in pace e me ne vadoâºâº.
â¹â¹Vedi di andartene adessoâºâº, disse facendo roteare gli occhi. â¹â¹Non sono affari tuoi, quante volte devo ripeterlo? Vai a fare lâeroina da unâaltra parteâºâº.
â¹â¹Già à à âºâº, disse la ragazza punk trascinando lâultima lettera.
La bionda alzò il coltello: â¹â¹Questo ti farà male, ma è solo un invito a ritirare la denuncia. Se non lo fai⦠âºâº imitò con la mano libera il gesto di tagliarle il collo.
â¹â¹Non scherzare, lasciala in pace. Ha fatto bene a denunciarvi. Voi non potete capire cosa vuol dire essere presi di mira. Vuol dire avere il terrore di uscire di casa, di andare a scuola. Ci si isola per colpa di ragazzine odiose come voi, che rovinate la vita di povere ragazze innocenti. Lascia andare il coltello adesso, mettilo a terraâºâº. Quasi urlai queste ultime parole.
â¹â¹Certo, lo metto via. Mi hai davvero commossa, saiâºâº, disse beffarda la bionda tirando su col naso e fingendo di piagnucolare. Poi aggiunse: â¹â¹Prima, però, lo conficco nelle sue cosceâºâº.
La bionda fece per colpire la ragazza, io mi gettai davanti a lei e il respiro mi si bloccò in gola.
Sentii qualcosa di caldo scorrermi giù dal fianco destro e una sensazione di intorpidimento cominciò a scorrermi lungo tutto il corpo. Abbassai lo sguardo e vidi una macchia rossastra rovinarmi lâimmacolata canotta bianca.
Una lacrima mi rigò il volto, poi una seconda. La testa cominciò a girare e attorno a me tutto sembrava ovattato. Il respiro iniziò a farsi sempre più corto e irregolare. Le gambe cedettero e mi accasciai a terra come un sacco vuoto.
Sentii la ragazza punk esclamare: â¹â¹Oh merda, questa è morta⦠è morta sul serio. Lâhai ammazzataâºâº.
â¹â¹Andiamocene, presto. Lasciamola qui a crepareâºâº, disse la bionda. â¹â¹E tu, vieni con noi, non ci denuncerai anche per questoâºâº.
Tutte e tre le ragazze se ne andarono di corsa, lasciandomi sola in un letto di foglie.
Mi accorsi solo in quel momento che non erano lacrime a bagnarmi il volto, bensì gocce di pioggia.
Sembrava che il cielo si fosse messo a piangere per me.
Sapevo che in quel posto nessuno mi avrebbe trovata in tempo per salvarmi. Ormai ero destinata a morire senza nemmeno aver avuto il tempo di salutare i miei genitori.
Mia madre, la mia dolce e cara mamma, sempre pronta a starmi accanto. Avrei voluto ringraziarla per tutto quello che aveva sempre fatto per me.
Mio padre, il mio adorato e forte papà dal quale avevo preso i capelli ribelli e neri. Avrei dovuto dargli ascolto più spesso.
E Ade, il mio fedele amico a quattro zampe. Che avrebbe fatto ora senza di me? Eravamo sempre insieme, inseparabili, e ora non avrei più potuto stargli accanto.
Fu proprio su questo pensiero che una lacrima scese lungo la guancia, questa volta davvero, mischiandosi con la pioggia.
Un brivido freddo mi attraversò il corpo e tutto sembrò muoversi.
Il mondo cominciò a vorticarmi attorno e qualcosa mi attirò verso lâalto, fuori dal corpo. Non riuscivo a distinguere nulla. Stavo viaggiando a una velocità tale che vedevo solo sagome indistinte o lampi di luce. Lâunica cosa che riuscivo a percepire in quel singolare viaggio erano delle voci. Dei lamenti per essere precisi. Dei lugubri e tetri lamenti. Addirittura, sembrava che mani invisibili si allungassero per fermare la mia folle corsa. Mi trafiggevano il corpo ma non potevo sanguinare e brandelli di carne sembravano togliersi dal corpo ogni volta che una di quelle mani mi sfiorava.
Dopo quelli che sembrarono minuti infiniti mi ritrovai a fluttuare.
Non ero in una stanza.
Non ero fuori.
Non ero nemmeno in cielo.
Galleggiavo in una sorta di dimensione celeste, tutto attorno a me brillava di una luce azzurrina e ipnotica.
Avrei potuto rimanere là per sempre. Provavo un senso di pace così immenso che avrei desiderato perdermi in quel posto.
Le mie preghiere furono accolte.
Un bagliore bianco e accecante mi fece perdere i sensi e tutto diventò buio e silenzioso.
3
LâARRIVO A NAOSTUR
â¹â¹Non credi che dovresti svegliarla, ora?âºâº.
â¹â¹Ã così dolce vederla dormireâºâº.
â¹â¹Sei impazzita? Non dirai sul serio, Saraâºâº.
Sentivo la voce di due ragazze.
Chi erano?
Che volevano?
Desideravo tanto che se ne andassero, che mi lasciassero dormire.
Per sempre!
Non volevo svegliarmi, stavo bene dovâero.
â¹â¹Smettetelaâºâº, ordinò una voce dolce e allo stesso tempo autoritaria. Era un ragazzo, e dal timbro vocale doveva avere la mia età o poco più. Non ci pensai troppo, il mio cervello reclamava a ogni tentativo di farlo funzionare.
â¹â¹Finalmente sei arrivatoâºâº, disse la prima ragazza, quella che sembrava più decisa e inflessibile.
â¹â¹Andatevene, lasciatemi solo con la nuova arrivataâºâº.
â¹â¹Certo, capoâºâº, risposero in coro le ragazze ridacchiando.
Sentii dei passi che si allontanavano, qualche parola bisbigliata e la porta chiudersi con un cigolio fastidioso.
Rimasi finalmente sola.
O forse mi sbagliavo?
Qualcosa di caldo si avvicinò al mio volto. Profumava come lâaria di montagna.
A un certo punto questa cosa si avvicinò alle mie labbra e vi si appoggiò.
Fu allora che capii che quello era un bacio.
Il bacio più intenso che avessi mai ricevuto. Le mie labbra si mossero con una reazione involontaria. Si aprivano e si chiudevano seguendo le sue labbra. Era come ossigeno. Cercavo avidamente quella bocca, come se da lì potessi attingere forza.
Come se potessi vivere di nuovo.
Una leggera scossa elettrica percorse ogni centimetro del mio corpo rimettendo in moto gli ingranaggi.
Le labbra misteriose si staccarono dalle mie. Spalancai gli occhi e mi misi a sedere di scatto boccheggiando.
â¹â¹E stai un poâ attenta!âºâº.
â¹â¹S-scusaâºâº balbettai. Mi ero alzata talmente di fretta che quasi andai a sbattere addosso al suo viso. Si trovava a pochi centimetri da me ed era il ragazzo più bello che avessi mai visto. I suoi occhi erano neri come la notte, i capelli ricci, scompigliati e neri, sembravano così soffici che avrei voluto provare ad accarezzarli.
Mi resi conto di essere rimasta a fissarlo a bocca aperta e cercai di mascherare lâimbarazzo meglio che potevo.
â¹â¹Ci tengo a chiarire le cose subitoâºâº, disse con serietà , â¹â¹Sei morta! Ora ti trovi nellâAltro