Edward Gibbon

Storia della decadenza e rovina dell'impero romano, volume 1


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Plinio Stor. Nat. l. XXXIII e Ateneo Deipnos, l. VI p. 272. Questi asserisce arditamente che ha conosciuto molti Παμπολλοι Romani che possedevano non per uso, ma per ostentazione dieci ed ancora ventimila schiavi.

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In Parigi si contano più di 43700 servitori di ogni sorta, che non fanno la dodicesima parte de' suoi abitanti. Messanges Ricerche sulla popolazione p. 186.

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Uno schiavo colto si vendeva molte centinaia di zecchini. Attico ne avea sempre alcuni da educare, ai quali dava lezione egli stesso. Cornel. Nep. Vit. Attici cap. 13.

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La maggior parte dei medici romani erano schiavi. Ved. La Dissert. e la Difesa del Dott. Middleton.

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Pignorio De servis fa una lunghissima enumerazione dei loro ordini e dei loro impieghi.

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Tacito Ann. XIV 43. Furono giustiziati per non aver previsto o impedito l'assassinio del loro padrone.

165

Apuleio in Apolog. p. 548. Edit. Delph.

166

Plinio Stor. Nat. l. XXXIII 47.

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Se si contano 20 milioni di anime in Francia, 22 in Germania, 4 in Ungheria, 10 in Italia e nell'isole adiacenti, 8 nella Gran-Bretagna e in Irlanda, 8 in Spagna e in Portogallo, 10 o 12 nella Russia europea, 6 in Polonia, 6 in Grecia ed in Turchia, 4 in Svezia, 3 in Danimarca e Norvegia, e 4 nei Paesi Bassi; il totale monterà a 105, o 107 milioni. Ved. la Stor. Gen. di Voltaire. (I computi della popolazione europea sono ora diversi d'assai. La sola Italia contiene al presente 12 milioni d'abitatori.)

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Giuseppe de bello Judaico l. II c. 16. Il discorso di Agrippa, o a dir meglio, quello dello Storico, è una bella descrizione dell'Impero romano.

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Svetonio, vita di Augusto c. 28. Augusto fabbricò in Roma il tempio e la piazza di Marte Vendicatore; il tempio di Giove Fulminante nel Campidoglio; quello di Apollo Palatino con pubbliche librerie; il portico, e la basilica di Caio e Lucio; i portici di Livia e di Ottavia; ed il teatro di Marcello. L'esempio del Sovrano fu imitato dai Ministri e dai Generali, ed il suo amico Agrippa fece innalzare il Panteon, monumento immortale.

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Ved. Maffei Ver. Illustr. l. IV pag. 68.

171

Ved. il l. X delle Lettere di Plinio. Tra le fabbriche intraprese a spese dei cittadini, quest'Autore parla di quelle che seguono: a Nicomedia una nuova piazza, un acquedotto e un canale, che uno degli antichi Re avea lasciato imperfetto; a Nicea un Ginnasio e un Teatro che era già costato quasi cento ottantamila zecchini; alcuni bagni a Claudiopoli e Prusa; e un acquedotto lungo cinque leghe ad uso di Sinope.

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Adriano fece in seguito un giustissimo regolamento, che divideva ogni tesoro tra il proprietario del luogo e l'inventore. Stor. Aug. p. 9.

173

Filostrato in vita Sophist. l. II p. 543.

174

Aulo Gellio Noct. Attic. l. 2 IX, 2 XVIII, 10 XIX 12. Filost, p. 564.

175

Ved. Filost. l. II pag. 548 566. Pausania l. I, VII 10. La vita di Erode nel XXX tom. dell'Accademia dell'Iscrizioni.

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Questa osservazione è principalmente applicata alla Repubblica ateniese da Dicearco De statu Graeciae, p. 8. Inter geograph. minores edit. Hudson.

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Donato de Roma vetere l. III c. 4 5 6. Nardini Roma antica lib. III II 12 13 e un manuscritto che contiene una descrizione di Roma antica fatta da Bernardo Oricellario, o Rucellai, della quale ho ottenuto una copia dalla libreria del canonico Riccardi a Firenze. Plinio parla di due celebri quadri di Timante e di Protesene posti, per quel che sembra, nel tempio della Pace. Il Laocoonte fu trovato nelle Terme di Tito.

178

Montfaucon Antiq. expliq. tom. IV p. 2 l. I c. 9. Il Fabretti ha composto un trattato molto erudito sopra gli acquedotti di Roma.

179

Eliano Hist. var. l. IX c. 16. Quest'autore viveva sotto Alessandro Severo. Ved. il Fabrizio Biblioth. Graeca l. IV. c. 21.

180

Giuseppe de bello Judaico II 16. Questo numero vi è riferito; forse non deve esser preso con rigore.

181

Plin. Stor. Nat. III 5.

182

Plin. Stor. Nat. III 3, 4 IV 35. La nota pare autentica ed esatta; la divisione delle province, e la diversa condizione delle città vi sono minutamente riferite.

183

Strabon. Geograph. l. XVII p. 1189.

184

Giuseppe De bello Jud. II 16 Filostr. in vit. Sophist. l. II p. 548. Edit. Olear.

185

Tacit. Annal. IV 66. Ho impiegato qualche studio in consultare e paragonare tra loro i moderni viaggiatori, riguardo al fatto di quelle undici città dell'Asia; sette o otto sono affatto distrutte; Ipea, Tralli, Laodicea, Ilione, Alicarnasso, Mileto, Efeso, e possiamo aggiungere Sardi. Delle tre altre Pergamo è un misero villaggio di due o tremila abitanti. Magnesia, sotto il nome di Guzel-hissar, è città di qualche riguardo; e Smirne è una città grande, popolata di centomila anime. Ma mentre che in Smirne i Franchi hanno conservato il commercio, i Turchi hanno rovinate le arti.

186

Ved. una esattissima e curiosa descrizione delle rovine di Laodicea nei viaggi di Chandler per l'Asia Minore p. 225 ec.

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Strabone l. XII. 866. Egli avea studiato in Tralli.

188

Ved. una Dissertazione di M. de Boze, Mem. dell'Accad. tom. XVIII. Aristide recitò un'orazione, che ancora esiste, per raccomandare la concordia alle città rivali.

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Gli abitanti dell'Egitto, eccettuata Alessandria, si facevano ascendere a sette milioni e mezzo. Giuseppe De bello Jud. II. Sotto il governo militare dei Mammalucchi, la Siria si credeva che contenesse settantamila villaggi. Storia di Timur. Bec. l. V. c. 20.

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Il seguente itinerario può servire a dar qualche idea della direzione del cammino, e della distanza tra le principali città. I. Dalla muraglia di Antonino fino a York 222 miglia romane. II. A Londra 227. III. A Rhutupia ovvero Sandwich 67. IV. Tragitto fino a Bologna 45. V. A Rheims 174. VI. A Lione 330. VII. A Milano 324 VIII. A Roma 426. IX. A Brindisi 360. X. Tragitto fino a Durazzo 40. XI. A Bisanzio 711. XII. Ad Ancira 283. XIII. A Tarso 301. XIV. Ad Antiochia 141 XV. A Tiro 252 XVI. A Gerusalemme 168 in tutto miglia Romane 4080. Ved. gl'Itinerarj pubblicati da Wesselling colle sue note; vedasi ancora Gale e Stukeley per la Britannia, e d'Anville per la Gallia e l'Italia.

191

Montfaucon. Antiq. expliq. tom. IV p. 2 l. I c. 5 ha descritti i ponti di Narni, di Alcantara, di Nimes ec.

192

Bergier Storia delle strade maestre dell'Impero rom. l. II c. 128.

193

Procopio in Hist. Arcana c. 30. Bergier Stor. delle strade maestre l. IV. Codic. Theodos. l. VIII tit. V vol. II p. 506-563 con il dotto commentario del Gotofredo.

194

Al tempo di Teodosio, Cesario, magistrato di alto affare, venne per la posta da Antiochia a Costantinopoli. Cominciò il suo viaggio di notte; fu la sera dipoi nella Cappadocia a 165 miglia da Antiochia, ed arrivò a Costantinopoli il sesto giorno verso mezzodì. L'intera distanza era di miglia 725 romane. Ved. Libanio Orat. XXI e gl'Itinerarj p. 572 581.

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Plinio, benchè ministro favorito, dovè giustificarsi per aver fatto dare cavalli di posta alla sua moglie per un affare di gran premura. Epist. X l. X 121 122.

196

Bergier luog. cit. l. IV c. 49.