per i capi del clan e la terza per la gente comune. Nella prima zona si ritrovano i resti di un “palazzo”: una struttura di 420 metri quadrati di superficie possibilmente utilizzata per cerimonie pubbliche o private.
La prima cultura neolitica che si estende in un amplio territorio è quella di Yangshao, si sono scoperte numerosi villaggi in un’area del centro, nord e nord- ovest della Cina che sono esistiti tra il 5000 e il 3000 a.C. Questi villaggi, generalmente situati lungo i fiumi, sono un insieme di case semi sotterrate, spesso organizzate secondo i distinti clan o gruppi che li abitano, circondati da un piccolo muro. Per i suoi abitanti l’agricoltura rotativa è già l’attività economica fondamentale. Ancora la caccia e il raccolto costituiscono un’attività importante. Quando la terra non è più fertile il villaggio viene abbandonato e si sposta, non lontano, per cercare nuove terre. Coltivano specialmente miglio e canapa, con la quale elaborano, con utensili in pietra, tessuti per vestirsi. Gli animali domestici sono il maiale e il cane; ed in alcune zone registriamo la presenza della vacca, capra e pecora. In alcuni villaggi della cultura Yangshao si allevano bachi da seta.
Con la cultura Yangshao si da inizio all’utilizzo della ceramica con forme più variate sia per cucinare che per conservare alimenti. Fatte a mano e con alcune incisioni che potrebbero essere le precursore della scrittura cinese. Realmente sono segni primitivi che curiosamente presentano alcune similitudini con la scrittura attuale dei Nuosu (una etnica minoritaria) di Liangshan. La gente dei villaggi lavorano insieme e consumano collettivamente il frutto del loro lavoro. Quando muoiono vengono sepolti con alcuni utensili di uso quotidiano, segnale questo che denota una credenza di un’altra vita dopo la morte. È una società senza differenze di classe. Il ruolo delle donne è più importante che quello dell’uomo.
Yangshaoè stata considerata per lungo tempo una società matriarcale che perfettamente aderisce alla teoria marxista dell’evoluzione dell’umanità. Nonostante tutto, recenti analisi su resti ossei realizzati da M.K. Jackes hanno ritrovato un anormale numero di ferite, specialmente su ossa di donne, fatto per il quale si potrebbe supporre un’elevata violenza domestica. D’altra parte, una più elevata usura nelle vertebre femminili, conferma un maggior lavoro agricolo.
Nel Libro dei Riti, un classico di Confucio che verrà molti secoli dopo, ritroviamo un passaggio dove dice: “La gente non solo amava i suoi genitori ma anche quelli degli altri. Cresceva non solo i propri figli, ma anche a quelli degli altri”. Molti studiosi cinesi assicurano che Confucio si riferisce proprio a quest’epoca.
A Bampo, vicino a Xian, troviamo una delle rovine più conosciute della cultura Yangshao. Si possono chiaramente vedere resti di una zona residenziale, una industriale e un’altra funeraria. Al centro del villaggio c’è una gran sala comune di 160 metri quadrati. Tutto intorno c’è un fosso che li protegge da attacchi esterni di eventuali nemici o animali selvaggi. I suoi abitanti utilizzano abbondantemente la ceramica, nella quale predomina il colore rosso.
Considerando questi aspetti generali della cultura Yangshao, troviamo altra cultura che si sviluppano con alcune differenze locali, delle quali probabilmente la più interessante è la denominata Majiayao, che si estende lungo l’attuale provincia di Gansu e Qinghai. Il suo sviluppo è più lento della prima, rimane nella stessa regione più a lungo e fino ad epoca più recente, da ciò si è potuto pensare che abbia dato origine ai popoli Rong-Qiang della zona, che decisamente influenzeranno la formazione della cultura cinese posteriore.
Ad est della Cina, appaiono culture, nello stesso periodo di quella Yangshao, con uno sviluppo umano più complesso ed originale, delle quali però si perdono le tracce nelle successive culture e quindi non abbiamo strumenti per sapere quanto hanno influito nella civilizzazione cinese. Da nord a sud sono: Hongshan, Dawenkou e Liangzhu.
La cultura Hangshan, si estende lungo il fiume Liao, dal 4000 fino al 2500 a.C. in un’area molto estesa. Utilizza, come la Yangshao, l’agricoltura la caccia e il raccolto. I suoi abitanti vivono in case seminterrati, utilizzano utensili di pietra ed elaborano ceramica. Grazie agli scavi realizzati a Niuheliang, uno dei centri più importanti della cultura Hongshan, sappiamo che nel 3500 a. C. questa società si trasforma radicalmente, appaiono diverse classi sociali, deducibile dal gran sviluppo delle cerimonie funebri. A Niuheliang ci sono altari, templi con statue e piramidi di pietra, troviamo grandi pietre funerarie allineate sulle cime delle montagne. Intorno al Tempio della Dea si sono ritrovati numerosi frammenti di grandi statue femminili. Fatto questo che lascia pensare all’esistenza di artigiani specializzati, come di personaggi poderosi capaci di utilizzarli e di dirigere i lavori dei contadini. Ad Hongshan potrebbero essere stati presenti almeno tre classi sociali: i capi, gli artigiani e i contadini.
A Niuheliang si sono ritrovati numerosi oggetti di giada, utilizzati per scopi rituali. La popolarità della giada era tale che praticamente tutti erano sepolti con un pezzo della stessa. Nella zona però, non è presente questo minerale, così che si può pensare ad una forma di commercio con altre regioni. Una delle figure più curione ritrovate nell’arte della cultura Hongshan, è un tipo di drago-maiale. Il notevole sviluppo raggiunto dalla cultura Hongshan lascia perplessi gli storici. Tanto quanto la sua repentina scomparsa.
L’assenza di eredità da parte di altre culture rispetto a quella di Hongshan, spinge gli storici a pensare che la loro scomparsa sia dovuta ad una catastrofe naturale. Cho-yun Hsu, sostiene, data l’estensione raggiunta nel Basso Xiajiadian, e la scoperta di una serie di fortificazioni che rappresentano una linea difensiva, per alcuni aspetti simili alla Grande Muraglia; che potrebbero essere esistiti una serie di proto stati nella valle del Fiume Liao, ereditari della cultura Hongshan, dei quali la storia non ha nessuna notizia.
Dawenkou, nell’attuale provincia di Shandong, si evidenzia specialmente per la sua ceramica rossa, fatta a mano e con forme diverse, e la sua ascia di pietra levigata con un buco al centro della stessa. È una società più complessa e sempre più stratificata, che coltiva il miglio ed addomestica suini, bovini e polli. Catturano cervi, tartarughe, coccodrilli, procioni e tassi, così come molluschi e lumache. I riti funebri sono diversi, le sepolture non sono in posizione fetale ma bensì prono, con polvere di ematite rossa cosparsa sopra. Nelle sue tombe notiamo la crescente presenza di manufatti rituali che dimostrano la conseguente stratificazione della società. Nell’ultima fase della cultura Dawenkou, sviluppandosi l’agricoltura e i lavori più pesanti, si nota il declive del ruolo dominante delle donne. L’eccedenza agricola crea differenze sociali, e rende possibile la creazione di liquore partendo dall’eccesso di grano.
Nel delta del Yangtze la cultura agricola più antica è quella di Hemudu, sviluppatasi tra il 5000 e il 3000 a.C. si tratta di un matriarcato ugualitario al quale si attribuisce l’inizio del coltivo del riso, con palafitte, vasi e travi laccati. Hemudu è una civiltà relativamente complessa, che utilizza utensili di legno, ossi, pietre e ceramica. I suoi abitanti hanno addomesticato cani, suini, bufali; catturano numerose specie di mammiferi, volatili e pesci; costruiscono barche per pescare e intagliano delicati ornamenti di avorio. Esistono alcuni indizi che gli abitanti di Hemudu erano capaci di navigare l’oceano, sono state scoperte rovine tipo Hemudu nell’isola Zhoushan, nella vicina costa, la presenza di ceramica “fu”, tipica di Hemudu, a nord della costa della provincia di Shandong, e la presenza di un tipo di asce, inventate ad Hemudu, per tutta la costa cinese, sia a nord che a sud; persino nelle isole della Polinesia. Di fatto, molti archeologi, situano l’origine delle culture del Pacifico nella costa sudest della Cina.
Erede di Hemudu è la cultura di Liangzhu, sviluppatasi tra il 3200 e il 2200 a.C. nella zona del delta del fiume Yangtze e la baia di Hangzhou, estendendo considerabilmente la sua influenza nelle regioni vicine. Liangzhu probabilmente fu il palcoscenico della creazione di una delle federazioni di tribù dentro della quale i suoi leader, dalla capitale Mojiaoshan, accumulavano sempre più ricchezze e potere, dirigendo la vita di altri centri secondari, che a loro volta avevano potere su villaggi minori. Siamo in presenza di una élite potente, con ricche tombe e piccole piramidi, che utilizzava il lavoro degli schiavi e realizzava sacrifici umani. Il popolo, nel mentre, coltivava riso, produceva ceramica di una certa qualità e utilizza barche per pescare sempre più al largo. Ritroviamo artigiani con grandi capacità per lavorare la giada, specialmente pezzi rotondi chiamati “bi” ( che simbolizzano