con altri popoli della costa cinese. Alcuni autori suggeriscono che tra questa cultura potrebbero trovarsi i predecessori dei popoli austronesiani (degli arcipelaghi dell’oceano Pacifico nel sud est asiatico), emigrati proprio dalla costa sudest della Cina. Mentre però alcuni abbandonano il paese ad oriente, un nuovo popolo arriva da occidente. Sono i Tocari, che arrivano dalla Russia, indoeuropei provenienti dall’ovest occupando l’oasi del Tarim fino alla provincia di Gansu. Di queste popolazioni si sono ritrovate mummie ben conservate grazie alla zona estremamente secca in cui furono depositate, con alcune caratteristiche fisiche occidentali, e resti di cachemire di buona qualità.
Alcuni siti archeologici ci mostrano come nell’Asia centrale intorno al 2000 a. C. sia presente una omogeneità culturale dei popoli che abitavano le steppe tra gli Urali e la baia del Tarim. Vivevano in una regione con pochi mezzi, convivevano con mucche e pecore come animali per la pastorizia, introdussero veicoli con ruote tirati da cavalli. Le circostanze ambientali e i mezzi a loro disposizione li obbligavano a mantenersi costantemente in movimento, trasformando questa regione in una via di comunicazione tra Asia ed Europa. In questo modo “tra il 2000 e il 1700 a. C. i popoli delle steppe sono uniti da un immenso territorio, che adotta simili strategie di sopravvivenza, tipi di ceramica e armi, tipi di abitazione e insediamenti, così come pratiche rituali” (Anthony).
In tempi posteriori si presentano una serie di culture che formano un’area compatta, in contatto con la Siberia, Asia centrale e Cina. La presenza di questo popolo Indo-Europeo all’est della Cina, e il suo quasi sicuro contatto con la balbettante monarchia cinese primitiva obbliga a ripensare la questione delle relazioni tra Cina e occidente; in diverse epoche storiche ritroviamo similitudini, le quali si fanno più evidenti quando Cina raggiunge lo splendore con la dinastia Shang, un apice che ha numerosi punti di contatto con i Sumeri o gli Egizi.
La decadenza degli Xia, attribuita dalle cronache confuciane alla degradata morale del suo ultimo re, Jie, è dovuta in realtà alla corrispondenza con la crescente dinastia rivale degli Shang. Di fatto, gli scavi di Erlintou ci mostrano una decadenza proprio quando sorgono i centri di Erligang e Yashi (i primi centri Shang), da qui il lungo processo per il quale gli Shang ottennero la supremazia sui Xia.
Se con i Xia non disponiamo di rilevanti fonti storiche e addirittura si dubita della loro esistenza, con i Shang ritroviamo un’abbondante documentazione. In primo luogo, per le fonti scritte dei secoli posteriori, e soprattutto per le iscrizioni ritrovate sui bronzi, che ci proporzionano numerose informazioni sulla vita e la cultura dell’epoca. Si sono ritrovati anche numerosi frammenti di conchiglie di tartarughe e scapole di bovini usate nei riti religiosi, sopra i quali si scrivevano indicazioni su questa stessa pratica, così come il risultato delle predizioni che venivano fatte. Negli ultimi anni, poi, si sono rafforzati gli studi sugli scavi di Anyang ed Erligang.
La stirpe reale degli Shang, e probabilmente lo stesso stato, potrebbe essere contemporanea agli Xia. Di fatto, secondo la leggenda, il suo primo personaggio illustre, Xie, figlio dell’imperatore Tiku e la giovane Jiandi, aiutò a Yu il Grande a combattere le inondazioni.
I primi Shang si muovevano per i territori a sud della provincia di Shandong, in quel momento terra di paludi con poche zone secche. Forse la cooperazione necessaria tra i villaggi per arare le terre inospite favorisce la creazione di un’unione, di uno stato. Il dato sicuro è che gli Shang furono acquisendo sempre più potere tra le tribù dell’est, chiamate generalmente Yi, con le quali mantengono forti legami, di tal forma che quando il regime degli Xia si debilita, gli Shang già erano i loro rivali più potenti.
È importante segnalare che l’esistenza dei tre stati Xia, Shang e Zhao (500 anni dopo gli Shang) è più o meno simultanea, arrivando ognuno ad un’egemonia in diversi periodi storici, comparabile con la posizione egemonica conquistata dalla Spagna, Francia e Inghilterra in successivi periodi della storia moderna europea. A parte questi, esistono altri stati, più o meno potenti, che spesso sono determinanti al mantenimento del potere per queste dinastie, così come influiscono nella loro caduta e decadenza.
L’epoca di dominio Shang si estende per 600 anni, dal 1700 a. C. al 1100 a. C. nonostante ritroviamo due fasi ben separate di sviluppo. Una nella sua prima capitale Erligang, e l’altra ad Anyang, e tra le due un periodo di crisi, dove ci arrivano poche notizie motivate dalla lotta dinastica, attacchi esterni o disastri naturali.
Tradizionalmente si considera che il re Tang fu colui che distrusse definitivamente gli Xia. Tang è considerato dalla storia un comandante capace e virtuoso. Stabilisce la sua base ad Erligang, proiettando quello che sarà il governo Shang. Governano dal 1500 al 1300 a. C.; una gran città di 25 Kmq, con una muraglia di terra pressata di 7 km di perimetro, alta 9 metri e larga 22 metri. Erlingang è una città ricca, al suo interno troviamo i palazzi e all’esterno i laboratori artigianali. Non è però possibile proseguire con gli scavi archeologici perché sopra Erligang si è costruita l’attuale città di Zhengzhou, capitale della provincia di Henan.
La società Shang è classista e militarizzata, con a capo il re, seguito da un’aristocrazia nobile, contadini e schiavi. L’agricoltura e la pastorizia si sono sviluppate parecchio a partire dalle opere d’irrigazione, con nuove tecnologie agrarie e nuove specie vegetali da coltivare, con le quali si genera ricchezza. Nonostante tutto questo sviluppo non si considera il livello di vita dei contadini, che per secoli rimane invariato. Di fatto, i piccoli villaggi di quest’epoca, secondo quello che ci raccontano gli scavi archeologici, rimangono legati alle caratteristiche della civilizzazione Longshan, fatto il quale dimostra che la ricchezza era ridistribuita solo all’interno dell’aristocrazia. Nella piramide sociale, sotto i contadini ci sono gli schiavi, catturati durante le guerre, che coltivano i campi o si occupano degli animali dei signori. Gli schiavi erano sacrificati, come i bovini, o sepolti vivi accompagnando i funerali dei potenti.
Il re è la massima autorità politica e religiosa; esercita il potere temporale coadiuvato da una serie di ministri; e il potere spirituale con l’appoggio di sciamani e indovini; l’azione militare con un poderoso esercito, che utilizza armi in bronzo, caschi, scudi di pelle, e posteriormente carri da guerra, diretto dai nobili dei clan alleati, che comandano direttamente sui guerrieri del proprio villaggio. Come ci racconta il professor Chang, la discendenza reale era composta da dieci tribù divise in due segmenti, che si davano il turno al momento del comando, il re è assistito da un ministro che appartiene al clan opposto, per mantenere una sorta di equilibrio tra le alleanze, e che preparava la successione dello stesso a favore di qualche appartenente alla sua stessa fazione. I primi ministri, che a volte correggeva il re o lo consigliava saggiamente, rappresentano il potere della metà dei clan della successione reale. Votati a che il buon governo del re arrivi ad uno stato di prosperità; i ministri occupano un ruolo che nei secoli successivi viene rappresentato dagli intellettuali e i letterati vicini all’imperatore. Sia le città che i loro cimiteri erano perfettamente disegnate, con le zone dove abitavano le due metà rituali. Al centro vivevano i nobili, mentre i contadini e artigiani avevano il loro proprio quartiere, separato dai nobili. Tutta la città era circondata da muraglie. La vita della classe dominante era sempre più complessa, utilizzando articoli lussuosi che fecero prosperare l’artigianato, specialmente le manifatture in bronzo. Si stabiliscono percorsi commerciali con paesi lontani, da dove arrivano le monete, conchiglie di ciprea, provenienti dalla costa a sud del Yangtze e luoghi ancora più lontani; le tartarughe da usare durante i riti degli indovini; il rame e lo stagno per fondere il bronzo, e altri beni necessari nella vita della nobiltà come, per esempio, la giada. L’uso di oggetti sontuosi da parte della nobiltà, favorisce l’artigianato e il commercio. Nelle città sono numerosi gli artigiani che si dedicano alla produzione di articoli di lusso che chiedono i nobili: bronzi e giada specialmente.
Il bronzo diventa l’oggetto di lusso per eccellenza. La ricchezza dei nobili si misura più con il bronzo che con il denaro. È per questo motivo che durante questa dinastia la metallurgica del bronzo si sviluppa senza uguali, raggiungendo un livello estetico elaborato senza confronto anche in tempi posteriori. Alcuni autori pensano che lo sviluppo della ceramica sia un agente determinante in quello del bronzo; molti pezzi e motivi hanno una gran somiglianza. L’esistenza di culture come quella di Sanxingdui, praticamente contemporanea agli Shang, con una metallurgica ugualmente avanzata, fa pensare alla possibilità