Amy Blankenship

Legami Di Sangue


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      Kriss sentì il fuoco iniziare a scorrergli nelle vene, ma il suo senso di colpa gli fece girare il viso, interrompendo il bacio. Si strinse nell’abbraccio di Dean, avvolgendo le braccia intorno a lui prima di intrecciare le gambe con le sue.

      Dean guardò in silenzio i capelli di Kriss e sospirò mentalmente. Il fatto che Kriss lo stringesse così forte era l’unica cosa a calmarlo. Sentì la tristezza allentarsi un po’ prima di ricomparire. Aveva già deciso di liberare Kriss all’alba ma, davanti al suo rifiuto, gli occhi di Dean brillarono e i legacci svanirono.

      Dopo un istante Kriss si voltò e strinse i polsi di Dean, sbattendoli giù sul materasso e tenendoli fermi.

      Dean fissava con calma i suoi turbati occhi argentati, chiedendosi cos’avrebbe fatto Kriss adesso che era libero di tornare da Tabatha. Quando Kriss rimase semplicemente fermo lì, Dean alzò la testa dal materasso strofinando lentamente le labbra sulla clavicola di Kriss fino alla curva del suo collo. Fu ricompensato dal brusco sibilo di Kriss e dal suo rilascio.

      Alcune ore dopo giacevano intrecciati quando arrivò l’alba. Dean sapeva, proprio come Kriss, che sarebbe stato qui quando Kriss si sarebbe svegliato la mattina...sarebbe sempre stato qui.

      *****

      Kane camminava per le strade della città cercando di cancellare dalla mente tutto quello che era accaduto nelle ultime settimane. Aveva anche sentito accenni della sua vecchia personalità affiorare in superficie diverse volte...soprattutto quando era vicino a Michael. Doveva ammettere che voleva bene a quel ragazzo.

      Il freno saldo che aveva mantenuto negli ultimi dieci anni sulle proprie emozioni stava cedendo e gli mancava già la sicurezza che le mura immaginarie gli avevano dato. Era convinto che un costoso psichiatra da quattro soldi avrebbe detto che era una cosa positiva, ma era certo che avrebbe potuto anche cambiare idea a tempo di record.

      Usava l’intorpidimento che aveva portato con sé fuori dalla tomba come uno scudo...lo rendeva per metà morto e le persone intorno a lui erano più al sicuro. Per come stavano le cose, ci voleva ogni briciolo di controllo che aveva per tenere dentro di sé i propri sentimenti per Tabatha e proteggerla da Misery allo stesso tempo.

      Aveva ancora i brividi al pensiero che Michael avesse capito che era stata Tabatha a liberarlo dalla tomba. Se avesse pensato in maniera lucida, avrebbe trovato un modo per tenere Scrappy lontano da Tabatha per un po’ mentre cercava di capire come dirglielo...se mai glielo avesse detto.

      Secondo lui, alcuni segreti dovevano rimanere tali. La verità era che non aveva mai pensato di dirlo a Tabatha.

      Kane ringhiò infastidito quando i suoi pensieri furono interrotti. Sentiva occhi demoniaci su di sé mentre camminava...osservavano ogni sua mossa. Si chiese se fossero stati mandati da Misery. Non riusciva a sentirla tra loro, il che aveva molto senso. Perché mai la cagna lo avrebbe seguito, quando poteva farlo fare ai suoi servitori al posto suo? La città brulicava di suoi servitori...entità oscure che lui aveva contribuito a creare.

      Accelerò il passo finché i fari delle auto in avvicinamento si allontanavano improvvisamente dietro di lui. Il bagliore rosso dei loro fanali posteriori illuminò la strada per alcuni secondi prima di svanire. Non era mai stato così veloce ma, con l’umore che aveva ultimamente, aveva ignorato l’accrescimento del proprio potere.

      Al momento, tutto quello che voleva era stare da solo nella propria campana di vetro, invece di stare accanto a Michael e a chiunque fosse vicino al suo migliore amico / fratello. Non era così sicuro di riuscire ad indossare la sua maschera da ‘Adesso sto bene’...non stasera. Il suo vero io era vicino alla superficie ed era qualcosa che Michael non doveva vedere.

      Infilando le mani in tasca, Kane proseguì nel tentativo di ignorare i bastardi spioni che lo seguivano. Adesso aveva raggiunto un’area più rispettabile della città e si diresse verso la zona in cui c’erano un gran numero di locali. Aveva bisogno di un buon drink e magari di fare un po’ a pugni, anche se ciò significava che doveva iniziare lui per primo. I club gli avrebbero fornito il liquido inebriante, e sarebbe stato abbastanza facile trovare un nido di vampiri per l’altro desiderio.

      Svoltando un angolo verso una strada trafficata, Kane sentì un profumo dolce nel vento e si fermò, concentrandosi di nuovo sui luoghi e i rumori della città. La sentiva molto vicina e si guardò intorno cercando di determinare la sua posizione. Inalò profondamente, desiderandone ancora, poi si chiese se fosse un masochista per torturarsi così.

      Sapeva che doveva stare lontano da lei, visto che sembrava essere una calamita per i demoni, ma l’altro lato di sé concluse all’istante che la sua anima gemella era in grado di trovare i guai da sola. Se lei era abbastanza folle da andare in giro in una zona piena di demoni, allora forse lui doveva ricordarle che era davvero una cattiva idea.

      Il suo sguardo acuto si posò su un club chiamato ‘Silk Stalkings’ e si accigliò sapendo che era qui che il caduto, Kriss, lavorava come ballerino. Era una scelta di carriera interessante per un caduto, ma Kane non poteva giudicarlo. Sospirando con rassegnazione, attraversò la strada ed entrò nel club per riportare Tabatha a casa, prima che si cacciasse in altri guai.

      Capitolo 2

      Tabatha varcò l’ingresso del Silk Stalkings e si guardò intorno. Era andata lì per cercare Kriss...e pregò di trovarlo. Era sparito da qualche giorno senza neanche chiamare...e aveva iniziato ad evitarla già da prima. Le mancava ed iniziava a preoccuparsi. Quando in passato spariva per un po’ almeno telefonava per farle sapere che andava tutto bene.

      Il solo vederlo di sfuggita avrebbe scacciato il suo timore che Misery lo avesse divorato o rinchiuso in una grotta da qualche parte.

      Sedendosi ad uno dei tavolini alti, continuava a guardare il palco sperando che Kriss uscisse e facesse il suo numero. Quasi un’ora dopo si rese conto dell’orario e capì che Kriss avrebbe dovuto essere già sul palco a quell’ora. Uno dei camerieri le si avvicinò e lei lo toccò sul braccio per avere la sua attenzione.

      â€œHa bisogno di qualcosa, signorina?” le chiese.

      Tabatha sorrise. “Spero che tu possa aiutarmi. Sto cercando Kriss Reed. Puoi dirmi quand’è il suo turno?”

      Il cameriere sospirò e scosse la testa “Lei è la sesta donna a chiedere di lui, questa settimana. Purtroppo se n’è andato da un po’ di tempo, da allora nessuno lo ha visto.”

      Tabatha si sentì come se avesse ricevuto uno schiaffo. Una sensazione di affogamento le esplose nello stomaco e lei abbassò la testa per nascondere le lacrime che iniziarono a salire...aveva perso il suo migliore amico.

      â€œSta bene?” chiese gentilmente il cameriere.

      Tabatha lo guardò e sorrise, asciugando le lacrime che minacciavano di rovinare il mascara. “Sì, sto bene. Puoi portarmi un Malibu con ananas?”

      Il cameriere le lanciò un’occhiata interrogativa prima di sospirare e tornare al bar. Riconobbe Tabatha come una delle amiche strette di Kriss e immaginò che lui avesse lasciato la città senza dirglielo. Era un peccato...sembrava simpatica, e Kriss l’aveva ovviamente ferita.

      Tabatha tirò fuori la cipria dalla borsetta ed esaminò il suo trucco. Se n’era andato senza nemmeno salutare...quando erano andati in Florida con Devon ed Envy aveva promesso che non l’avrebbe mai lasciata. Si erano anche avvicinati dopo il rapimento...e molto.

      â€œEcco a lei.” annunciò il cameriere e mise il drink davanti a lei.

      Tabatha abbassò la cipria e gli sorrise. “Vai e segnalo sul conto...ho intenzione di stare qui per un po’.”

      Il cameriere annuì ed iniziò a girare intorno ai suoi tavoli per assicurarsi che tutto filasse liscio, guardandola di tanto in tanto