina, ov'è signora madonna Aquilina!—

      16

      Niun di lor non gliel seppe insegnare e ciascun gli rispose assai cortese: —Mai a mia vita l'udi' menzionare, in veritade, mai cotal paese.— Disse il piú antico:—Tu potresti andare, molt'anni e molti, piú che qualche mese, non troveresti sí fatto argomento, non tel potria insegnar se non il vento.—

      17

      Liombrun disse:—V'è nissun che sapesse come il vento io potesse ritrovare?— Ed il piú antico par che rispondesse: —Se su quel monte tu potessi andare ed aspettassi vento che traesse, che da un romito vengono albergare piú di sessanta venti di certano; quando vi sono, ognun par corpo umano.

      18

      Ma dell'andar non ti metter in prova, che non fu giamai uomo alcuno nato; sol un