Aidan Fox

La Figlia Dell’Acqua


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no! Le rispose lei scoppiando a ridere.

      Naëli scosse la testa.

      Questa vecchia somara era folle. Joan aveva appena posato piede sulla piattaforma, dopo aver salito gli scalini che portavano lassù quattro a quattro. Lei gli lanciò uno sguardo disperato.

      -Così basta, Molly, Fermati o moriremo tutti!

      -E’ troppo tardi comunque! Gridò lei con aria da pazza.

      Erano incollati al fianco del galeone, e la giunca non era che a qualche metro. In una manciata di secondi, la loro barca sarebbe stata distrutta brutalmente sotto la pressione congiunta esercitata dai due concorrenti, che non avrebbero esitato ad eliminarli.

      Naëli chiuse gli occhi.

      -Sayan, a te! Urlò l’anziana vicino a lei.

      I motori ruggirono in un vortice di acqua salata, e Naëli fu proiettata al suolo.

      Aprì gli occhi per vedere Joan sdraiato a pancia in giù, il viso pallido. Molly era stata spinta sul timone.

      Naëli si rialzò prontamente e gettò un colpo d’occhio a tribordo. La giunca era qualche metro dietro, molto vicino al galeone che le aveva fatto così paura.

      Fuori portata.

      Molly scoppiò a ridere oltrepassando le torri di ingresso del porto sotto gli applausi della folla ammassata in alto negli edifici.

      -Questa è quella che chiamo audacia!

      Joan si rimise in piedi e le gettò uno sguardo torvo.

      -Ci avevi nascosto questo piccolo trucco del passa-passa di Sayan, sbottò, frustrato di essere caduto nel momento fatidico. Cos’è, un rinforzo della nostra potenza motrice?

      -Non ne so niente, ma è dannatamente efficace! Si stupì Molly.

      -Vuoi dire che non l’avevi mai testato prima? Chiese Naëli, sempre preoccupata.

      -Perché avrei dovuto farlo? Rispose lei, divertita. L’importante è che funzioni!

      La ragazza scosse la testa con fatalità. Molly era una specialista di quei trucchi. Di certo non sarebbe cambiata oggi. La vecchia donna era completamente matta. Ma dovette riconoscere che aveva fatto risparmiare loro un grave ritardo!

      La sua ansia scomparve quando portò lo sguardo sulla distesa di acqua piatta che si stendeva all’infinito davanti ai suoi occhi.

      Il mare porgeva loro le braccia.

      Ora era il suo turno di giocare.

      L’acqua mi affascina. È bella, astuta e dolce. Ma furba. Mi incanta, mostrandosi febbrilmente davanti ai miei occhi, dedicandosi ad una danza seducente per cercare di attirarmi nella sua rete. Ogni giorno, i suoi riflessi mi tentano, sornioni. Già molta gente ha ceduto. Traditrice fluida, mi catturerai?

      Mallaé Fusillaine, Autoritratto

      Naëli si attaccò alla sbarra e si sporse dal parapetto, gli occhi sulle acque turbinanti che si agitavano a poppa della nave. Avevano appena lasciato il porto d’Ys, abbandonando la concorrenza ad una battaglia feroce.

      Osservò la schiuma ribollire e le gocce roteare, come milioni di sfere che riflettevano il mondo tingendolo di paillette luminose, cercando di sollevarsi verso il cielo tramite le agitazioni delle onde.

      Naëli era di nuovo affascinata. Che fragilità e che forza allo stesso tempo… L’acqua era il suo elemento preferito. Mutava, si scindeva, scivolava nelle asperità prima di riemergere in un rombo di tuono per schiacciare senza pietà tutto quello che ostacolava il suo passaggio.

      Le gocce fini che danzavano davanti ai suoi occhi la ipnotizzavano. Si sentì cadere in avanti, la testa nelle onde indiavolate, dove si impregnò dell’elemento acquatico fino a diventare un tutt’uno con lui. Le sue braccia, le sue gambe svanivano, trasportate dall’acqua.

      Accolse la sensazione ormai così familiare con diletto. Sapeva che il suo corpo era sempre lassù, piegato nel vuoto sul ponte della nave, con aria assente.

      Ma lei non era più sul ponte.

      Era nelle acque, sdraiata su centinaia di metri. La sua percezione ed i suoi punti di riferimento erano completamente stravolti.

      Era libera!

      Libera dai limiti materiali che limitavano i suoi movimenti, libera di solcare l’oceano senza preoccuparsi, libera di trasformarsi in un’onda profonda! Niente aveva più presa su di lei. Non doveva fare altro che lasciarsi trasportare…

      No.

      La Coppa.

      Gli Esploratori.

      Concentrazione.

      Non doveva lasciare la presa.

      La sua euforia aveva rischiato di farle perdere di vista il suo obiettivo. Era il rischio di utilizzare questo potere. Era così inebriata dalla sensazione che ogni tanto se ne dimenticava, e bisognava svegliarla a colpi di schiaffi, sennò rimaneva indefinitamente persa nell’immensità blu…

      Era un’abilità pericolosa.

      In quel momento, lei doveva creare una corrente potente e rapida che avrebbe portato lo Storione stellato a grande velocità verso la prossima tappa della corsa.

      Si, ecco, una corrente.

      Naëli si focalizzò sul movimento dell’acqua, raccogliendo ogni molecola per creare una potente turbolenza dietro all’imbarcazione. Spinse lo scafo con dolcezza, ma in modo deciso. Bisognava accompagnare senza mettere fretta, un saggio dosaggio che lei padroneggiava alla perfezione.

      L’effetto fu immediato.

      Lo Storione fece un balzo in avanti, facendo di nuovo cadere i suoi occupanti.

      -Ehi, con calma! Brontolò Molly agitando le braccia per riprendere l’equilibrio. Avrebbero dovuto scriverti “pericolo pubblico” in fronte!

      Dietro di lei, gli occhi spalancati, Naëli scoppiò a ridere.

      -Ad ognuno il suo turno!

      La voce ed il volto dei suoi compagni risuonavano come in un sogno, mescolati al rimbombo dell’acqua e ai sussulti della barca – o a quelli dell’oceano, non avrebbe saputo dire- ma sapeva che erano lì intorno a lei. O meglio, era lei che era là, con loro.

      -Prenderemo la testa della corsa! Esclamò Joan, entusiasta. Che velocità! Anche se ti conosco da molto tempo, Naëli, mi impressioni sempre!

      Naëli sentì appena il suo complimento. Era perfettamente in armonia con il mare, e si perdeva nella sua onda benevola. Durante dei lunghi minuti, si lasciò cullare, spingendo la nave sempre più pigramente a mano a mano che si perdeva nella contemplazione del fondo marino. Scivolava verso le profondità, i crostacei ed i molluschi. L’acqua diventava sempre più nera, e lei ebbe voglia di avvicinarsi al fondo per continuare la sua esplorazione tranquilla. Il silenzio che regnava sotto la superficie dell’acqua era…rassicurante.

      Lei stava bene là.

      Non aveva voglia di andarsene.

      Andare dove, poi?

      Si chiese se le immagini che sfilavano nella sua testa erano dei ricordi reali. Non si ricordava di essere mai stata altrove…

      ***

      -Va tutto bene, figlia mia, ma non esagerare, grugnì una voce nella sua testa.

      Dovette fare uno sforzo estremo di concentrazione per riconoscere la voce di Molly.

      In un salto, si strappò alla sua contemplazione. Ogni volta sperimentava questa terribile sensazione di strappo, come se una parte del suo essere le fosse stata ingiustamente sottratta. Batté le palpebre una decina di volte prima che l’immagine di Joan chino su di lei si stabilizzasse.

      Tremò.

      Aveva