dire che era bello, era molto attraente, in parte grazie al suo aspetto più maturo. Da giovane aveva avuto un sacco di ragazze che gli si avvicinavano per i suoi soldi. Monica si ricordò che una di quelle ragazze era proprio una sua amica dell’infanzia che non ebbe molta fortuna. La sua attuale moglie era una vecchia modella svedese di biancheria intima, famosa per aver sfilato tre volte per la prestigiosa sfilata del disegnatore italo-spagnolo Fiordi Ramos e per aver avuto qualche particina in film famosi.
Senza che se ne rendesse conto, intenta com’era a scoprire nuovi dettagli sul suo capo, l’orologio segnò l’una meno un quarto. Monica mise in moto la limousine e si avviò.
Alexis salì senza dire una parola. Iniziò subito a leggere qualcosa sul suo cellulare, di stragrandi dimensioni. Monica lo guardava dallo specchietto retrovisore. Le sarebbe piaciuto scoprire di più sul suo nuovo capo, ma non osava parlargli, e inoltre non doveva. Quando arrivarono alla villa, scese senza salutare ed entrò in casa sua. Monica pensò che era antipatico.
Appena tornò a casa, vi entrò precipitosamente e cercò suo figlio maggiore, ma Oscar non era tornato. Subito dopo essersi assicurata che suo figlio non fosse tornato nel lasso di tempo in cui era al lavoro, suonarono il campanello di casa. Monica corse alla porta pensando che dovesse essere suo figlio. Invece vi trovò Ignacio con una rosa rossa un po’ pallida nella mano sinistra e uno sguardo che assomigliava un po’ a quella di un attore che recita in modo esagerato cercando di sedurre e un po’ a quella di un sadico assassino.
– Ciao, bella – disse mentre abbassava lo sguardo.
– Cosa vuoi, Ignacio? – chiese Monica mettendo le braccia sui fianchi.
– Non voglio arrivare alla difficile situazione di doverti sfrattare, quindi ci stavo pensando. Da sempre ho notato una certa attrazione tra noi – Monica tossì per non ridere —, ma dato che ieri Maribel mi ha detto che tu senti qualcosa per me, mi è parsa una buona idea uscire insieme. Se tu fossi parte della mia famiglia, non dovresti pagarmi l’affitto. Pensaci, sarebbe stupido rimanere per strada perché non vuoi uscire con me. In futuro potremmo persino sposarci e avere dei figli, se vuoi, anche se non mi piacciono molto i bambini.
– Credo di non averti capito bene. Mi proponi di prostituirmi in cambio dell’affitto?
– No, mi hai capito male. Io voglio solo che trionfi l’amore. Siamo due persone innamorate, perché non stare insieme?
Monica pensò che aveva sentito abbastanza stupidaggini, quindi rifiutò qualsiasi offerta dicendogli con durezza:
– Per te non sentirò mai niente di simile all’amore, quindi mettitelo in testa. Non tornare mai più per farmi una proposta così indecente come quella che mi hai appena fatto.
Monica si girò e sbatté la porta, davanti alla faccia stupita di Ignacio, che rimase lì in piedi senza sapere come reagire.
Erano le nove del mattino quando la porta principale si aprì. Monica vi accorse turbata. Oscar entrò con la faccia stanca.
– Tieni – disse Oscar a sua madre, consegnandole una busta.
Monica l’aprì, meravigliandosi della quantità di denaro che conteneva.
– Dove li hai presi? E dove sei stato da quando te ne sei andato? – chiese turbata.
– Tranquilla, sto bene. Paga Ignacio – disse con voce serena.
– No, finché non mi dici dove hai preso tutti questi soldi.
– Me li hanno dato i nonni, bastano per un anno intero.
Monica rimase a bocca aperta.
– Vedi, mamma, a volte non essere orgogliosi non è così brutto.
– Voglio che glieli restituisca subito – disse con tono autoritario.
– Ne abbiamo bisogno, o questi o la strada.
– Non più. Oscar, ho un lavoro, mi hanno assunta come autista.
Ora era Oscar a essere meravigliato.
– Cosa? Pensavo fosse uno scherzo. Sulle strade antiche guidano solo pazzi che cercano una scusa per sfidare la morte.
– Non mi succederà niente, le strade antiche sono quasi deserte.
– È quel quasi che mi preoccupa.
– Riguardo all’altro ieri… – Monica cambiò argomento.
– Non voglio parlarne.
Oscar iniziò a camminare verso le scale.
– Oscar, tuo padre non è come credi.
– Mamma, per favore, ho detto che non voglio parlarne.
– Ma abbiamo bisogno di parlarne.
– Parlare di cosa? Del fatto che sei una bugiarda?
– Ti ho deluso, vero?
– Non sai quanto.
Oscar salì al secondo piano e si chiuse in camera sua. Monica, invece, prese il cellulare e chiamò i suoi genitori.
– Chi è? Non vedo niente – si sentì parlare una voce femminile all’altro lato della linea.
– Non è una chiamata olografica, è solo vocale – una seconda voce si unì alla conversazione.
– Mamma, papà, sono io. Monica.
– Tesoro, devi comprarti un cellulare più moderno perché ti possiamo vedere come se tu fossi qui.
– Te ne regaleremo uno – disse suo padre.
– Nonni! – disse Samuel uscendo dalla cucina.
– Tesoro, attiva la videochiamata, voglio vedere mio nipote.
– Mamma, non ce n’è bisogno. Samuel, sali in camera tua – ordinò a suo figlio.
Samuel obbedì e salì le scale di corsa.
– Perché avete dato soldi a Oscar? Non ho bisogno dei vostri soldi.
– Io credo di sì, ci ha detto che vi avrebbero sfrattato.
– Papà, non intrometterti, ho già trovato lavoro.
– Bene, figlia, bene. Comunque tienili.
– Non ho intenzione di farlo.
– Questo tuo orgoglio ti farà fuori. Sai chi ho visto ieri dal parrucchiere?
– No, mamma.
– La madre di Oscar.
– La madre di Oscar sono io.
– Figlia, sei molto brava a fare la finta tonta. Sai cosa mi ha detto?
– Non ho voglia di indovinelli, mamma.
– Mi ha detto che vuole vedere suo nipote, e ne ha il diritto. Diciotto anni e l’ha visto solo nelle foto.
– Le hai fatto vedere foto di mio figlio? – chiese arrabbiata.
– È sua nonna. Per tua fortuna Oscar non ha avuto la faccia tosta di chiedere la custodia condivisa.
– Non avrete mica detto qualcosa di questo a mio figlio?
– Non gli abbiamo detto niente, ma se ce lo chiede, glielo diremo.
– Papà, è una questione tra me e mio figlio.
– Ti sbagli, è una questione tra tuo figlio e sua nonna.
Nel pomeriggio, come ogni ultima domenica di ogni mese, Monica e i suoi figli andarono insieme al cimitero a visitare la tomba del padre di Samuel, Miguel. Anche se era passato del tempo, il dolore per la perdita era ancora presente. Per Monica, Miguel aveva significato trovare la persona perfetta per lei, perderlo aveva significato un duro colpo. Se aveva potuto continuare con la sua vita, l’aveva fatto per i suoi figli. Per Oscar, era come se in Miguel avesse trovato il padre perduto, quello che tanto desiderava e che ora aveva scoperto di aver potuto avere se non fosse stato per la cupidigia di una madre che non gli permetteva di vederlo. Ma ora che conosceva parte