Lodovico Ariosto

Orlando Furioso


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d'Acquamorta;

      e che Marsilia, non v'essendo quella

      che la dovea guardar, mal si conforta,

      e consiglio e soccorso le domanda

      per questo messo, e se le raccomanda.

64

      Questa cittade, e intorno a molte miglia

      ciò che fra Varo e Rodano al mar siede,

      avea l'imperator dato alla figlia

      del duca Amon, in ch'avea speme e fede;

      però che 'l suo valor con maraviglia

      riguardar suol, quando armeggiar la vede.

      Or, com'io dico, a domandar aiuto

      quel messo da Marsilia era venuto.

65

      Tra sì e no la giovane suspesa,

      di voler ritornar dubita un poco:

      quinci l'onore e il debito le pesa,

      quindi l'incalza l'amoroso foco.

      Fermasi al fin di seguitar l'impresa,

      e trar Ruggier de l'incantato loco;

      e quando sua virtù non possa tanto,

      almen restargli prigioniera a canto.

66

      E fece iscusa tal, che quel messaggio

      parve contento rimanere e cheto.

      Indi girò la briglia al suo viaggio,

      con Pinabel che non ne parve lieto;

      che seppe esser costei di quel lignaggio

      che tanto ha in odio in publico e in secreto:

      e già s'avisa le future angosce,

      se lui per maganzese ella conosce.

67

      Tra casa di Maganza e di Chiarmonte

      era odio antico e inimicizia intensa;

      e più volte s'avean rotta la fronte,

      e sparso di lor sangue copia immensa:

      e però nel suo cor l'iniquo conte

      tradir l'incauta giovane si pensa;

      o, come prima commodo gli accada,

      lasciarla sola, e trovar altra strada.

68

      E tanto gli occupò la fantasia

      il nativo odio, il dubbio e la paura,

      ch'inavedutamente uscì di via:

      e ritrovossi in una selva oscura,

      che nel mezzo avea un monte che finia

      la nuda cima in una pietra dura;

      e la figlia del duca di Dordona

      gli è sempre dietro, e mai non l'abandona.

69

      Come si vide il Maganzese al bosco,

      pensò tôrsi la donna da le spalle.

      Disse: – Prima che 'l ciel torni più fosco,

      verso un albergo è meglio farsi il calle.

      Oltra quel monte, s'io lo riconosco,

      siede un ricco castel giù ne la valle.

      Tu qui m'aspetta; che dal nudo scoglio

      certificar con gli occhi me ne voglio. —

70

      Così dicendo, alla cima superna

      del solitario monte il destrier caccia,

      mirando pur s'alcuna via discerna,

      come lei possa tor da la sua traccia.

      Ecco nel sasso truova una caverna,

      che si profonda più di trenta braccia.

      Tagliato a picchi ed a scarpelli il sasso

      scende giù al dritto, ed ha una porta al basso.

71

      Nel fondo avea una porta ampla e capace,

      ch'in maggior stanza largo adito dava;

      e fuor n'uscìa splendor, come di face

      ch'ardesse in mezzo alla montana cava.

      Mentre quivi il fellon suspeso tace,

      la donna, che da lungi il seguitava

      (perché perderne l'orme si temea),

      alla spelonca gli sopragiungea.

72

      Poi che si vide il traditore uscire,

      quel ch'avea prima disegnato, invano,

      o da sé torla, o di farla morire,

      nuovo argumento imaginossi e strano.

      Le si fe' incontra, e su la fe' salire

      là dove il monte era forato e vano;

      e le disse ch'avea visto nel fondo

      una donzella di viso giocondo.

73

      Ch'a' bei sembianti ed alla ricca vesta

      esser parea di non ignobil grado;

      ma quanto più potea turbata e mesta,

      mostrava esservi chiusa suo mal grado:

      e per saper la condizion di questa,

      ch'avea già cominciato a entrar nel guado;

      e ch'era uscito de l'interna grotta

      un che dentro a furor l'avea ridotta.

74

      Bradamante, che come era animosa,

      così mal cauta, a Pinabel diè fede;

      e d'aiutar la donna, disiosa,

      si pensa come por colà giù il piede.

      Ecco d'un olmo alla cima frondosa

      volgendo gli occhi, un lungo ramo vede;

      e con la spada quel subito tronca,

      e lo declina giù ne la spelonca.

75

      Dove è tagliato, in man lo raccomanda

      a Pinabello, e poscia a quel s'apprende:

      prima giù i piedi ne la tana manda,

      e su le braccia tutta si suspende.

      Sorride Pinabello, e le domanda

      come ella salti; e le man apre e stende,

      dicendole: – Qui fosser teco insieme

      tutti li tuoi, ch'io ne spegnessi il seme! —

76

      Non come volse Pinabello avvenne

      de l'innocente giovane la sorte;

      perché, giù diroccando a ferir venne

      prima nel fondo il ramo saldo e forte.

      Ben si spezzò, ma tanto la sostenne,

      che 'l suo favor la liberò da morte.

      Giacque stordita la donzella alquanto,

      come io vi seguirò ne l'altro canto.

      CANTO TERZO

1

      Chi mi darà la voce e le parole

      convenienti a sì nobil suggetto?

      chi l'ale al verso presterà, che vole

      tanto ch'arrivi all'alto mio concetto?

      Molto maggior di quel furor che suole,

      ben or convien che mi riscaldi il petto;

      che questa parte al mio