Plinio
160
In Parigi si contano più di 43700 servitori di ogni sorta, che non fanno la dodicesima parte de' suoi abitanti. Messanges
161
Uno schiavo colto si vendeva molte centinaia di zecchini. Attico ne avea sempre alcuni da educare, ai quali dava lezione egli stesso. Cornel. Nep.
162
La maggior parte dei medici romani erano schiavi. Ved. La Dissert. e la Difesa del Dott. Middleton.
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Pignorio
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Tacito Ann. XIV 43. Furono giustiziati per non aver previsto o impedito l'assassinio del loro padrone.
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Apuleio
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Plinio
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Se si contano 20 milioni di anime in Francia, 22 in Germania, 4 in Ungheria, 10 in Italia e nell'isole adiacenti, 8 nella Gran-Bretagna e in Irlanda, 8 in Spagna e in Portogallo, 10 o 12 nella Russia europea, 6 in Polonia, 6 in Grecia ed in Turchia, 4 in Svezia, 3 in Danimarca e Norvegia, e 4 nei Paesi Bassi; il totale monterà a 105, o 107 milioni. Ved. la Stor. Gen. di Voltaire. (
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Svetonio, vita di Augusto c. 28. Augusto fabbricò in Roma il tempio e la piazza di Marte Vendicatore; il tempio di Giove Fulminante nel Campidoglio; quello di Apollo Palatino con pubbliche librerie; il portico, e la basilica di Caio e Lucio; i portici di Livia e di Ottavia; ed il teatro di Marcello. L'esempio del Sovrano fu imitato dai Ministri e dai Generali, ed il suo amico Agrippa fece innalzare il Panteon, monumento immortale.
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Ved. Maffei Ver. Illustr. l. IV pag. 68.
171
Ved. il l. X delle Lettere di Plinio. Tra le fabbriche intraprese a spese dei cittadini, quest'Autore parla di quelle che seguono: a Nicomedia una nuova piazza, un acquedotto e un canale, che uno degli antichi Re avea lasciato imperfetto; a Nicea un
172
Adriano fece in seguito un giustissimo regolamento, che divideva ogni tesoro tra il proprietario del luogo e l'inventore. Stor. Aug. p. 9.
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Filostrato
174
Aulo Gellio
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Ved. Filost. l. II pag. 548 566. Pausania l. I, VII 10. La vita di Erode nel XXX tom. dell'Accademia dell'Iscrizioni.
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Questa osservazione è principalmente applicata alla Repubblica ateniese da Dicearco
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Donato
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Montfaucon
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Eliano
180
Giuseppe
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Plin. Stor. Nat. III 5.
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Plin. Stor. Nat. III 3, 4 IV 35. La nota pare autentica ed esatta; la divisione delle province, e la diversa condizione delle città vi sono minutamente riferite.
183
Strabon.
184
Giuseppe
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Tacit. Annal. IV 66. Ho impiegato qualche studio in consultare e paragonare tra loro i moderni viaggiatori, riguardo al fatto di quelle undici città dell'Asia; sette o otto sono affatto distrutte; Ipea, Tralli, Laodicea, Ilione, Alicarnasso, Mileto, Efeso, e possiamo aggiungere Sardi. Delle tre altre Pergamo è un misero villaggio di due o tremila abitanti. Magnesia, sotto il nome di Guzel-hissar, è città di qualche riguardo; e Smirne è una città grande, popolata di centomila anime. Ma mentre che in Smirne i Franchi hanno conservato il commercio, i Turchi hanno rovinate le arti.
186
Ved. una esattissima e curiosa descrizione delle rovine di Laodicea nei viaggi di Chandler per l'Asia Minore p. 225 ec.
187
Strabone l. XII. 866. Egli avea studiato in Tralli.
188
Ved. una Dissertazione di M. de Boze, Mem. dell'Accad. tom. XVIII. Aristide recitò un'orazione, che ancora esiste, per raccomandare la concordia alle città rivali.
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Gli abitanti dell'Egitto, eccettuata Alessandria, si facevano ascendere a sette milioni e mezzo. Giuseppe
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Il seguente itinerario può servire a dar qualche idea della direzione del cammino, e della distanza tra le principali città. I. Dalla muraglia di Antonino fino a York 222 miglia romane. II. A Londra 227. III. A Rhutupia ovvero Sandwich 67. IV. Tragitto fino a Bologna 45. V. A Rheims 174. VI. A Lione 330. VII. A Milano 324 VIII. A Roma 426. IX. A Brindisi 360. X. Tragitto fino a Durazzo 40. XI. A Bisanzio 711. XII. Ad Ancira 283. XIII. A Tarso 301. XIV. Ad Antiochia 141 XV. A Tiro 252 XVI. A Gerusalemme 168 in tutto miglia Romane 4080. Ved. gl'Itinerarj pubblicati da Wesselling colle sue note; vedasi ancora Gale e Stukeley per la Britannia, e d'Anville per la Gallia e l'Italia.
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Montfaucon.
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Bergier Storia delle strade maestre dell'Impero rom. l. II c. 128.
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Procopio
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Al tempo di Teodosio, Cesario, magistrato di alto affare, venne per la posta da Antiochia a Costantinopoli. Cominciò il suo viaggio di notte; fu la sera dipoi nella Cappadocia a 165 miglia da Antiochia, ed arrivò a Costantinopoli il sesto giorno verso mezzodì. L'intera distanza era di miglia 725 romane. Ved. Libanio
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Plinio, benchè ministro favorito, dovè giustificarsi per aver fatto dare cavalli di posta alla sua moglie per un affare di gran premura. Epist. X l. X 121 122.
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Bergier luog. cit. l. IV c. 49.