Amy Blankenship

Legami Di Sangue


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raccontare a qualcuno cose oltre il presente. Avrebbe potuto essere il miglior insegnante di storia del mondo...ma se Storm provava a parlare del futuro con qualcuno, poteva rompere il collegamento spazio-temporale...e quel collegamento era Storm in persona.

      Aveva anche ragione riguardo la loro amicizia. Erano stati amici dal primo giorno, e questo la diceva lunga, perché nessuno dei due era il tipo che si fidava di qualcuno. La verità era che...erano entrambi molto simili sotto parecchi aspetti.

      La piccola isola di Storm era in qualche luogo nel passato ma Storm l’aveva dotata di tutti i comfort di una dimora moderna e di una base futuristica. Un lato dell’edificio faceva sentire Ren come in un enorme acquario, mentre l’altro lato era stato costruito nella robusta roccia che circondava l’isola. L’aspetto migliore era la totale solitudine. Era l’unico posto in cui Ren potesse andare senza stare a contatto con qualcosa di paranormale, eccetto il potere di Storm. All’inizio aveva pensato che Storm avesse una ventina d’anni ma, trascorsi dieci anni da quando lo aveva conosciuto, non era invecchiato di un solo giorno, quindi si chiese da quanto tempo vivesse Storm. L’invecchiamento di Ren stesso era rallentato, poiché passava molto tempo a contatto con Storm e il suo potere.

      Ren sussultò quando una voce lo destò dalle sue riflessioni.

      â€œHo appena fatto di te l’orgoglioso proprietario di una delle case più antiche di L.A.” annunciò Storm quando apparve alla fine del lungo molo che si estendeva dalla sua isola. Sorrise vedendo Ren quasi morto di paura.

      â€œDannazione, vuoi farti sentire quando spunti dal nulla in quel modo?” Ren si voltò e si appoggiò alla ringhiera, vedendo lo sguardo compiaciuto sul volto di Storm.

      â€œAspettavi qualcun altro?” Storm rise.

      Ren gli lanciò un’occhiataccia, visto che nessun altro aveva mai messo piede sulla sua isola. “Ok, sentiamo. Perché mi hai comprato una vecchia baracca? Non è neanche il mio compleanno.”

      Senza preavviso Storm si alzò, afferrò la spalla di Ren e l’oceano si allontanò, lasciandoli in piedi nell’erba e mostrando ciò che poteva passare come una moderna casa gotica in pietra scura. Sentendo l’infrangersi delle onde, Ren guardò verso destra, vedendo l’oceano. Girandosi, si accigliò vedendo il vialetto che continuava fin dove l’occhio poteva vedere, e sulla sinistra non c’era altro che una fitta macchia di alberi.

      â€œNon male per una vecchia baracca.” Storm fece un cenno verso la casa. “Cinquanta acri di fronte all’oceano e completamente rimodernata. È difficile credere che fosse un piccolo castello.”

      â€œNon è così difficile.” Ren girò la testa e fissò Storm “Qual è la fregatura?”

      â€œL.A. ha bisogno di te.” Storm scrollò le spalle e si incamminò. “Non lo senti?”

      Ren non rispose mentre seguiva Storm. La verità era che il suo istinto di aracnide gli diceva di fuggire di corsa. Los Angeles...finora suonava più come una vacanza forzata.

      Una volta dentro, si trovò in un enorme spazio circolare con una scala a chiocciola aperta che conduceva al piano superiore, il quale si divideva in due ali separate. Storm si diresse verso le grandi porte sulla destra, Ren sospirò e lo seguì.

      â€œQuesto è più nel mio stile.” mormorò Ren vedendo i sistemi di sorveglianza sulle pareti e una scrivania di vetro con un computer.

      â€œHo pensato che questo potesse piacerti.” Storm si appoggiò sul divano che si mosse da solo verso una parte vuota dell’enorme stanza. Vide Ren scivolare dietro la scrivania ed iniziare ad armeggiare con i comandi. “Nessuno può rintracciarti qui, tranne tu stesso forse...e per fortuna non conta.”

      Storm vide gli occhi di Ren illuminarsi mentre alzava i palmi a pochi centimetri dalla tastiera. Era un potere strano da possedere e non conosceva nessun altro che lo avesse, ma era così che Ren era riuscito ad eludere i firewall del PIT, che erano cento anni più avanti di quelli che il governo aveva già. Lui stava letteralmente risucchiando tutte le informazioni da quel computer e per quanto ne sapeva gli stava insegnando un paio di cose.

      Era divertente perché Ren non sembrava il classico nerd informatico...il suo aspetto era quasi spaventoso. Aveva visto donne quasi inciampare quando lo guardavano.

      I suoi capelli erano lunghi poco oltre le spalle, neri come la notte con riflessi blu quando il sole li colpiva nel modo giusto. Ma anche senza il sole, non passavano inosservate le strie argentate che facevano sembrare Ren un ragazzino ribelle più di lui. Se si aggiungevano l’orecchino pendente a croce e il fatto che vestisse sempre di nero, si otteneva una combinazione straordinaria. Per dare più effetto, le iridi di Ren erano come di argento lucido con riflessi blu e un cerchio nero intorno. Teneva sempre con sé gli occhiali da sole a causa di quella stranezza.

      Quello che più lo esaltava di Ren era che i computer riuscivano a renderlo felice quanto il potere. Ren era un succubo sotto tutti gli aspetti. Se era vicino ad un computer, si alimentava della sua potenza quasi come un download...ma la sua identità di succubo gli permetteva anche di prendere il potere di chiunque e usarlo per sé.

      Ad esempio...se era vicino ad un mutante, era in grado anche lui di trasformarsi. Se era vicino ad un demone, allora aveva tutto il potere di quel particolare demone, ma il lato negativo era che sembrava di usare uno specchio. Non poteva privare il demone dei suoi poteri. Entrambe le parti avrebbero avuto lo stesso potere, quindi non sempre la situazione era vantaggiosa...soprattutto quando l’avversario aveva il potere da più tempo e sapeva usarlo meglio.

      L’unico modo in cui Ren poteva sfruttare la cosa era che, se aveva a che fare con più poteri paranormali, allora bisognava stare attenti perché poteva usarli tutti a suo vantaggio.

      Un altro punto negativo era che Ren non si trovava bene in squadra quindi rifiutava un partner, il che era un vero peccato. Storm avrebbe potuto affiancargli persone potenti e lui avrebbe potuto emulare chiunque di loro. Anche ora, se Ren voleva teletrasportarsi al centro del mondo e cinquant’anni indietro nel passato, poteva farlo. Per fortuna non era interessato a questo genere di cose. Storm vide la luce negli occhi di Ren spegnersi quando si destò dal mondo del cyberspazio.

      Ren sbatté le palpebre e allontanò le mani dalla tastiera per appoggiarsi alla sedia girevole. “Nessuno sa che sono qui?”

      â€œSolo Zachary.” ammise Storm, sapendo che stavano per litigare a riguardo. “Zachary dovrà tenere d’occhio la maggior parte di quelli che sono già qui.”

      â€œPerché non mi piace come suona la cosa?” Ren strinse gli occhi ma ebbe la sensazione che fosse una battaglia persa. “Come mi spieghi la villa e l’organizzazione? Vuoi corrompermi?”

      Storm alzò un sopracciglio. “È un po’ difficile corrompere qualcuno che è capace di andare ad un bancomat e ‘convincerlo’ a dargli i soldi.”

      â€œStai evitando la domanda.” sottolineò Ren.

      â€œHo lasciato che ti nascondessi alle squadre investigative per tutto questo tempo e, diamine... mi sono addirittura unito a te nella tua solitudine più volte di quanto avrei dovuto.” Storm alzò una mano quando Ren fece per ribattere. “Hai sempre detto di dovermi un favore...adesso te lo sto chiedendo.”

      â€œE favore sia.” La voce di Ren aveva perso acutezza per il suo onore. Storm aveva ragione...gli doveva la vita e lui non lo avrebbe chiamato per qualcosa di stupido.

      Storm iniziò a camminare avanti e indietro accanto alla scrivania. “L’unica vera risposta che posso darti al momento è che sei qui per aiutarmi a combattere. Chiederò molti favori stavolta. Porterò in città la migliore squadra del PIT e tu sei promosso a mio vice.”

      â€œChe