Amy Blankenship

Legami Di Sangue


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per avvolgersi intorno al suo collo, dove strinse con forza i suoi capelli bianchi come la neve.

      Kane rabbrividì quando sentì le unghie di lei affondare nella propria pelle sensibile, facendogli flettere i fianchi e ringhiare nel petto. La voleva...Dio, la voleva così tanto. Udì il clacson di un’auto e Kane ricordò all’istante dove si trovavano. Ci volle più forza di quanto pensasse per lasciarla andare e sprofondò letteralmente nel sedile del conducente.

      â€œGià sobria?” le chiese. I muscoli della sua mascella si contrassero e le sue nocche divennero bianche nel punto in cui stringeva il volante mentre tratteneva la sua fame.

      Tabatha si portò una mano alla bocca ripensando a quella strana domanda. Dopo un paio di secondi annuì accigliata. “Sì, ma cosa sei, un caffè vivente?”

      â€œCosa sei tu?” la derise Kane. “Una pazza sanguinosa, ecco cosa sei...che parla di cuori di mucca e di demoni.”

      Gli occhi di Tabatha si spalancarono quando un fulmine catturò la sua attenzione quando illuminò la strada. Si leccò il labbro inferiore assaporandolo ancora, poi si guardò per assicurarsi che le cosce non fossero davvero in fiamme. Ci fu un altro fulmine e lei si sporse in avanti, guardando il cielo in cerca di nubi di tempesta. Non vedendone, guardò di nuovo Kane e si rese conto che era lui a provocare la tempesta.

      â€œVacci piano. Mi sbagliavo...tu non sei un caffè vivente, sei una tempesta vivente.” gli disse, e si raddrizzò sul sedile. Non l’aveva notato prima ma, quando Kane si era chinato su di lei, il suo vestito era salito su, mostrando quasi il pizzo delle mutandine.

      Kane si strofinò la tempia con le dita e chiuse gli occhi...dovette farlo. “C’è solo una cosa che devi fare...stare lontana da Misery.”

      â€œÃˆ così che mi hai guarita nell’ufficio di Warren?” sussurrò Tabatha, sapendo in qualche modo che il suo sangue aveva appena cancellato ogni singola goccia di alcol che lei aveva assunto. Le mancava già la disinibizione ma non gli avrebbe dato del guastafeste, visto il suo umore. Però doveva ammettere che se lui non avesse interrotto il bacio avrebbero finito per fare altro.

      Dire che lui fosse instabile sarebbe stato un eufemismo, se il modo in cui stringeva il volante voleva dire qualcosa. Dopo quello che lei stava per fare...forse erano instabili entrambi.

      Quando lui non rispose ma guardò dritto e scrollò le spalle, Tabatha sentì di nuovo la rabbia. “Bene, portarmi a casa...o meglio ancora, scendi e va’ al diavolo. Adesso posso guidare da sola.”

      Tabatha fu spinta di nuovo contro lo schienale quando Kane inserì la marcia e avviò il motore, rimbalzando giù dal marciapiede e reimmettendosi nel traffico...quel poco che c’era a quell’ora della notte.

      â€œForse dovresti andare a cercare in quale nido si trova Kriss e unirti a lui, visto che ad entrambi ovviamente piace avere dei segreti con me!” disse lei sarcastica.

      â€œNessuno ti ha mai detto che non è una buona idea inimicarsi un vampiro?” le chiese Kane con voce apparentemente tranquilla, evitando di guardarla.

      â€œSono ancora viva.” sottolineò Tabatha.

      â€œPer ora.” Kane mentiva, ma si sentì soddisfatto quando il resto del viaggio proseguì in un silenzio teso.

      Tabatha se ne stava sul sedile del passeggero con le braccia incrociate sul petto. Si rifiutava con forza di pensare a quel bacio e non avrebbe affatto pensato a quanto lui fosse sembrato sexy, chino su di lei...era arrabbiata e non solo.

      Appena entrò nel suo vialetto Kane sospirò, passandosi una mano tra i capelli quando lei scese dall’auto e scappò via come se fosse stata morsa. Trovò la cosa piuttosto ironica, considerato che l’aveva già morsa in precedenza. Scendendo dall’auto, la seguì in silenzio sapendo che era la cosa sbagliata da fare.

      Tabatha sbatté la portiera dell’auto dietro di sé e si precipitò verso la porta d’ingresso del suo appartamento. Non appena chiuse la porta dietro di sé, si voltò e in pochi secondi bloccò tutte e quattro le serrature, poi accese la luce in soggiorno.

      â€œPer ora un corno!” Guardò la porta sentendosi finalmente al sicuro...finché non si voltò. Tabatha gridò quando vide Kane seduto sul divano come se fosse a casa sua, e gli lanciò la borsetta.

      â€œTu non sei stato invitato!” sbottò lei, poi aspettò di vedere se sarebbe svanito. In realtà era una cosa positiva che lui non lo fece, perché lei sarebbe stata ferita dalla risata isterica che ne sarebbe seguita.

      â€œDannazione, perché sei ancora qui?” gli chiese e gli lanciò le scarpe, soddisfatta quando lui dovette spostare una gamba per schivarne una.

      Con suo stupore, Kane se ne stava seduto lì a fissarla con un’irritante espressione che sembrava un misto tra divertimento e rabbia. Lui brillò e scomparve per un secondo, poi lei sentì il rumore di qualcosa che colpiva la porta da ogni lato. Tabatha non riusciva a muoversi perché lui la teneva ferma contro la porta dietro di lei. Udì un tuono e sentì la propria paura aumentare a quel rumore.

      Kane si chinò un po’ in avanti fin quando la propria guancia non toccò quasi la sua e inalò il suo odore misto di rabbia e paura. Era come un afrodisiaco e servì a ricordargli perché non aveva posseduto la sua anima gemella appena l’aveva trovata. Al contrario, lui lottava contro la voglia di possederla lì contro la porta...rapido e impetuoso.

      Gli dei potevano averli uniti, ma avevano sbagliato il loro abbinamento. Per il bene di Tabatha...dovevano essersi sbagliati. Quando lui si scostò abbastanza per vedere il suo viso, fu soddisfatto nel vedere che la sua rabbia e la sua paura erano ancora lì.

      Tabatha sentiva la sua frangetta muoversi ad ogni respiro che lui faceva mentre la guardava con quegli occhi infiammati. Rimase affascinata guardando le sue pupille ametista dilatarsi e poi sentì la delusione vibrare dentro di sé...lei non voleva dimenticare.

      â€œPrima di farmi abracadabra...dimmi qualcosa di vero.” sussurrò lei. “Una verità sincera.”

      â€œUna verità, tesoro?” Kane posò lo sguardo sulle sue labbra e abbassò la testa fin quando le proprie labbra non sfiorarono le sue...non con un bacio ma con qualcosa di molto più intimo. “Sono più pericoloso per te di quanto possa esserlo qualsiasi altro demone.”

      A letto, Tabatha sbatté le palpebre per la luce del sole che ora filtrava dalla finestra e si mise a sedere. Tirò su le ginocchia e vi avvolse le braccia intorno, guardando la luce del giorno che quasi sembrava prenderla in giro. Ringhiando tra sé, sbuffò soffiando via la frangetta dagli occhi.

      â€œPericoloso un corno.” brontolò. “Così pericoloso che mi ha messa a letto prima di andarsene.”

      *****

      Zachary stava guardando la mappa sul muro con la testa piegata. Avevano segnato ogni evento strano avvenuto negli ultimi mesi, cercando di capire se formassero uno schema. Avevano iniziato con poche puntine ma, quando erano state trovate altre prove, le puntine avevano iniziato a formare uno schema.

      Angelica prese un pennarello nero e disegnò un cerchio attorno alla zona malfamata e all’area circostante. “Misery agisce in questa zona.” dichiarò. “Gli altri eventi segnati sembrano essere opera di altri demoni che hanno preso coraggio e sono usciti dalla tana.”

      â€œE quello che è successo al Love Bites?” chiese Trevor. “Non era conforme al suo modus operandi.”

      â€œPotremmo dover ampliare il raggio a breve.” disse Chad. “E il corpo che abbiamo trovato oggi?”

      Tutti tremarono ricordando la scena. Avevano ricevuto una chiamata