Amy Blankenship

Sangue Contaminato


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Prima che lei potesse negarlo le ricordò “Posso sentire l’odore delle tue lacrime. Non puoi nascondermi i tuoi stati d’animo.” Doveva sapere se avrebbe raccontato a Devon quello che era successo quando l’aveva portata lì.

      Envy spalancò gli occhi. Era la stessa cosa che le aveva detto Trevor. Sapevano entrambi meglio di lei come si sentiva? La consapevolezza che tutti e due potessero leggere dentro di lei la fece sentire un po’ esposta.

      Lui la sentì irrigidirsi ma, prima che riuscisse a cogliere l’espressione sul suo viso, lei gli premette di nuovo la guancia sul petto. “Trevor ha detto o fatto qualcosa di sbagliato in macchina? Perché se è così giuro che...”.

      Envy si scostò all’istante e guardò Devon quasi con rabbia “No, mi hai promesso che non gli farai mai del male a prescindere da ogni cosa.” Il cuore le sbatteva contro il petto, non voleva vederli mai più combattere tra loro. Se uno dei due fosse rimasto ferito avrebbe odiato l’altro, adesso ne era consapevole.

      Trevor smise quasi di respirare quando la sentì prendere le sue difese. Aveva fatto promettere a Devon di non fargli del male... e Devon aveva acconsentito per la stessa ragione per cui lui non lo aveva ucciso poco fa nel cimitero.

      â€œA proposito delle lacrime...” Envy abbassò la voce, controllando le sue emozioni “... ho sognato che uno di quei mostri ti ha preso e mi sono svegliata piangendo.” Beh... era vero anche quello.

      â€œEra solo un sogno.” sussurrò lui e la abbracciò. Trevor chiuse gli occhi, chiedendosi se il legame che lei condivideva con entrambi le avesse provocato quel sogno così realistico. Non volendo pensarci, la fece girare sulla schiena e la guardò, prima di abbassare lentamente le labbra sulle sue.

      Envy gemette e inarcò la schiena, spingendo il seno contro il suo petto. Gli avvolse le braccia intorno al collo, ma lui le prese i polsi e li bloccò sul materasso.

      Le loro bocche si separarono ed Envy piegò la testa all’indietro quando le labbra di Devon iniziarono a tracciare un lungo e tortuoso percorso lungo il collo fino alle clavicole. Sorridendo per quella sensazione, gli avvolse le gambe attorno alla vita per avvicinarlo fin quando non sentì la sua erezione.

      Trevor si fermò e la guardò per un attimo prima di spingersi in lei. Non gli importava di quali sembianze avesse, quello era il suo corpo ed esattamente dove voleva che fosse. Fece l’amore con lei come un uomo perso nella sua stessa follia.

      Envy si morse il labbro per non gridare e svegliare suo fratello. Si aggrappò a Devon cercando di seguire il suo ritmo, ma si rese conto di non riuscire a stargli dietro stavolta. Tutto quello che poteva fare era resistere mentre lui la portava al culmine.

      Trevor catturò subito le sue labbra quando lei dimenticò che non erano soli in casa, e non aveva comunque intenzione di farla arrivare così presto. Lui si trattenne in pieno controllo e non cedette finché non fu passata più di un’ora.

      La osservò per qualche minuto mentre dormiva, prima di darle un tenero bacio sulle labbra e scivolare giù dal letto.

      *****

      Warren stava iniziando a preoccuparsi, cercava l’odore di Devon da un’ora. Quando prima si era allontanato da suo fratello pensava che lui lo avrebbe seguito, ma aveva ucciso altri tre demoni prima di accorgersi che Devon non era lì.

      Aveva anche emesso un ringhio acuto, il segnale con cui i giaguari si tenevano in contatto, ma non ci fu un ringhio in risposta. Tornando nel punto in cui aveva visto Devon l’ultima volta, Warren vide i segni della lotta ma nessuna traccia di suo fratello. Dopo alcuni minuti percepì finalmente l’odore di Devon e lo seguì fino ad una vecchia cripta.

      Avvicinandosi con cautela, fiutò tutto il perimetro prima di toccare la porta. Ringhiò trovando la serratura bloccata e pensò a due possibilità, o Devon era stato portato lì da qualcuno o in qualche modo la porta si era chiusa e bloccata da sola durante la lotta.

      Tornando alla sua forma umana, Warren aprì la porta staccandola dalle cerniere con uno stridio, e spalancò gli occhi quando vide Devon a terra con due demoni accanto a lui.

      Devon aprì leggermente gli occhi quando la porta si spalancò, ma li richiuse subito quando la luce del mattino invase la cripta, accecandolo. Si sentiva come se avesse bevuto tutte le scorte di Heat e fosse finito in una rissa.

      â€œChe cavolo è successo?” chiese Warren.

      Devon ringhiò e si trasformò nella sua forma umana. Portandosi una mano sulla testa, si mise a sedere lentamente con l’aiuto di Warren e si guardò intorno.

      â€œL’ultima cosa che ricordo è di aver combattuto con un demone dopo che ti sei allontanato.” rispose Devon. “Devo averlo intrappolato qui dentro e l’ho ucciso...” guardò le due creature e si accigliò “... li ho uccisi. Uno deve avermi colpito alla testa prima di finire k.o.”.

      â€œPenso che abbiamo combattuto abbastanza, per oggi.” dichiarò Warren. “Abbiamo bisogno di dormire.”.

      Devon annuì e si fece aiutare ad alzarsi. “Fantastico, siamo nudi.” borbottò.

      â€œCi toccherà correre.” sorrise Warren. “Vuoi passeggiare lentamente e vedere quanti fischi riceviamo, o preferisci correre?”

      â€œAl mio tre.” rispose Devon.

      Quando tornarono al veicolo indossarono gli abiti di ricambio che avevano portato con sé per sicurezza.

      â€œLasciami a casa di Chad. Envy è lì, dormo con lei.” disse Devon appoggiandosi al sedile. “Ah, fammi un favore.”.

      Warren lo guardò mentre guidava. “Non lo dirò a nessuno così Envy non verrà a saperlo.”.

      Devon sorrise per l’incredibile capacità che aveva suo fratello maggiore di sapere sempre cosa pensava la gente, evitava l’imbarazzo a volte.

      â€œGrazie.” disse Devon. “Odio quando si preoccupa.”.

      Pochi minuti dopo, Warren si fermò davanti all’appartamento di Chad e guardò Devon. “Vai a dormire e poi chiamami quando siete pronti per tornare a casa.”.

      Devon scosse la testa “Non ti preoccupare, ci darà un passaggio Chad o chiamerò un taxi.”.

      Warren aspettò che Devon aprisse la porta ed entrasse prima di andarsene. Non voleva dirglielo ma trovarlo in quello stato lo aveva fatto imbestialire. Il modo in cui la porta era stata bloccata dall’esterno sembrava intenzionale e si chiese se qualcuno o qualcosa l’avesse fatto di proposito. Scuotendo la testa decise di non pensarci più... era esausto.

      Devon si mosse in silenzio verso la stanza di Envy. Aprì la porta e sorrise vedendo il suo viso angelico rilassato nel sonno. Togliendosi i vestiti si infilò nel letto e le si avvicinò, avvolgendole un braccio attorno alla vita.

      Lei si rannicchiò nel suo abbraccio prima di rilassarsi contro il suo petto e piegare la testa all’indietro. Riprese a respirare profondamente nel sonno e Devon si rilassò. Decise di lasciarla dormire invece di svegliarla per farle sapere che era tornato... doveva ricordarsi di fare più attenzione alle sue abitudini d’ora in poi.

      *****

      Il settimo piano dell’ospedale era tranquillo, era stato un turno lungo e noioso per le infermiere che facevano i loro giri tra i vari pazienti. I respiratori artificiali emettevano un segnale acustico costante, creando un rumore di sottofondo grazie al quale il reparto non sembrava silenzioso.

      â€œSono state dieci lunghissime ore, eh?” chiese il vigilante ad una delle infermiere.

      â€œLunghissime