Amy Blankenship

Cuori Infuriati


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accadeva da… sempre.

      Diverse ore dopo, Kyoko percepì del calore e vi si avvicinò. Poi si bloccò. Girò la testa lentamente, come se avesse paura di scoprire la verità, quando Toya si mise a sedere.

      Sentendo la sua agitazione lui si accigliò, sapendo che avrebbe dovuto alzarsi e allontanarsi ore prima.

      Kyoko lo guardò incuriosita cercando di vedere i suoi occhi, ma la testa era abbassata e i capelli li coprivano, nascondendo la loro espressione. Lui si alzò senza dire niente e si diresse verso i cespugli circostanti.

      Kyoko si sentiva confusa. Toya aveva dormito con lei la scorsa notte? Poi un ricordo le balenò nella mente. Ricordava che stava sognando e lui… rimase senza fiato. Non era un sogno. L’aveva tenuta stretta a sé. Guardò la coperta che aveva ancora le sue forme. Doveva essersi addormentato accanto a lei. Sorrise, ricalcando con le dita i segni che lui aveva lasciato sulla stoffa.

      Alzò lo sguardo quando Kamui giunse nella radura, «Ciao, Kamui. È bello rivederti.». I suoi capelli arruffati rilucevano di riflessi viola al sole del mattino e gli occhi mostravano i colori più belli. Chi gli era abbastanza vicino da vederli, sapeva che c’erano riflessi multicolore in quelle sfere lucenti, ma per Kyoko era il suo sorriso a renderlo irresistibile.

      Kamui si guardò intorno, vedendola da sola, e si chiese perché. «Dove sono tutti? Suki e Shinbe non sono ancora tornati? E Toya?». Si tolse una sacca dalla spalla e la mise davanti a Kyoko, alzando un sopracciglio.

      «No, non ancora, ma Toya dovrebbe tornare tra pochi minuti. Cosa c’è qui dentro?» gli chiese, vedendo che Kamui aveva iniziato ad estrarre del cibo dalla sacca.

      «Sennin vi manda questi e ha detto di mangiare, visto che mangiamo raramente qualcosa di buono, a meno che non lo porti tu dal tuo mondo.». Lui la guardò con i suoi grandi occhi rilucenti di una vasta gamma di colori e s’illuminò per l’espressione di lei quando vide i dolci mandati insieme a tutto il resto. «Dai, diamoci dentro.» le disse.

      «Kamui, sei tornato presto.» disse pigramente Toya mentre rientrava nella radura. Guardò Kyoko con emozioni illeggibili poi distolse subito lo sguardo.

      Kamui lo guardò. Litigavano spesso ma, in realtà, lui ammirava Toya. Era cambiato molto da quando passava così tanto tempo accanto a Kyoko. Secondo lui, Kyoko aveva reso Toya una persona migliore.

      «Sennin ha detto che nella foresta ad est c’è stata un’invasione di demoni che ha terrorizzato la zona nell’ultima settimana. Potrebbero essere coinvolti dei talismani, quindi dovremmo controllare.» Kamui pronunciò le ultime parole e addentò un pezzo di pane.

      «Ehi, me ne lascerai un po’, vero?» Toya si sedette accanto a loro ed iniziò a prendere del cibo.

      Kyoko sorrise mentre li guardava litigare per un dolcetto di riso alla fragola mandata da Sennin. Tuttavia, la normalità di quel momento non durò a lungo.

      Toya s’irrigidì, percependo un odore nell’aria. «Dannazione!», balzò in piedi con gli occhi socchiusi, «Che diavolo vuole?».

      Prima che Kyoko potesse chiedere di chi stesse parlando, una folata di vento soffiò nella radura e si fermò a pochi passi da lei, facendo perdere l’equilibrio a Toya. Kyoko si ritrovò a fissare negli occhi color ghiaccio di Kotaro, un altro dei cinque guardiani. Come Kyou, anche lui dava la caccia al talismano da solo, alla ricerca di indizi su dove si nascondesse Hyakuhei.

      Kotaro era la perfezione, con muscoli asciutti, capelli neri spettinati che gli ricadevano lungo la schiena e occhi blu di ghiaccio. Era vestito di nero, con una maglietta viola che si intravedeva sotto. Lui e Toya non si sopportavano, soprattutto perché Kotaro diceva in giro che Kyoko era sua.

      «Buongiorno, Kyoko.» disse Kotaro con voce bassa e profonda, tenendo le mani nelle sue e alzandole davanti a sé. «Come sta la mia futura compagna, stamattina?», la guardò negli occhi facendola arrossire.

      Non importava quante volte Kyoko gli avesse detto che non era sua né di nessun altro, la chiamava ancora la “sua futura compagna” con tanta sicurezza e fascino.

      «Kotaro, dannazione! Lascia stare Kyoko. Perché non stai mai attento a quello che fai?» ringhiò Toya, scostandosi dall’albero… era stato praticamente spinto dal vento di Kotaro.

      L’altro arricciò il naso senza nemmeno degnarsi di guardarlo, «Mi sembrava di aver sentito il tuo odore da qualche parte.» gli disse offensivamente.

      Con stupore, Kamui vide Toya stizzirsi e capì che Kotaro lo stava facendo imbestialire sempre di più. Si avvicinò a Kyoko sussurrando: «Ehm, forse sarebbe meglio fermare la cosa ancora prima che inizi.». Sapendo che Kyoko era l’unica cosa che impediva loro di distruggersi a vicenda, Kamui indietreggiò, allontanandosi dal trio.

      Kyoko sapeva che Kotaro era innocuo… be’, almeno per lei. Scostò le mani dalle sue… ancora imbarazzata per il modo in cui la stava guardando. Poteva effettivamente vedere l’amore e la devozione brillare nei suoi occhi di ghiaccio.

      «Kotaro, come mai qui?» gli chiese lei, distogliere la sua attenzione da Toya.

      Kotaro sorrise, dimenticando subito Toya e rispondendo alla sua domanda: «Ho sentito che ci sono problemi nella zona ad est della foresta. Speravo di trovare Hyakuhei e ucciderlo per te, così diventerai presto la mia compagna, mia dolce Kyoko.». Oh, lui amava Kyoko, ma amava anche far imbestialire Toya.

      Kyoko divenne quasi rossa nel sentire le sue parole. Aprì la bocca per dire qualcosa ma, perdendo il filo dei propri pensieri, ci rinunciò.

      Toya aveva sentito abbastanza idiozie da quello stupido sbruffone. Balzando di fronte a Kyoko per nasconderla dalla vista di Kotaro, ringhiò: «Stai indietro!». Restrinse lo sguardo e aggrottò la fronte, «Non abbiamo bisogno del tuo aiuto per sbarazzarci di Hyakuhei. Quindi perché non cerchi di stare alla larga da noi e lasci in pace Kyoko? Dannazione!».

      Kotaro agì come se Toya non fosse nemmeno lì. Con una mossa fulminea, lo aggirò per posare un casto bacio sulla guancia di Kyoko. Con un occhiolino, se ne andò velocemente così come era apparso.

      Toya strinse i pugni lungo i fianchi. Era così furioso da sentirsi come se stesse per esplodere. Perché diavolo tutti volevano improvvisamente baciare Kyoko? Era sua, dannazione! «Kotaro, torna qui e combatti, bastardo!» urlò con tutto il fiato che aveva.

      Kyoko si rivolse a Kamui come se non fosse successo niente. «A quanto pare, le informazioni di Sennin erano corrette.».

      Toya si arrese e si voltò. «Forza, raccogliamo le nostre cose. Recupereremo Suki e Shinbe lungo il tragitto. Dobbiamo passare comunque dove si trovano loro per andare ad est della foresta.» disse, ancora arrabbiato con suo fratello per aver sparato bugie su Kyoko. Non avrebbe mai permesso a Kotaro di averla e non vedeva l’ora di scontrarsi con lui e farlo a pezzi per farglielo capire.

      Kyoko sapeva che Toya era geloso di Kotaro. Tuttavia, per come la vedeva lei, almeno Kotaro era capace di dirle i propri veri sentimenti, mentre Toya continuava a confonderla. Si chinò e cominciò a raccogliere il cibo avanzato che avrebbero poi condiviso con gli altri.

      Toya si chinò davanti a lei in attesa che gli salisse sulla schiena. In quel modo sarebbero arrivati prima ed era l’unico momento in cui poteva camminare tenendola in braccio senza che nessuno si meravigliasse.

      Kyoko trattenne il respiro per un secondo, poi espirò lentamente, non voleva rendere la cosa diversa dalle altre volte in cui lo avevano fatto… ma lo era. Strinse le braccia al suo petto mentre lui le mise le mani sotto le ginocchia per tenerla stretta a sé. Alzò lo sguardo verso il cielo, chiedendosi se gli dei si stessero divertendo ancora.

      Kamui rise silenziosamente per come si comportava Toya ogni volta che qualcun altro cercava di attirare l’attenzione di Kyoko. Raccogliendo la sacca del cibo dopo che si erano allontanati, le sue ali trasparenti presero a brillare, inviando una pioggia di polvere di stelle multicolore su tutto l’accampamento, che magicamente cancellò tutte le tracce della loro presenza.

      Percependo Kaen dietro di sé, disse: «Si prospetta una giornata interessante. Andiamo con loro?». I suoi piedi si alzarono da terra mentre scivolava dietro di loro.

      Kyoko