sentì quel corpo accarezzarle la schiena e quelle braccia abbassarsi sulle sue. Sentì la sua dura estremità penetrarla di nuovo e gemette, raddrizzandosi e poggiandogli la testa sulla spalla in segno di resa.
Titus la bloccò con le braccia e la tirò indietro contro il proprio petto mentre si spingeva di nuovo dentro di lei. Avvicinandole le labbra all’orecchio, sussurrò con voce roca “Non è mai abbastanza.”. Le strofinò il naso sul collo e sentì la sua umidità risucchiarlo ancora di più.
Jade sentì il proprio battito accelerare mentre la sua voce le riecheggiava nella mente, ma era ancora abbastanza lucida per prestare attenzione a quei denti che erano così vicini alla propria pelle. Quasi tutte le femmine venivano marchiate durante il sesso e lei non poté impedire alla paura di tornare ad assalirla, mentre veniva sopraffatta da un altro orgasmo.
Alzando lo sguardo, Titus notò il loro riflesso nell’enorme specchio sul comò. L’immagine di lei con gli occhi chiusi e la bocca leggermente aperta mentre accoglieva le sue spinte era erotica. Afferrandola per i fianchi, la sollevava e la riportava giù ad un ritmo che la fece ansimare mentre iniziavano a tremarle le gambe. Con una mano le afferrò un seno, poi fece scivolare l’altra verso il basso e la affondò tra le sue gambe.
“Apri gli occhi.” le ordinò con voce dura e, con la guancia, le girò il viso verso lo specchio.
Jade aprì gli occhi e vide il loro riflesso mentre lui le faceva aprire le gambe. Il contrasto tra la propria carnagione scura e quella chiara di quel dio greco era erotico da morire. Quando lui le sfiorò il piccolo fascio di nervi appena sopra il punto in cui la stava penetrando, Jade gemette e si morse il labbro inferiore mentre veniva di nuovo. Quando quelle dita non smisero di torturarla si sentì quasi esplodere.
“Titus, ti prego.” gridò Jade, premendosi contro di lui mentre rabbrividiva e si contorceva tra le sue braccia.
Gli occhi di Titus brillavano mentre la guardava allo specchio. Le stava dando qualcosa che finora non aveva mai avuto, e non era ancora finita. Se Jade era convinta che avevano fatto sesso solo perché lui aveva provato pietà a causa del suo calore, allora non l’avrebbe lasciata scendere tanto facilmente da quel letto.
Continuò a stuzzicarla tra le gambe, poi la liberò e lei ricadde in avanti, reggendosi sulle mani. Jade trattenne il respiro ed emise un sibilo quando lui, mettendole una mano su un fianco e l’altra sulla schiena, si ritrasse quasi del tutto per poi riaffondare lentamente e inesorabilmente dentro di lei.
Quel ritmo sensuale la eccitava e le dava la possibilità di riprendere fiato allo stesso tempo. Si aggrappò alle lenzuola quando si rese conto che, in quella posizione, lui poteva penetrarla ancora più in profondità. Mai nessuno aveva raggiunto la sua essenza in quel modo, prima d’ora, e quella sensazione nuova la faceva contrarre e godere ad ogni spinta. Prima di riuscire a trattenersi, lei si spinse all’indietro cosicché lui entrasse ancora più in profondità.
“Titus…” esclamò Jade quando lui la tenne ferma per un secondo prima di muoversi di nuovo.
Titus ringhiò in gola quando perse quasi il controllo. Allungando una mano, le scostò i capelli di lato e la afferrò per una spalla. Con un respiro profondo e tremante, la tirò verso di sé con impeto, spingendosi in lei e dandole quello che voleva.
“Oddio Titus.” gemette Jade mentre lui accelerava il ritmo, dandole molto più di quanto si era aspettata. Dopo diversi minuti, si sentiva quasi morire e scattò in avanti, cercando ancora una volta di strisciare via da lui.
Titus, respirando affannosamente, la afferrò e la fece rotolare sulla schiena. Lei era debole e così rossa in viso da eccitarlo ancora di più, oltre il limite del possibile. Allargandole le gambe, la guardò negli occhi mentre si faceva strada dentro di lei, reggendosi su un braccio. Con l’altra mano le sollevò una gamba, spingendosi ad un ritmo lento e implacabile.
Quel ritmo lento gli si ritorse contro… si sentiva intrappolare, stringere e risucchiare da lei, centimetro dopo centimetro. Sentendo i loro odori mescolarsi e vedendo il desiderio negli occhi di Jade, gli venne voglia di reclamarla. Strinse i denti quando la sentì pulsare attorno al proprio membro.
Afferrandola di nuovo per le spalle, la bloccò sul materasso e iniziò a spingere velocemente e a dimenarsi. La schiena di lei si strofinava sulle lenzuola e lui continuava a ripetere quel movimento, ricorrendo alla forza di volontà per superare i propri limiti.
Jade non poté far altro che resistere e abbandonarsi alle sensazioni. Quando lui poggiò la fronte sulla sua, gli avvolse le braccia attorno al collo e si sentì sollevare tra le sue braccia.
Titus la tenne stretta e alzò la testa verso il soffitto per non marchiarla mentre il proprio seme esplodeva in profondità dentro di lei, pulsando al ritmo implacabile del proprio battito cardiaco. Rimasero in quella posizione per alcuni minuti, respirando affannosamente e tremando, prima che Titus la lasciasse ricadere sul materasso all’improvviso.
Jade si accigliò quando lui le si stese accanto senza dire una parola né cercare di toccarla o trattenerla. Girò lentamente la testa e lo vide in posizione supina, respirava affannosamente come lei ma aveva gli occhi chiusi e un’aria rilassata.
Si accigliò ancora di più quando, dopo un po’, il respiro di Titus si calmò mentre si addormentava con facilità. Sentì l’aria fredda della stanza buia sulla propria pelle riscaldata e si coprì con il lenzuolo, provando uno strano senso di solitudine. Nella mezz’ora successiva, Jade si sforzò per rilassarsi e addormentarsi come aveva fatto lui.
Capitolo 3
Dean guardò giù in strada mentre Kane lasciava l’edificio con Skye e Aurora al seguito. Se lei non fosse già accoppiata con Michael, avrebbe giurato che quei due Caduti erano fatti l’uno per l’altra. Il loro amore così incondizionato gli riportò alla mente cose che aveva dimenticato da tempo, lasciandogli un leggero senso di malinconia.
Era mai stato come loro, in vita sua, o sin dalla nascita era freddo e insensibile come si sentiva adesso? Dean sospirò, non voleva guardare nella sua stessa anima per paura della risposta. Tanto tempo fa aveva deciso di diventare com’era adesso per proteggere le persone con il cuore più tenero, e non si sarebbe pentito di quel sacrificio.
Rimase immobile quando Skye si girò e lo guardò come se si sentisse osservato. Era bello che l’istinto di quel ragazzo fosse così acuto… in futuro ne avrebbe avuto bisogno per proteggere se stesso e le persone che amava. Aveva sperato di avere tempo per far avvicinare Kriss a Skye ma non gliene rimaneva molto.
Provò un senso di colpa e di gelosia al pensiero di Skye che guardava Kriss nello stesso modo in cui guardava Aurora. Chiuse gli occhi, cercando di scacciare via l’immagine dei due che facevano l’amore molto tempo dopo la sua scomparsa.
Sentendo un rumore di passi, Dean aprì gli occhi e, nel riflesso della finestra, vide Kriss che usciva dalla cucina, dunque nascose all’istante il proprio turbamento interiore. Kriss non aveva detto una parola quando i due giovani Caduti li avevano avvisati che sarebbero andati da Michael insieme a Kane, ma lui vedeva la preoccupazione nei suoi occhi. Era sempre stato capace di leggere le emozioni di Kriss ed era contento che lui non avesse la stessa capacità.
“È un bene che Kane li stia accompagnando.” disse Kriss avvicinandosi a Dean. “Pensi che riuscirà a gestire Michael se inizia a perdere il controllo?”.
Dean alzò un sopracciglio, non era molto sicuro di cosa rispondere a quella domanda. “Ricordi quando ci siamo scontrati con Kane, prima che Syn intervenisse e ci buttasse giù da quel tetto come pupazzi?”.
Kriss serrò le labbra a quel ricordo. “Sì.” rispose, abbracciandolo e poggiandogli il mento su una spalla. “So bene che, probabilmente, Syn ci ha salvato la pelle, quella notte.”.
Dean indurì la voce in modo che Kriss lo ascoltasse bene. “Quindi converrai con me che dobbiamo stare lontani da Michael, per ora. Mi fido di Kane, sa quello che fa e, se gli serve aiuto, può sempre chiamare suo padre.”. Dean si abbandonò all’abbraccio di Kriss, godendo di quel momento di pace.
“Ehi, Kriss.” esclamò Tabatha dalla cucina mentre svuotava la lavastoviglie. “Questa cucina è come un labirinto.