, si sussurra grazie anche al suo articolo riguardante proprio il massacro , nel quale giustificava a gran voce la città ” vittima dei Cinesi e dell’ inettitudine della Legge ” E che dire del ricco commerciante JH Weldon che , terminato il massacro, si recò a bere in un bar di zona con la camicia lorda di sangue gridando con gioia ” Sono felice! Questa notte ho ammazzato tre Cinesi”! Harris Newmark, uno degli imprenditori di maggiore spessore e fortuna di Los Angeles, confessò candidamente di aver visto Thompson per terra e di essersi recato a casa a festeggiare. COSA, non si sa. Tuttavia l’imprenditore non sembrò essere estraneo ai fatti, soprattutto quando durante il processo si scoprì che aveva strette relazioni con i poliziotti Celis e Kerren, a loro volta sospettati di avere sparato a Thompson o di averlo gettato nel vicolo dove si sapeva che si erano rintanati i mafiosi. E cosa pensare del capo della Polizia Francis Baker? Al processo asserì che in tutto quel bailamme di grida , torture e incendi ” dopo aver circondato l’edificio Coronel, dove i mafiosi si erano rifugiati,quella sera se n’era andato a letto ” , lasciando così la città in balia della folla.
Ecco una rara immagine del massacro di Chinatown. Le vittime ufficiali dei linciaggi furono 19, ma l’intera zona fu saccheggiata e bruciata e molti furono i feriti.
La verità dei fatti , gli atti processuali e tutta la documentazione su un processo farsa che mostrò l’anima nera di un’intera città vennero fuori solo grazie al certosino lavoro di John Johnson Jr. che, 140 anni dopo il massacro, riuscì ad avere accesso alla famosa biblioteca Hungtington.
I dati mostrano inequivocabilmente che Politica, Istituzioni e Interessi Privati erano alla radice non solo del massacro ma della crisi economica e del clima di disperazione generale che aveva sprofondato la California , e soprattutto la città di Los Angeles, nel caos più totale. Poggiando su un substrato di Razzismo Costituzionale che aveva privato i Cinesi di qualsiasi diritto umano e di una dimensione giuridica fu poi facile indicare questi ultimi come nemici della comunità, e manipolare l’opinione pubblica di conseguenza.
La verità sul massacro
Gli antefatti
Tutto cominciò nel 1869, quando fu ultimata la transcontinentale nello Utah, la Pacific Transcontinental, fiore all’ occhiello di un gigante piano di ricostruzione da parte del Governo degli Stati Uniti, per incrementare l’economia dopo il disastro della Guerra di Secessione.
Le transcontinentali, cioè l’unione delle Coste del Pacifico con l’Atlantico, significavano commercio, espansione e ricchezza in un periodo in cui le grandi ferrovie cominciavano timidamente a diffondersi in Europa. . L’impresa Americana fu di tutto rispetto e mastodontica, in linea col suo costume, e fu modello per il Sistema Capitalista che da lì si diffuse. Chiaramente per un affare del genere era necessario investire tanto tanto denaro e il Governo fece un enorme debito pubblico, contando sul fatto che sarebbe rientrato nelle spese con la vendita dell’oro grazie al sistema del New York Gold Exchange , che aveva il compito non solo di favorire il mercato aperto ma anche di calmierare il valore dell’oro e mantenerlo stabile. Ciò ingolosì un bel gruppetto di speculatori, nelle persone di James Fisk e Jay Gould e di altri farabutti loro pari, i quali armeggiarono intorno all’ allora Presidente Ulysses Grant affinchè affidasse il compito primario di acquisto e vendita del biondo metallo ad un loro compare, tale Generale Daniel Butterfield, che quindi divenne tesoriere capo degli Stati Uniti. Costui convinse Grant che era necessario che il Governo acquistasse oro, il quale poi doveva essere rimesso in circolazione affinchè l’economia si mantenesse stabile. Tuttavia Butterfield non lo vendette ma anzi lo acquistò a nome di Gould e Fisk , e ciò causò un forte aumento dei prezzi e una pericolosa inflazione.
Accortosi della truffa il Governo allora vendette quattro milioni di dollari in oro in 24 ore, causandone così il crollo del valore. Chiaramente l’infame meccanismo è molto più complicato, ma mi auguro che questa semplice narrazione dei fatti renda l’idea della tremenda crisi economica che generò, aggravata dal successivo scandalo della Pacific Trascontinental Rairoad, che si scoprì aveva a sua volta speculato sulle sovvenzioni Statali gonfiando enormemente i rendiconti delle spese, e stabilendo un vero e proprio monopolio sui territori di sua competenza da cui aveva tagliato fuori lo Stato.
La crisi portò fior di investitori sul lastrico, bloccò le industrie e costrinse migliaia di aziende a chiudere; tra i vari Stati la California , che aveva appena terminato la sua ferrovia lasciando migliaia di disoccupati in strada, fu uno dei più colpiti. La maggior parte di questi lavoratori erano Cinesi, assunti in massa dalle Compagnie grazie alle spinte Governative, che come abbiamo visto organizzava fior di traffici dalla Cina accaparrandosi lavoratori a basso prezzo. Costoro, insieme ai disoccupati della ferrovia dello Utah, si riversarono chiaramente in Chinatown, unico posto in America in grado di accoglierli, dove la Mafia provvedette a sistemarli e a farli entrare nella propria compagine. Fatta eccezione per il mercato clandestino e l’import dei prodotti Orientali , tuttavia, lavoro in giro ce n’era pochino; gli unici a sopravvivere, ancora una volta, erano i Cinesi, che si adattavano a lavorare 15 ore al giorno per pochi spiccioli.
Inaugurata nel 1869 La Pacific Railroad fu un’impresa colossale, che coinvolse due grandi compagnie nate all’ uopo, la Union Pacific e la Central Pacific, ma impegnò moltissimo anche il Governo degli Stati Uniti. La costruzione della ferrovia, che univa due punti strategici per i commerci Americani, e cioè la costa Atlantica con la California e il Pacifico, rappresentò l’inizio dell’era moderna non solo per l’America ma per il mondo intero, dando il via al sistema delle ferrovie. Fu un’impresa mastodontica, ma lo scandalo che ne conseguì sui preventivi ” gonfiati ” e le sovvenzioni Statali per poco non generò il crollo del sistema democratico Americano, dato il provato coinvolgimento del presidente Ulysses Grant.
Pochissimi in America erano a conoscenza delle grame condizioni in cui erano costretti questi moderni schiavi, rapiti dalla loro Patria spesso per conto degli Stati Uniti o immigrati in America per sfuggire alla fame. Con la famiglia in ostaggio in Cina e le Leggi Americane che , con la scusa di frenare l’introduzione clandestina di donne destinate alla prostituzione vietava alle mogli di raggiungere i propri mariti, questi poveracci non avevano una vita propria e si trovavano di fatto tra tre fuochi: la madrepatria, l’America e la Mafia, che lavoravano all’ unisono per sfruttarli meglio. La prosperità delle botteghe di Chinatown era spesso fittizia e pochissimi realmente ne beneficiavano; gli incassi del gioco d’azzardo, delle case dell’oppio e dei liquori passavano direttamente nelle mani della mafia, che a sua volta ne versava una buona fetta alle Autorità locali. L’America stessa si ingrassava con il commercio dei prodotti Cinesi, che nel 1870 arrivarono a comprendere anche frutta verdura pesce e generi di prima necessità che venivano ” acquisiti ” oltreoceano a bassissimo costo, mandando sul lastrico le aziende locali che non riuscivano a competere coi prezzi. Intorno al 1880 l’intera economia nazionale iniziò a dipendere dall’ import- export con la Cina la quale, sulla base di una filosofia