Amy Blankenship

Legami Di Sangue


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e arrabbiata allo stesso tempo...turbava le persone.

      Le fu portato un altro drink e bevve rapidamente anche quello. Dopo sei drink era cotta. Guardando verso il palco, si imbronciò vedendo un ragazzo uscire con indosso solo un paio di ali e un tanga argentati. Si chiese dove fosse il piagnone Guru ubriaco quando ne aveva bisogno e strinse gli occhi, odiando il ballerino che inconsapevolmente si faceva beffe di lei.

      â€œUn altro, prima di andarmene?” chiese al cameriere che le girava intorno da quando si era seduta.

      Il cameriere sorrise e scosse la testa. “Penso che lei abbia bevuto abbastanza. Vuole che le chiami un taxi?”

      â€œNo.” rispose Tabatha, e si alzò afferrando la borsa. “Voglio che tu dica a Kriss che se ricorda chi sono i suoi amici, allora faccia una telefonata.”

      Naturalmente non voleva, ma al momento era molto arrabbiata con Kriss...la feriva che lui non desse abbastanza importanza alla loro amicizia per dirle almeno che se ne andava...o che era stato rapito. Aprendo la borsa, prese il portafogli e fece per pagare il conto, ma il cameriere scosse la testa.

      â€œIl conto è stato già pagato.” disse lui. “Adesso vada a casa e dorma...sono certo che la chiamerà presto.”

      Tabatha pescò le chiavi dell’auto nella borsetta e le fece cadere a terra. “Cavolo!” mormorò, volendo andarsene prima di fare qualcosa di stupido, come piangere in pubblico.

      Si chinò per raccoglierle ma un’altra mano le prese e le raccolse. Tabatha seguì la mano lungo un braccio e poi una spalla. Rimase stupita quando il suo sguardo si posò sul bel viso di Kane.

      â€œAndiamo, tesoro.” disse lui, osservando il modo in cui le luci le brillavano negli occhi azzurri. Stava per piangere. A quanto pare lui non era l’unico di cattivo umore, stasera. “Andiamo a casa.”

      Il labbro inferiore di Tabatha si contorse mentre lo guardava e gli afferrò il braccio, sentendo all’istante la sua forza. Il suo principale stalker l’aveva trovata e per una volta...gliene era grata.

      Kane fece un cenno al cameriere dietro Tabatha e la portò fuori dal club. Ringhiò dentro di sé, sapendo perché lei aveva scelto questo club. Voleva trovare il bastardo caduto che si nascondeva.

      Kriss non si preoccupava del proprio cattivo comportamento verso Tabatha, o si riteneva suo potenziale nemico, invece che suo migliore amico? Kane avvolse un braccio attorno alle spalle di Tabatha e le afferrò saldamente l’altro braccio quando lei quasi inciampò sui tacchi alti.

      â€œLo hai visto?” chiese Tabatha guardando Kane.

      Kane scosse la testa tristemente “No.” Evitò di dirle che, l’ultima che aveva visto Dean, aveva sentito l’odore di Kriss su di lui...il caduto stava bene.

      â€œSe n’è andato.” Tabatha si asciugò la lacrima che finalmente riuscì a scendere. “E se poi Misery lo divora?”

      Kane cercò di non ridere alla sua domanda ubriaca ma sincera. “Per Misery il sapore dei caduti è disgustoso.” lui citò le parole di Misery.

      â€œAllora perché non mi ha salutata?” Tabatha abbassò lo sguardo mentre camminavano.

      Kane non rispose mentre la faceva salire sulla sua auto e si sedette al posto di guida. Immagini di sé che strappava quelle ali morbide e setose dalla schiena di Kriss gli balenarono nella mente, ma Kane le scacciò. La vendetta poteva aspettare...adesso doveva portare il suo angelo a casa sano e salvo, prima che la porta girevole della sua personalità si aprisse sul lato oscuro.

      Tabatha rimase in silenzio durante il tragitto, con i led azzurri nell’auto che proiettavano un bagliore tenue, come se la sfidassero a guardare l’uomo che guidava. Non era mai stata una che rifiutava una sfida e, anche se riusciva a gestire l’alcol meglio di una persona normale...i drink la aiutavano a reprimere una sana paura.

      Girò lentamente la testa e guardò coraggiosamente Kane. “Perché Misery ha detto che io ti appartengo?”

      La testa di Kane si girò rapidamente per fissarla con uno sguardo duro. Lei non avrebbe dovuto ricordare quello che era successo quella notte...le aveva cancellato i ricordi. Come diavolo faceva a ricordare qualcosa che doveva aver dimenticato? Vedendo le luci delle auto illuminarle il viso, lui guardò di nuovo la strada e sterzò appena in tempo per evitare di colpire un’auto in arrivo.

      La mano di lei si posò d’istinto sulla maniglia dello sportello quando vide la sua reazione a quella domanda, ma si calmò. Non era abbastanza ubriaca da saltare da un’auto in movimento. Il brivido di paura che strisciava lungo la sua schiena servì solo a spingere il suo livello di coraggio oltre la stupidità.

      â€œScegli una corsia.” sorrise Tabatha, poi sbatté le palpebre con la voglia di prendersi a schiaffi. ‘Merda.’ pensò tra sé. ‘Bel modo di fare, stupida...far incazzare il tipo con i denti aguzzi.’

      â€œTi ricordi di quella notte?” le chiese Kane prima di fermarsi.

      â€œE allora?” disse lei e scrollò mentalmente le spalle. “Sì, mi ricordo. Beh...una buona parte, almeno. Forse non sei così bravo come pensi a lanciare incantesimi alle persone.”

      â€œMagari la prossima volta non sarò così gentile.” la ammonì Kane e la vide tremare per le sue parole oscure.

      Tabatha restrinse lo sguardo per la sua espressione impassibile. Come osava sfidarla?

      â€œBeh, prima che provi a cancellarmi di nuovo la memoria, che ne dici di rispondermi?” chiese lei e incrociò le braccia sul petto, sapendo che stava scaricando su Kane la rabbia per l’abbandono di Kriss...d’altra parte, forse Kane se lo meritava. Per quanto ne sapeva, magari aveva divorato lui Kriss.

      â€œO mi dici che cosa intendeva, o giuro che mi appenderò al collo un enorme e succoso cuore di mucca per attirare Misery, così lo chiederò a lei.”

      Lei sussultò e si aggrappò subito al cruscotto quando Kane sterzò bruscamente, fermando di colpo l’auto al lato della carreggiata, sul marciapiede. Inchiodò scivolando sul terrapieno polveroso, facendo fare all’auto un giro di centottanta gradi prima che si fermasse.

      Kane si era avvicinato a lei prima che l’auto si fermasse. Tabatha non poté fare a meno di guardare il suo viso e ammirare le sue mascelle, l’ametista dei suoi occhi. Abbassò lo sguardo sulle sue labbra perfette e si chiese se fossero fredde come il ghiaccio o calde come il fuoco.

      Kane era più che arrabbiato e voleva strozzarla per aver anche solo pensato una cosa simile. Mordendosi la lingua, aspettò di sentire il rapido flusso di sangue prima di catturare le labbra di Tabatha in un bacio feroce. In circostanze normali avrebbe dato qualsiasi cosa per avere l’occasione di farlo...ma d’altra parte, lei doveva essere sobria perché valesse. L’unica ragione per cui adesso la stava baciando con tale impeto era cancellare dalla sua mente i pericolosi piani dettati dall’alcol.

      Calde, le sue labbra erano calde, e quel piacevole calore vorticò in lei fino al nucleo tra le sue gambe. Improvvisamente Tabatha sentì di nuovo la paura che era svanita solo un attimo prima. La pervase con ondate impetuose e lei sentì le dita dei piedi contrarsi nello stesso istante in cui il panico la prese allo stomaco. La sua mente cedette alla paura e lei iniziò a spingersi via da lui più forte che poteva. Purtroppo aveva lo stesso effetto di una formica che prova a sollevare una casa.

      Kane sentì le mani di lei spingere contro il proprio petto ma, se questo sarebbe stato il loro ultimo bacio, allora voleva assaporarlo ancora per un attimo. Respirò l’alito caldo di lei mentre rendeva il bacio più dolce solo per intensificarlo di nuovo.

      Tabatha fu assalita dal sapore dolce