Amy Blankenship

Mai Sfidare Il Cuore


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e i suoi frammenti erano ricaduti sul regno dei demoni come una pioggia, era partita una frenetica caccia per ritrovarli tutti. Un tempo, quello doveva essere stato un piccolo scorpione… finché non era stato posseduto da un demone e aveva trovato un frammento, ricevendo una scarica di potere.

      «Lì!» esclamò Kyoko quando notò una lieve luce blu sul collo. Cercando di non vomitare, guardò nella bocca rimasta aperta. Facendo una smorfia, allungò una mano e afferrò il cristallo, e le dimensioni dello scorpione iniziarono a ridursi all’istante. Lo spinse di lato e Shinbe lo allontanò, poi lo videro rimpicciolirsi nella mano di lei.

      Kyoko guardò Shinbe, i capelli gli nascondevano il volto ma, a giudicare dai movimenti, capì che stava cercando di riprendere fiato. Lo scrutò per cercare eventuali ferite. Il fianco dove il demone lo aveva infilzato stava sanguinando e lei si guardò intorno per cercare qualcosa con cui fermare l’emorragia. Poi prese il suo asciugamano, sapendo che sarebbe stato utile premerlo sula ferita.

      Shinbe si mise a sedere, guardando disgustato il piccolo insetto morto. Tenendo una mano premuta sulla ferita, riportò l’attenzione su Kyoko e la vide correre a prendere l’asciugamano che aveva fatto cadere nella fretta di aiutarlo. La guardò e dimenticò completamente il dolore che stava provando.

      “Ha dimenticato che è ancora nuda.” pensò, “Beh, non sarò io a ricordarglielo.”. Cercò di mantenere un’espressione tranquilla mentre lei tornava con l’asciugamano.

      Kyoko gli si sedette accanto e gli scostò il soprabito per controllare la ferita. «Shinbe, potresti togliertelo?» gli chiese. «Devo capire da dove proviene tutto questo sangue.».

      La sua voce era affannosa e suadente, una musica per le sue orecchie. Vederla preoccupata per lui lo confuse a tal punto che non riuscì neanche a fantasticare sul fatto che gli avesse chiesto di togliersi i vestiti.

      Si tolse il soprabito e si sbottonò la camicia. L’indumento gli ricadde lungo le braccia, scoprendogli il petto e gli addominali, oltre che la ferita sul fianco. Con una mano si era abbassato leggermente i pantaloni da un lato per scoprire la ferita per intero, ma non aveva scostato il braccio… lo aveva tenuto sul grembo per nascondere la propria erezione.

      Kyoko cercò di rimanere concentrata sulla ferita, ignorando tutto il resto. Poggiò una mano sulla sua pelle nuda e con l’altra premette l’asciugamano sulla ferita. Sentì i muscoli di Shinbe guizzare al suo tocco, facendole risalire il calore lungo il braccio. I suoi occhi verde smeraldo incrociarono quelli color ametista di Shinbe.

      Lui la vide arrossire nell’istante in cui i loro sguardi s’incrociarono e rimase sorpreso, sentendo la propria pelle surriscaldarsi laddove lei lo stava toccando. «Va tutto bene?». Lei annuì senza distogliere lo sguardo dall’asciugamano, rimuovendolo delicatamente per vedere se l’emorragia si era fermata.

      Il sangue non colava più e Kyoko andò a bagnare l’asciugamano per pulire la ferita. Shinbe abbassò lo sguardo e pensò tra sé: “Non mi stupisce che l’emorragia si sia fermata… il sangue è defluito verso tutt’altra parte.”. Sospirando, scacciò subito quel pensiero mentre lei tornava con l’asciugamano bagnato, e si ritrovò a fissare il suo reggiseno. Riportò subito lo sguardo sul suo viso, se voleva mantenere la propria dignità doveva farla rivestire.

      Kyoko stava pulendo tutti i residui di sangue, cercando di fare molta attenzione, quando lo sentì pronunciare il suo nome con voce roca e tesa. Si fermò e lo guardò ma, per il modo in cui era china su di lui, si ritrovò a pochi centimetri dal suo viso. I suoi occhi brillavano e sembrava che ci fosse soltanto lui in quel momento. Nessuno dei due disse una parola e lei abbassò lo sguardo sulle sue labbra.

      Shinbe la fissò e il suo corpo si mosse contro la sua volontà, avvicinandosi. Posò le labbra sulle sue in un bacio appena accennato, che era soltanto la quiete prima della tempesta poiché il suo respiro si surriscaldò. Poi una sfocatura rossa e nera lo colpì, scatenando di nuovo il dolore al fianco che aveva appena iniziato ad affievolirsi.

      Shinbe fu trascinato all’indietro e sbattuto a terra da un Toya furioso, che gli si sedette addosso e gli puntò uno dei suoi pugnali alla gola.

      «Bastardo, che cosa pensavi di fare?» gridò Toya, tremando per la rabbia. L’immagine di suo fratello che baciava Kyoko gli sarebbe rimasta impressa per sempre nella mente. «Io l’ho affidata a te e tu la molesti?» urlò infuriato.

      Gli occhi di Shinbe divennero color viola scuro.

      Kyoko si mise tra loro, dando le spalle a Shinbe come per proteggerlo, poi, guardando Toya, gridò: «Non ci provare!», e allargò le braccia con fare protettivo, «Non è come pensi tu.».

      Toya abbassò il pugnale ringhiando: «Ah no? E allora perché diavolo sei nuda?», e la scrutò dalla testa ai piedi a sostegno di ciò che aveva appena detto.

      Kyoko sentì il mondo crollarle addosso e si bloccò per la mortificazione, immaginando gli Dei che ridevano di lei. Sentiva l’aria fresca sulla propria pelle e lo sguardo di Toya la stava riscaldando in fretta. Abbassò le braccia e cercò i propri vestiti, scorgendoli su una roccia non molto distante.

      Riportando lo sguardo su Toya, gli disse sibilando: «Sono stata aggredita e Shinbe mi ha salvato la vita. Lo stavo aiutando perché si è ferito per proteggermi. L’ho baciato, e allora? Era per ringraziarlo!». Poi fece per andare a prendere i vestiti ma cambiò idea quando Toya puntò di nuovo il pugnale alla gola di suo fratello.

      «Le hai chiesto un bacio come ricompensa per averla salvata? Maledetto pervertito!» ringhiò Toya, ancora più furioso. Poi, con un rapido scatto, afferrò Kyoko per un braccio, tirandola a sé e allontanandola da Shinbe.

      Gli occhi di Shinbe brillavano di rabbia per il modo in cui Toya trattava Kyoko. «Metti via quel pugnale.», le sue parole raggelarono l’aria mentre si alzava e si spolverava i pantaloni, con il petto ancora nudo. Si avvicinò minacciosamente a suo fratello, che era più basso di lui, pronto a combattere. Non era mai stato un codardo.

      Kyoko andò a mettersi di nuovo tra loro. Il suo seno sfiorò accidentalmente il petto di Toya nello stesso istante in cui la sua schiena sfiorò la pelle calda di Shinbe, erano molto vicini. Alzò un sopracciglio e sbottò: «L’ho baciato io, non me l’ha chiesto lui. Adesso andate via, così posso vestirmi.». Cercò lo sguardo di Toya e, addolcendo la voce, quasi lo implorò: «È già abbastanza così, non peggiorare la situazione.».

      Sentì Shinbe allontanarsi e, senza guardare, capì che si stava rivestendo, sentiva il fruscio della stoffa con i suoi movimenti a scatti. Sapendo che non era il caso di voltarsi, tenne lo sguardo fisso su Toya per vedere se avrebbe provato a ferire di nuovo suo fratello. Sospirò quasi di sollievo quando sentì i passi di Shinbe che si allontanavano dalla sorgente.

      Toya non prestò attenzione a suo fratello, al momento stava guardando Kyoko, confuso. “Ha baciato Shinbe? Perché?”. Lei allungò una mano per toccargli il braccio, ma Toya si voltò subito di spalle e fece un passo indietro.

      «Vestiti, ma non ti lascerò di nuovo da sola. Rimarrò qui finché non sarai pronta.», il tono della sua voce era ancora pieno di rabbia.

      Kyoko sbuffò e si affrettò a vestirsi. Quando ebbe finito, si voltò e gli passò accanto, pronta a tornare all’accampamento, ma lui allungò una mano e la prese per un braccio, facendola girare.

      Voleva solo sapere perché… perché aveva baciato Shinbe in quel modo? La frangetta gli ricadde sugli occhi, nascondendoli. «Perché l’hai baciato?» sussurrò. I suoi capelli svolazzavano nella brezza costante, facendoli brillare con riflessi argentati.

      Kyoko si accigliò, non sapendo come rispondere. In realtà, forse voleva semplicemente farlo, ma non poteva dirglielo, perciò sospirò e rispose: «Non stavo pensando… quindi non so il perché.». Poi abbassò lo sguardo, era la verità.

      Toya sentì la paura avvolgergli il cuore a quella risposta. Alzò la testa e la guardò negli occhi. «Ma non hai mai provato a baciare me… così.» ringhiò senza pensarci.

      Gli occhi di Kyoko brillarono perché l’aveva messa in difficoltà, e lei gridò: «Non mi dai mai un motivo per farlo! E poi non ho un fidanzato, quindi sono libera di baciare chiunque, no?». Liberò