Lodovico Ariosto

Orlando Furioso


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lui diletta, e ne fu raro senza;

      di costumi, di grazia e di bel volto

      dotata e d'accortezza e di prudenza:

      e se licenza or non n'aveva tolto,

      fu che sperò tornarle alla presenza

      il dì medesmo; ma gli accadde poi,

      che lo tardò più dei disegni suoi.

90

      E poi ch'ella aspettato quasi un mese

      indarno l'ebbe, e che tornar nol vide,

      di desiderio sì di lui s'accese,

      che si partì senza compagni o guide;

      e cercandone andò molto paese,

      come l'istoria al luogo suo dicide.

      Di questi dua non vi dico or più inante;

      che più m'importa il cavallier d'Anglante.

91

      Il qual, poi che mutato ebbe d'Almonte

      le gloriose insegne, andò alla porta,

      e disse ne l'orecchio: – Io sono il conte —

      a un capitan che vi facea la scorta;

      e fattosi abassar subito il ponte,

      per quella strada che più breve porta

      agl'inimici, se n'andò diritto.

      Quel che seguì, ne l'altro canto è scritto.

      CANTO NONO

1

      Che non può far d'un cor ch'abbia suggetto

      questo crudele e traditore Amore,

      poi ch'ad Orlando può levar del petto

      la tanta fe' che debbe al suo Signore?

      Già savio e pieno fu d'ogni rispetto,

      e de la santa Chiesa difensore;

      or per un vano amor, poco del zio,

      e di sé poco, e men cura di Dio.

2

      Ma l'escuso io pur troppo, e mi rallegro

      nel mio difetto aver compagno tale;

      ch'anch'io sono al mio ben languido ed egro,

      sano e gagliardo a seguitare il male.

      Quel se ne va tutto vestito a negro,

      né tanti amici abandonar gli cale;

      e passa dove d'Africa e di Spagna

      la gente era attendata alla campagna:

3

      anzi non attendata, perché sotto

      alberi e tetti l'ha sparsa la pioggia

      a dieci, a venti, a quattro, a sette, ad otto;

      chi più distante e chi più presso alloggia.

      Ognuno dorme travagliato e rotto:

      chi steso in terra, e chi alla man s'appoggia.

      Dormono; e il conte uccider ne può assai:

      né però stringe Durindana mai.

4

      Di tanto core è il generoso Orlando,

      che non degna ferir gente che dorma.

      Or questo, e quando quel luogo cercando

      va, per trovar de la sua donna l'orma.

      Se truova alcun che veggi, sospirando

      gli ne dipinge l'abito e la forma;

      e poi lo priega che per cortesia

      gl'insegni andar in parte ove ella sia.

5

      E poi che venne il dì chiaro e lucente,

      tutto cercò l'esercito moresco:

      e ben lo potea far sicuramente,

      avendo indosso l'abito arabesco;

      ed aiutollo in questo parimente,

      che sapeva altro idioma che francesco,

      e l'africano tanto avea espedito,

      che parea nato a Tripoli e nutrito.

6

      Quivi il tutto cercò, dove dimora

      fece tre giorni, e non per altro effetto;

      poi dentro alle cittadi e a' borghi fuora

      non spiò sol per Francia e suo distretto,

      ma per Uvernia e per Guascogna ancora

      rivide sin all'ultimo borghetto:

      e cercò da Provenza alla Bretagna,

      e dai Picardi ai termini di Spagna.

7

      Tra il fin d'ottobre e il capo di novembre,

      ne la stagion che la frondosa vesta

      vede levarsi e discoprir le membre

      trepida pianta, fin che nuda resta,

      e van gli augelli a strette schiere insembre,

      Orlando entrò ne l'amorosa inchiesta;

      né tutto il verno appresso lasciò quella,

      né la lasciò ne la stagion novella.

8

      Passando un giorno, come avea costume,

      d'un paese in un altro, arrivò dove

      parte i Normandi dai Bretoni un fiume,

      e verso il vicin mar cheto si muove;

      ch'allora gonfio e bianco già di spume

      per nieve sciolta e per montane piove:

      e l'impeto de l'acqua avea disciolto

      e tratto seco il ponte, e il passo tolto.

9

      Con gli occhi cerca or questo lato or quello,

      lungo le ripe il paladin, se vede

      (quando né pesce egli non è, né augello)

      come abbia a por ne l'altra ripa il piede:

      ed ecco a sé venir vede un battello,

      ne la cui poppa una donzella siede,

      che di volere a lui venir fa segno;

      né lascia poi ch'arrivi in terra il legno.

10

      Prora in terra non pon; ché d'esser carca

      contra sua volontà forse sospetta.

      Orlando priega lei che ne la barca

      seco lo tolga, ed oltre il fiume il metta.

      Ed ella lui: – Qui cavallier non varca,

      il qual su la sua fé non mi prometta

      di fare una battaglia a mia richiesta,

      la più giusta del mondo e la più onesta.

11

      Sì che s'avete, cavallier, desire

      di por per me ne l'altra ripa i passi,

      promettetemi, prima che finire

      quest'altro mese prossimo si lassi,

      ch'al re d'Ibernia v'anderete a unire,

      appresso al qual la bella armata fassi

      per distrugger quell'isola d'Ebuda,

      che, di quante il mar cinge, è la più cruda.

12

      Voi dovete saper ch'oltre l'Irlanda,

      fra molte che vi son, l'isola giace

      nomata Ebuda, che per legge manda

      rubando