Lodovico Ariosto

Orlando Furioso


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voce le favella:

      – Favorisca Fortuna ogni tua voglia,

      o casta e nobilissima donzella,

      del cui ventre uscirà il seme fecondo

      che onorar deve Italia e tutto il mondo.

17

      L'antiquo sangue che venne da Troia,

      per li duo miglior rivi in te commisto,

      produrrà l'ornamento, il fior, la gioia

      d'ogni lignaggio ch'abbia il sol mai visto

      tra l'Indo e 'l Tago e 'l Nilo e la Danoia,

      tra quanto è 'n mezzo Antartico e Calisto.

      Ne la progenie tua con sommi onori

      saran marchesi, duci e imperatori.

18

      I capitani e i cavallier robusti

      quindi usciran, che col ferro e col senno

      ricuperar tutti gli onor vetusti

      de l'arme invitte alla sua Italia denno.

      Quindi terran lo scettro i signor giusti,

      che, come il savio Augusto e Numa fenno,

      sotto il benigno e buon governo loro

      ritorneran la prima età de l'oro.

19

      Acciò dunque il voler del ciel si metta

      in effetto per te, che di Ruggiero

      t'ha per moglier fin da principio eletta,

      segue animosamente il tuo sentiero;

      che cosa non sarà che s'intrometta

      da poterti turbar questo pensiero,

      sì che non mandi al primo assalto in terra

      quel rio ladron ch'ogni tuo ben ti serra. —

20

      Tacque Merlino avendo così detto,

      ed agio all'opre de la Maga diede,

      ch'a Bradamante dimostrar l'aspetto

      si preparava di ciascun suo erede.

      Avea di spirti un gran numero eletto,

      non so se da l'Inferno o da qual sede,

      e tutti quelli in un luogo raccolti

      sotto abiti diversi e vari volti.

21

      Poi la donzella a sé richiama in chiesa,

      là dove prima avea tirato un cerchio

      che la potea capir tutta distesa,

      ed avea un palmo ancora di superchio.

      E perché da li spirti non sia offesa,

      le fa d'un gran pentacolo coperchio;

      e le dice che taccia e stia a mirarla:

      poi scioglie il libro, e coi demoni parla.

22

      Eccovi fuor de la prima spelonca,

      che gente intorno al sacro cerchio ingrossa;

      ma, come vuole entrar, la via l'è tronca,

      come lo cinga intorno muro e fossa.

      In quella stanza, ove la bella conca

      in sé chiudea del gran profeta l'ossa,

      entravan l'ombre, poi ch'avean tre volte

      fatto d'intorno lor debite volte.

23

      – Se i nomi e i gesti di ciascun vo' dirti

      (dicea l'incantatrice a Bradamante),

      di questi ch'or per gl'incantati spirti,

      prima che nati sien, ci sono avante,

      non so veder quando abbia da espedirti;

      che non basta una notte a cose tante:

      sì ch'io te ne verrò scegliendo alcuno,

      secondo il tempo, e che sarà oportuno.

24

      Vedi quel primo che ti rassimiglia

      ne' bei sembianti e nel giocondo aspetto:

      capo in Italia fia di tua famiglia,

      del seme di Ruggiero in te concetto.

      Veder del sangue di Pontier vermiglia

      per mano di costui la terra aspetto,

      e vendicato il tradimento e il torto

      contra quei che gli avranno il padre morto.

25

      Per opra di costui sarà deserto

      il re de' Longobardi Desiderio:

      d'Este e di Calaon per questo merto

      il bel dominio avrà dal sommo Imperio.

      Quel che gli è dietro, è il tuo nipote Uberto,

      onor de l'arme e del paese esperio:

      per costui contra Barbari difesa

      più d'una volta fia la santa Chiesa.

26

      Vedi qui Alberto, invitto capitano

      ch'ornerà di trofei tanti delubri:

      Ugo il figlio è con lui, che di Milano

      farà l'acquisto, e spiegherà i colubri.

      Azzo è quell'altro, a cui resterà in mano

      dopo il fratello, il regno degli Insubri.

      Ecco Albertazzo, il cui savio consiglio

      torrà d'Italia Beringario e il figlio;

27

      e sarà degno a cui Cesare Otone

      Alda sua figlia, in matrimonio aggiunga.

      Vedi un altro Ugo: oh bella successione,

      che dal patrio valor non si dislunga!

      Costui sarà, che per giusta cagione

      ai superbi Roman l'orgoglio emunga,

      che 'l terzo Otone e il pontefice tolga

      de le man loro, e 'l grave assedio sciolga.

28

      Vedi Folco, che par ch'al suo germano,

      ciò che in Italia avea, tutto abbi dato,

      e vada a possedere indi lontano

      in mezzo agli Alamanni un gran ducato;

      e dia alla casa di Sansogna mano,

      che caduta sarà tutta da un lato;

      e per la linea de la madre, erede,

      con la progenie sua la terrà in piede.

29

      Questo ch'or a nui viene è il secondo Azzo,

      di cortesia più che di guerre amico,

      tra dui figli, Bertoldo ed Albertazzo.

      Vinto da l'un sarà il secondo Enrico,

      e del sangue tedesco orribil guazzo

      Parma vedrà per tutto il campo aprico:

      de l'altro la contessa gloriosa,

      saggia e casta Matilde, sarà sposa.

30

      Virtù il farà di tal connubio degno;

      ch'a quella età non poca laude estimo

      quasi di mezza Italia in dote il regno,

      e la nipote aver d'Enrico primo.

      Ecco di quel Bertoldo il caro pegno,

      Rinaldo tuo, ch'avrà l'onor opimo

      d'aver