tenersi lontani dagli altri durante la traversata.
Insomma, questa tappa era metà terrena e metà marittima, cosa che la rendeva straordinaria dato che non ne esistevano altre così miste.
Il Lupo di mare e L’Oncia di Ebano arrivarono in vista delle banchine, tallonando da vicino i primi concorrenti. Il porto d’Ys era il più grande dei Sette Principati e i pontili di legno sembravano accumularsi all’infinito. Joan deviò a sinistra in direzione del bacino da diporto, eccezionalmente lasciato libero dai suoi occupanti per lasciare posto alle imbarcazioni dei partecipanti alla Coppa. Dall’altra parte, il porto commerciale lavorava a pieno ritmo come al solito, vera e propria piattaforma di scambio tra Sarkoth e gli altri arcipelaghi. Immense navi cargo andavano e venivano nervosamente secondo il volere della sirena d’ingresso.
Quest’abbondanza di attività evocava una fabbrica colossale risuonante di un’ attività continua.
Sotto gli occhiali da moto, Naëli sgranò gli occhi. Erano arrivati il giorno prima ed erano sbarcati in fretta in una piccola insenatura a nord dell’isola prima di raggiungere i loro quartieri, senza aver avuto il tempo di vedere altro. Erano comunque troppo concentrati sulla corsa per prendersi il tempo di passeggiare. Scoprire la città sotto questo angolo, e in questo contesto era terribilmente eccitante. Niente a che vedere con Elione, la sua isola natale a Sarmajor, dove non riusciva a immaginare la vita quotidiana di una grande metropoli.
Davanti a lei, gli altri partecipanti raggiungevano uno ad uno le loro navi, sotto lo sguardo corrucciato di Joan che cercava con gli occhi la loro imbarcazione.
-Che la peste colpisca gli organizzatori! Cosa ci hanno ricavato dal metterci così lontano?
Effettivamente, il loro veliero sguazzava tranquillamente in fondo al porto, e il cammino per raggiungerlo era il più lungo. Era ingiusto, i concorrenti piazzati direttamente in fondo alla Via Reale potevano raggiungere le loro navi più velocemente, ma era così. I posti migliori per i concorrenti migliori dell’anno passato.
Poco importava.
Naëli aveva fiducia. Le loro performances avrebbero assicurato loro di prendere rapidamente una posizione vantaggiosa. Anche se sapeva che Joan era costantemente cosciente della situazione, gli ricordò comunque:
-Sai bene che non siamo una squadra conosciuta. Siamo dei novellini, e non danno i posti migliori ai novellini. Dai, ci siamo quasi, aggiunse per distenderlo, piena di entusiasmo.
Il ragazzo borbottò una frase della quale non recepì neanche una parola e rallentò mentre si avvicinavano al loro vascello.
Era una splendida barca di una decina di metri, fatta per la velocità ma che offriva comunque un corretto confort. Modesta, ma efficace. La sua prua si incurvava elegantemente per lasciar apparire la testa di uno storione saggiamente scolpito. Il colore blu notte che ricopriva l’insieme del veliero era punteggiato da una miriade di paillettes argentate, che evocavano con una somiglianza inquietante le centinaia di costellazioni che componevano il cielo durante le notti più chiare. Il corpo dell’imbarcazione si allargava leggermente prima di restringersi di nuovo a poppa, che si elevava fino a una piccola piattaforma dove si trovava il timone.
Da lassù, Molly faceva dei grandi segni incitandoli a sbrigarsi. Era il timoniere, il quinto e ultimo membro della squadra degli Esploratori. Joan sollevò con un balzo il Lupo di mare sul pontile di accesso e fermò i motori una volta sul ponte della nave. L’Oncia di ebano, che li seguiva da vicino, si fermò giusto dietro di loro.
Naëli mise piede a terra e si tolse i suoi occhiali con sollievo.
-Benvenuti a bordo dello Storione! Esclamò Molly. Non è il momento di prendere fiato! Ai vostri posti, ciurma!
Naëli trattenne le risate. La donna anziana si comportava sempre in modo autoritario, come se conducesse la squadra, ma, in realtà, lo faceva per stimolare la loro motivazione. E una figura autoritaria non poteva che rinforzare l’efficacia a bordo.
Così, si affrettò a raggiungerla sul retro della nave.
Naëli si era inserita nel gruppo grazie ai solidi legami di amicizia che aveva con Joan, ma anche perché possedeva un dono prezioso nel contesto della corsa: poteva padroneggiare l’acqua in tutte le sue forme, usando un’antica magia in via di estinzione. Ignorava completamente l’origine di questo potere; sentiva solamente una potente affinità con l’elemento acquoso e aveva sviluppato da sola delle capacità sovrannaturali stupefacenti.
Si rivelava quindi una preziosa risorsa in acqua.
Joan era sempre stato impressionato dai suoi poteri, e quando aveva annunciato la sua intenzione a partecipare alla corsa, le aveva chiesto il suo aiuto. Troppo lusingata per rifiutare, glielo aveva offerto di buon cuore, anche se era lontana dall’ immaginarsi quello che la aspettava. Comunque, amava troppo Joan per lasciargli vivere questa avventura senza di lei.
-Sayan, metti in moto! Gridò Molly alla ragazza dalla pelle di ebano che era saltata velocemente giù dall’ Oncia di ebano. Lei corse immediatamente nella cabina a poppa della nave per raggiungere la caldaia, dove un ingegnoso dispositivo creato dalle sue dita fatate permetteva di accendere i motori dell’imbarcazione.
Qualche secondo dopo, lo Storione stellato si metteva in moto mentre Joan ritirava il ponte di accesso.
-Yadriel, che visibilità? Chiese l’anziana.
Il passeggero dell’Oncia di ebano si piazzò a poppa e le rispose:
-Due grandi navi a tribordo lasciano il porto nel nostro stesso momento, ma nessuno a babordo!
Sarebbe stato stupefacente che altri concorrenti fossero a babordo. Erano piazzati talmente lontano dal porto che non rimanevano che due barche dietro di loro, e i loro occupanti non erano ancora arrivati.
Naëli posò lo sguardo sul ponte dello Storione.
Joan, Sayan, Yadriel e Molly.
Con lei, formavano la squadra degli Esploratori. La squadra numero ventisette. Sentì il suo cuore gonfiarsi con fierezza.
Tutti loro eccellevano nel proprio campo, e lei non si preoccupava del seguito della corsa. Insieme, sarebbero andati lontano.
Una grande barca triangolare simile a una razza di acqua dolce avanzava a tribordo, fianco a fianco con un grande galeone riccamente decorato. Erano così vicini che la collisione era inevitabile. Ma di colpo, la nave-razza sprofondò sotto la superficie dell’acqua e scomparve dal loro campo visivo, completamente immersa.
-Maledetto, disse Molly con un’aria impressionata. La Razza che danza è sempre attenta. Durante le corse precedenti, ha sempre realizzato un buon punteggio. Naëli soffocò un sospiro sollevato.
Un attimo dopo, ricominciò ad angosciarsi.
Una giunca piuttosto imponente a babordo li raggiungeva a grande velocità. Era partita proprio dopo di loro, e contava su una maggiore potenza meccanica.
Molly soffocò un’imprecazione e strizzò gli occhi verso l’ingresso del porto.
-Motori a tutta, Sayan! Urlò a pieni polmoni.
Joan si precipitò sotto la piattaforma di comando e le gridò:
-Sei impazzita? Bisogna rallentare, la pagoda va molto più veloce di noi, saremo schiacciati tra lei e il galeone a tribordo!
Molly sputò da sopra e si piegò sul timone senza degnarsi di rispondergli. La loro nave si trovava tra le due imbarcazioni, in un piccolo spazio che si restringeva a vista d’occhio…
Bisognava assolutamente lasciarli passare, sennò si sarebbero ritrovati schiacciati come delle sardine. E Naëli non avrebbe scommesso molto sulla loro barca, se si fosse trovata tra di loro.
Il panico si impadronì del suo corpo mentre realizzava che era troppo tardi per evitare l’impatto. Sarebbero finiti sconfitti in quel modo?
Che abbandono ridicolo.
-Sei sicura