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Capitolo Cinque
Messaggi contrastanti
Dopo che Richard ebbe saldato il conto, afferrò la mano di Eva, inviando un delizioso brivido direttamente al suo sesso.
Tornati alla macchina, lui si diresse verso il vicino drive-in di Elwick, dove in programmazione c’era Tutti insieme appassionatamente.
Richard parcheggiò nelle ultime file e si voltò verso di lei.
“Ti va qualcos’altro?
Una bibita, dei popcorn, un gelato?
Io mi prendo un Croccante,
non posso resistere a quei dannati gelati!”
Eva rise.
Aveva sempre un po’ di spazio per quelli. “Ok, ne prendo uno anch’io.
Grazie”.
Un carrello di gelati passava lì vicino, Richard acquistò due Croccanti e tornò a sedersi accanto a lei.
Gliene porse uno e poi montò l’altoparlante del drive-in sul finestrino tirandolo subito su per chiudere fuori l’aria ghiacciata della notte.
Eva aprì l’incarto dorato e diede un morso al gelato alla vaniglia con cuore di cioccolato.
“Mmm... Erano secoli che non ne mangiavo uno”.
“Allora dobbiamo farlo più spesso”, disse lui, con uno sguardo che rivelava tutti i piani che aveva in mente per lei.
Un brivido scorse lungo la schiena di lei.
“Gelato.
Probabilmente non è la scelta migliore in una serata fredda come questa, vero?”
Aveva scambiato la risposta del corpo di lei per un brivido di freddo dovuto al gelato.
E lei non lo avrebbe corretto, altrimenti avrebbero finito per saltarsi addosso in men che non si dica.
“Sì, qualcosa di caldo sarebbe stato più sensato”.
“Posso prenderti qualcosa di caldo se vuoi”.
Il sorriso di lui indicava che ogni briciolo di insinuazione era intenzionale.
“No, grazie, sto bene così”.
Se bene vuol dire completamente eccitata.
Le sue mutandine si inumidivano a ogni movimento che faceva.
Eva si concentrò sul suo Croccante, succhiando la granella di nocciole e leccando ciò che rimaneva del gelato sullo stecco di legno.
Sentiva gli occhi di lui su di sé e sollevò lo sguardo con la lingua pronta a dare una leccata.
Richard la stava osservando con uno sguardo che prometteva lo stesso trattamento a lei.
“Sembra che ti sia davvero piaciuto”, disse con un sorriso malizioso che pareva in grado di scioglierle i vestiti.
Un’ondata di calore la travolse facendole leccare le labbra.
“Mi è piaciuto”.
Potevano anche giocare in due a stuzzicarsi.
Lui si sistemò sul sedile, svelando esattamente ciò che gli passava per la testa, i pensieri più sporchi che avesse mai fatto.
Lei non poté fare a meno di sorridere.
Ora anche lui sapeva come ci si sentiva a stargli intorno, con quel profumo mascolino e sensuale, quegli irresistibili occhi verdi e quel seducente corpo muscoloso.
Un piccolo gemito sfuggì alle sue labbra e lei tentò di nasconderlo con un colpo di tosse.
Richard si avvicinò.
Stava per fare una mossa?
L’avrebbe baciata di nuovo?
Fra il suo cuore martellante e il respiro affannato, era a pochi secondi da un esplosivo attacco di desiderio.
Lo spazio fra di loro iniziava a ridursi e lui si fermò ridacchiando.
“Che c’è?”
La voce di lei suonava affannosa, mentre il suo corpo tentava di riprendersi da quella silenziosa e non mantenuta promessa di un bacio.
Richard le accarezzò l’angolo della bocca, togliendole una granella di nocciola.
Che imbarazzo!
Le prese il viso fra le mani.
“Ce lo conserviamo per dopo?”
Il cuore di lei batté così forte che probabilmente lui l’aveva sentito nonostante l’altoparlante montato sul suo finestrino.
Le sollevò il mento, mentre il suo sguardo passava dai suoi occhi alle sue labbra e affondò la bocca sulla sua.
Il suo bacio gentile le bruciava le labbra, timido questa volta, come se volesse assicurarsi che lei lo desiderasse quanto lui.
E lei lo desiderava, forse più di quanto non facesse lui.
Eva aprì le labbra accogliendo la lingua di lui e mettendogli le braccia intorno al collo.
Un gemito risuonò nella gola di lui e lei gli si strinse addosso, nel disperato tentativo di sentirlo ancora.
E lui gemette di nuovo, più a lungo, più profondamente.
Richard immerse una mano fra i capelli di lei e tirò quel tanto che bastava a innescare un’ondata di brividi caldi lungo il suo collo.
La lingua di lui si infilò ancor più in profondità, accarezzando e succhiando la sua finché non gemette di nuovo.
L’altra mano scendeva lentamente lungo le sue curve fino a fermarsi sulla gamba nuda.
Ciascuna delle sue terminazioni nervose iniziò a formicolare, come se fosse un flipper su cui un giocatore esperto, lui, aveva appena segnato un punto.
Eva desiderò di disfarsi dei suoi vestiti e giacere nuda insieme a lui.
All’improvviso non le interessava più di quel che pensava la gente.
Vivere quel momento sensuale insieme a Richard contava molto di più.
Da dove usciva questa Eva super sensuale?
Ovviamente era nascosta da qualche parte nella sua psiche, così in profondità che non si era neanche resa conto che questo alter ego esistesse.
Era come se lei fosse Excalibur e Richard Re Artù, l’unico uomo in grado di liberare il suo sesso dalla pietra.
Lei fece cadere le scarpe e allungò le gambe sul sedile anteriore in modo che lui potesse mettersi sopra di lei, col vestito aggrovigliato intorno ai suoi collant.
I ruvidi jeans di Richard graffiavano la sua pelle e, facendo scorrere le mani lungo la schiena di lui, sentì i suoi muscoli muoversi sotto la camicia.
Richard esplorò le sue orecchie e quindi il suo collo con le labbra e continuò a scendere fino alla scollatura del suo vestito.
“Oh...” gemette lei portando una gamba intorno alla sua vita e premendo il bacino contro quello di lui.
Non aveva mai sentito un uomo così... duro.
Il respiro di lui si fece ancora più affannoso mentre strofinava il suo pene turgido contro le mutandine di lei, facendole passare da umide a bagnate e infine inzuppate.
Il loro respiro accelerò accordandosi con le spinte di lui, come un treno diretto a tutta velocità verso la destinazione finale.
Il piacevole pulsare del suo sesso si intensificò fino a farla arrivare a un passo dal gridare.
Stavano per farlo... Al primo appuntamento... E a lei non importava.
In quel momento, lo voleva più di quanto avesse mai desiderato