devi andare?»
«La mia famiglia venderà le terre che ancora possediamo nel nostro Paese. L’altra cosa che volevo dirti è che quando torno ti porterò a vedere il mare.»
Sentendo questa parola, ad Aman si illuminarono gli occhi, il mare. Aveva sempre desiderato andare a vederlo, da piccola le avevano raccontato un’infinità di storie collegate al mare. Non riuscì a resistere, si avvicinò a Plamen e lo baciò sulla bocca. Poteva considerarsi un comportamento sconveniente, ma era così felice per la notizia, che le fu impossibile trattenersi. Quello fu il suo primo bacio. Plamen l’avrebbe portata a vedere il mare, che per tante notti aveva sognato, che desiderava conoscere.
«Devo tornare a casa, è molto tardi.»
«Non preoccuparti, ti accompagno io.»
«Grazie.»
«Stai piangendo? Ti piace che ti porterò a vedere il mare?»
«Sì, molto» Aman aveva le lacrime agli occhi per l’emozione.
Quella notte Aman sognò. Esseri strani dai lunghi denti che volevano bere il suo sangue. Erano vampiri. Il poco che Aman sapeva sui vampiri era quello che sua nonna le aveva raccontato da piccola e le storie che si raccontavano al vilaggio. Per lei erano solo una invenzione per raccontare storie.
Al risvegliò andò nella stalla, munse le mucche, raccolse le uova delle galline, e impilò le balle di fieno che erano in disordine. Andò in cucina a preparare una torta pasqualina per dare la buona notizia. Dalla finestra vide sua madre e sua nonna che stavano pescando nella zona dell’imbarcadero. Uno dei vicini aveva dato loro alcune istruzioni su come farlo, e Aman aveva comprato tutto il necessario.
Aman preparò tutti gli ingredienti: l’uva passa, il rum, lo zucchero, la vaniglia, le uova, il limone, e quando tutto fu pronto, infornò la torta nel forno a legna.
«Buongiorno mamma. Buongiorno nonna» Aman baciò entrambe.
«Buongiorno cara, hai visto tuo fratello?»
«No nonna, non l’ho visto. È successo qualcosa?»
«No, però in paese ci sono voci che si è impegnato con una giovane. Ne sai qualcosa? So che siete molto uniti.»
«Nonna, non sono a conoscenza del fatto che corteggia una ragazza.»
Aman non parlava con suo fratello da un paio di settimane, anche se entrambi condividevano la stessa casa; suo fratello vi passava poco tempo, o stava lavorando nella parte nord del villaggio.
All’imbrunire, suo fratello non era ancora tornato a casa, così che Aman decise che era meglio annunciare il suo fidanzamento con Plamen in un altro momento, con Isaac presente. Non voleva che alcuni membri della sua famiglia lo venissero a sapere prima di altri.
All’alba del giorno seguente, Saul si rese conto che Isaac non aveva dormito a casa.
«Aman, cara, hai visto tuo fratello?»
«No, papà.»
«Ho ricevuto varie lamentele da alcuni dei padroni delle proprietà dove Isaac ha lavorato negli ultimi mesi, ne sai qualcosa?»
«No papà, di lui non so nulla.»
Aman era stupita che tutti le chiedessero di Isaac. Isaac si era separato emotivamente da tutta la famiglia, compresa lei, senza ragione apparente.
A mezzogiorno, in casa c’erano solo Aman e Adriana.
«Che bel quadro!»
«Grazie nonna. Sai chi è?»
«In verità, no.»
«È nonno Pablo, o come io l’ho sempre immaginato, con le sue barche e con il mare.»
Pablo era il marito defunto di Adriana che Aman non aveva mai conosciuto, ma per il quale aveva sempre provato un certo affetto. Pablo era pescatore, i suoi due grandi amori erano stati Adriana e il mare. Forse per questo motivo Aman provava tanto affetto per il nonno, anche se non lo aveva mai conosciuto.
«Se il nonno fosse qui sarebbe molto orgoglioso di te.»
«Credi che gli piacerebbe il quadro?»
«Gli piacerebbe molto.»
Aman aveva disegnato Pablo seguendo le indicazioni di Kiara. Viso largo, occhi verdi, naso un po’ ampio, labbra carnose e capelli mossi castani chiari. La morte di Pablo era stata un fatto triste, un giorno era uscito in barca e non era più tornato. Un forte temporale rovesciò la barca e non ci furono superstiti.
«Tuo fratello Isaac gli assomiglia, a proposito, sai dov’è?»
«No nonna, e non capisco perché tutti lo chiedete a me.»
«Non parli ogni giorno con lui?»
«Non parliamo da un paio di settimane.»
«Ha qualcosa a che vedere con la ragazza che gli piaceva? Come si chiamava? Ah, sì, Lorena.»
«Chi è Lorena?»
«La ragazza che gli piaceva quando siamo venuti qui, non ti ricordi?»
«Ah, sì, certo, Lorena. Isaac mi raccontava molte cose, sembrava che lui fosse il suo cagnolino.»
«Il suo cosa?»
Aman si mise a ridere.
«Isaac la corteggiava sempre, ma lei era ed è ricca, e lo considerava un passatempo, non gli faceva il minimo caso.»
«Quanto siete crudeli voi ragazze!»
«Nonna, le ragazze come me no, ma le ragazze di alto lignaggio possono fare ciò che vogliono.» Aman pensava al suo fidanzamento, desiderava tanto raccontarlo a qualcuno, anche se pensandoci bene, Plamen le aveva detto che aveva parlato con suo padre, così che lui avrebbe dovuto saperlo.
Prima che la conversazione continuasse, un’ombra comparve sul muro, dietro Aman. Aman si accorse della faccia sorpresa di Adriana. Aman si voltò, non poteva credere a ciò che vedeva; era suo fratello con il viso ed i vestiti pieni di sangue. Isaac stava in piedi a malapena, lo accompagnarono nella sua stanza, portarono dell’acqua in barili di fango, panni per pulire il sangue, e un flacone che Adriana aveva nella propria stanza, comprato da Xantal.
«Ha tutti i vestiti pieni di sangue.»
«Aman, guarda se ha qualche ferita.»
Aman sbottonò la camicia a suo fratello, gli sollevò la maglietta intima, scoprendo, con orrore, un profondo taglio sulla parte destra del costato sopra il fianco.
«Corri Aman, vai a cercare il medico.»
Aman scese le scale di corsa quando si aprì la porta d’ingresso, c’era Kiara, che tornava a casa con un bel cagnolino che le avevano appena regalato.
«Guarda Aman, non è bellissimo?»
Il cane era un piccolo maltese completamente bianco.
«Sta succedendo qualcosa, tesoro?»
«Mi dispiace mamma, devo fare qualcosa di molto importante.»
Aman baciò sua madre sulla guancia e uscì di corsa in cerca del medico.
Dopo venti minuti Aman si trovava già nella parte nord del paese, dove risiedeva il medico. Bussò alla porta con le nocche in maniera insistente, mentre riprendeva fiato.
«Salve, c’è qualcuno? Salve!» gridò Aman disperata.
Finalmente, dopo tanto insistere, uscì la figlia piccola del medico, una dolce bambina di cinque anni che sembrava una bambola, con gli occhi azzurro chiaro e i ricci dorati, alla quale Aman aveva dato lezioni di pittura.
«Ciao Dana, c’è tuo padre?»
«Mio papà non c’è, perché lo cercavi?»
«Sai dov’è? O se tornerà tardi? È importante.»
«Non lo so, sono da sola, vuoi entrare?»
«No Dana, un altro giorno.»
Mentre correva verso casa incontrò suo padre, salì in auto ed insieme arrivarono a