qualche parte, Naëli nutriva un briciolo di gelosia nei suoi confronti. Sayan era più vecchia di lei di soli due anni, ma sembrava molto più matura.
Anche se in questo momento, il disagio della ragazza era più comico che altro. Joan, che passava da quelle parti, non si sbagliò.
-Mi dirai il colore della sua biancheria? Disse discretamente all’orecchio di Naëli. Mi sono sempre posto la domanda, vista la leggerezza di quello che mette sopra!
Entrambi scoppiarono a ridere e Sayan arrossì. Naëli le offrì un’ancora di salvezza:
-Cosa dicevi, prima di svegliarmi così crudelmente dal mio riposo ben meritato?
Gli occhi di Sayan si illuminarono.
-Arriviamo a Nebbia della sera, annunciò semplicemente puntando il dito verso il porto che ingrandiva all’orizzonte.
Una bandiera con i colori della Coppa sventolava davanti all’ingresso del porto, segno che nessun altro concorrente era ancora arrivato. Era tradizione mettere una bandiera alla fine di ogni tappa, affinché i primi concorrenti la strappassero sotto le ovazioni del pubblico.
Naëli gettò un’esclamazione meravigliata e corse a raggiungere Molly sul retro della barca.
-Siamo davanti, quindi?
L’anziana donna inclinò la testa masticando un filo d’erba preso non si sa bene dove.
-Ovviamente. E’ grazie a te. Joan, prendi il timone e conduci quest’entrata nel porto come se stessi facendo una carezza ad un piccolo gattino.
-Vieni, mia bella, andiamo ad ammirare la nostra rumorosa entrata da vincitori dalla prua, proseguì Molly con la sua voce rauca.
Naëli l’accompagnò fino alla prua della piccola nave, dove si appoggiarono al parapetto ammirando il sole che tramontava e che copriva lentamente gli edifici della città costiera. Si era alzato un leggero venticello, che faceva circolare una nebbia fine sull’acqua piatta che svelava ogni tanto il riflesso della città mescolato al cremisi delle nuvole. Un dipinto che si perdeva nelle sfumature di rosso arancio striato di nebbia bianca, come se l’artista avesse cancellato qualche parte del suo dipinto per ricoprirlo di mistero…
Naëli era abitualmente affascinata dal blu del mare, ma, quella sera, era sbalordita dallo charme avvolgente del panorama.
-Sai perché viene chiamata Nebbia della sera? Chiese Molly, raggiante.
La ragazza mantenne il silenzio, lo sguardo perso sulla scena fatata. La ragione era evidente per chi era dotato di occhi.
Entrarono nel porto sotto le acclamazioni degli abitanti della piccola città, strappando il nastro rosso che sbarrava l’entrata. Gli applausi riempivano il cuore di Naëli di gioia. Lei rispose con dei saluti con la mano gioiosi.
Dietro di lei, fieramente ancorato al timone, Joan gonfiava il petto. Gli Esploratori avevano appena fatto un’entrata strabiliante nei palmares della Coppa, cosa non facile per dei novellini. Molte squadre di veterani non erano ancora mai arrivati primi in una tappa. Joan aveva di che essere fiero.
Il giovane uomo virò per andare ad attraccare lo Storione stellato e accostò all’estremità del porto.
Quest’ultimo era troppo piccolo per contenere tutte le navi della corsa e , quella sera, solo i primi arrivati sarebbero stati ammessi all’interno.
-Ah, sogghignò Molly, la mano destra sulla schiena. Stare ferma attaccata al timone non fa più per me.
Naëli sollevò le braccia con fatalità.
-E’ così! Il tempo in cui navigavi per delle ore senza mai affaticarti è passato!
-Un po’ di rispetto, gioventù! Protestò Yadriel avvicinandosi. Soprattutto quando si parla ad un’anziana concorrente…
-E’ vero. Scusa Molly, disse la ragazza abbassando gli occhi.
-Non è niente. E, purtroppo, non hai torto.
Sogghignò un’ultima volta poi sorrise con pietà, prima di urlare in direzione del ponte superiore:
-Bene, Joan, Sayan, si festeggia?
Naëli sorrise a sua volta. C’erano delle cose che nessuna differenza di età poteva impedire di condividere.
7
La Coppa è un momento importante dell’anno. Una sfida che vede scontrarsi i più grandi campioni dalla comparsa dei primi veicoli da corsa. Gli abitanti di ogni Principato accorrono per assistere al suo svolgimento, e seguono febbrilmente la sua avanzata con un’apprensione degna dei tempi di guerra.
Nejim Palador, La prova
I cinque compagni avevano deciso di festeggiare la loro vittoria in questa prima tappa offrendosi un pasto abbondante ed un letto caldo nell’albergo locale.
-E un tacchino ai legumi della Costa del crepuscolo, uno! Tuonò l’oste depositando il piatto fumante sulla loro tavola.
L’odore che emanava dava l’acquolina in bocca, ma l’appetito di Naëli si era prosciugato dopo aver inghiottito dei piccoli ripieni di formaggio del Vento dell’Est e dei pomodori farciti con le castagne del sole. Aveva intravisto il suo dolce preferito, i profiterole di Sarmajor, ma non aveva avuto il coraggio di chiederne. Sapeva che non sarebbe stata capace di finirli. E tuttavia, si era ripromessa di gustare questa specialità del suo paese ovunque fosse andata, giusto per poter criticare e dire che solo a Sarmajor si sapevano fare i veri profiterole.
Joan agitò la sua forchetta vigorosamente in direzione della carne, e infilzò l’ala del tacchino prima di infilarne una buona parte in bocca. Naëli rischiò di scoppiare a ridere da quanto lui faticò a masticare il grosso boccone. Ma egli non le prestò la minima attenzione e si servì di nuovo, quasi immediatamente.
-Giù le mani! Disse Molly vedendolo tendere le sue posate verso la seconda ala. Questo pezzo succulento dell’animale è mio!
Dopodiché, si servì di un enorme coltello e iniziò a dividere il tacchino in due, un’espressione feroce sul viso, come se lei e Joan fossero i soli a condividere quel pasto. Sayan cacciò un urlo di offesa e si mise a infilzare una quantità fenomenale di legumi nel piatto, mettendoli in bocca ad un ritmo folle.
-Non è veramente niente male, questo cibo! Riuscì ad articolare.
-Aspetta di vedere il dolce! Le rispose Molly, con la bocca piena.
Naëli alzò gli occhi al cielo.
Dei selvaggi.
Viaggiava con dei selvaggi.
La taverna risuonava di grida di gioia e di conversazioni più o meno alcolizzate dei numerosi corridori che avevano deciso di soggiornarvi. Tutti si vantavano di aver realizzato una performance eccezionale, ma il frastuono prodotto dalla squadra degli Esploratori non lasciava posto alla concorrenza. Il vino che riempiva regolarmente la coppa di Molly non migliorava le cose.
-Ehi! Non mangiavate da decenni? Chiese il loro oste portando un piatto di frutta candita, attento al benessere dei suoi clienti, anche se un po’ sorpreso dal loro comportamento.
-Perdoni il loro carattere un po’…euh… rozzo, si scusò Naëli alzando le braccia in segno di impotenza. Ci vorrebbero degli anni per addomesticarli.
L’oste se ne andò con una risata tuonante tenendosi le costole.
-Nessun problema, in realtà, era da molto tempo che non avevo una compagnia così gioviale! Fa piacere!
-Rozzo? Brontolò Molly socchiudendo gli occhi. Per mille pirati, ti insegnerò che cos’è un rozzo, piccola mia!
Agitò il suo coltello in direzione del viso della ragazza, con un’aria che doveva essere minacciosa.
-Fortunatamente ci sono persone educate qui, continuò con un tono mieloso rivolto all’oste, sottolineando le sue parole con un sorriso incantatore.